Scuola d’estate
Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi lancia il piano scuola Estate 2021. Si tratta di una novità per i sistema educativo italiano. Un piano di circa 520 milioni di euro che ha lo scopo di coinvolgere le scuole italiane in un programma di recupero della socialità dopo un anno difficile di distanza e di attività solo in remoto.
Cosa si potrà fare? Attività all’aperto, incontri con il territorio, approfondimento di attività laboratoriali (musica, arte, sport, educazione alla cittadinanza, educazione ambientale). Sarà innanzitutto una occasione di recupero per i rischi di dispersione scolastica che si sono certamente acuiti negli ultimi 14 mesi.
Le scuola sono il principale attore di socializzazione e sono chiamate con questo piano ad allestire comunità territoriali, a costruire collaborazioni per sviluppare iniziative in molti ambiti: arte, creatività, musica, sport, rapporto con la natura.
Si tratta, come ha affermato il ministro di creare “un ponte perché bambini e ragazzi possano recuperare apprendimenti e socialità“.
In tutta Italia si stanno già avviando progetti e iniziative per sviluppare forme di progettualità congiunta tra scuole, associazioni, musei, parchi naturali, centri estivi. Visite ai musei, attività teatrali, laboratori di recupero, tutte attività che configurano quello che già in tanti paesi si fa da sempre: fare della scuola uno spazio di vita.
La formula delle scuole estive mira a far tornare i più giovani a una vita sociale relegata per mesi nelle loro stanze davanti a un computer. Gli studenti, di ogni ordine e grado, hanno imparato a gestire la loro socialità a distanza, hanno sviluppato maggiori competenze nella vita sociale on line, che ha supplito quella reale. Molte cose hanno imparato, anche i più piccoli, ma ora si chiede loro di uscire di casa, incontrarsi, fare cose insieme, in sicurezza e con responsabilità.
Tutte le attività saranno programmate dalle scuole in modo collegiale, la partecipazione sarà su base volontaria, sia per gli studenti sia per i docenti. Tutte le scuole riceveranno risorse economiche in rapporto al numero degli alunni per una media, da quello che si legge nei documenti ufficiali, che sarà intorno ai 18 mila euro per scuola.
La scuola, nonostante la distanza, non si è mai fermata. E’ rimasta in contatto con ragazze e ragazzi ma la fase di emergenza ha sicuramente accentuato molte delle problematiche preesistenti: evasione e dispersione scolastica, calo degli apprendimenti per gli studenti più fragili e ha certamente messo in evidenza le diseguaglianze già esistenti. Ora c’è una occasione, in tutti i territori d’Italia, di mettere al centro della comunità la vita scolastica. Certo si richiederà a dirigenti e insegnanti una capacità immaginativa e progettuale, si chiederà loro di lavorare insieme con i territori e con le associazioni, promuovendo iniziative per costruire nuovi patti educativi.
E’ una grande opportunità che sarà colta in modo diverso nelle varie regioni. Certamente le collaborazioni e la partecipazione sarà più facile nei contesti che hanno una ricchezza di opportunità maggiore e una capacità di connessione già consolidata. Ma ci aspettiamo che tutte le scuole si sentiranno impegnate per fare cose inedite e interessanti. Tutti speriamo che le scuola sappiano chiedere, progettare, inventare, collaborare.
Sapranno le scuole cogliere e coltivare questa opportunità? Sapranno farlo le scuole anche a Acri? Non abbiamo motivo di dubitare che sarà così.
Assunta Viteritti