Zona rossa, la rabbia dei commercianti domattina in piazza

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Alla notizia dell’ennesima settimana in zona rossa è scoppiata la protesta delle partite  Iva più esposte alla crisi.

Apparentemente i contagi in calo avevano fatto trasparire un briciolo di ottimismo, che ieri sera, con le prime voci della conferma della zona rossa, si è sciolto come neve al sole. Al sindaco le rimostranze sono arrivate, ma i numeri e la scelta delle categorie commerciali da chiudere vanno oltre le sue possibilità.

Ristori non ne arrivano, mentre bollette e tributi sono da pagare e la rabbia monta.

Per domattina, alle 9:30, in Piazza Purgatorio, è stata indetta una manifestazione di protesta, per far sentire la voce di chi proprio non ce la fa più. E’ una iniziativa nata spontaneamente, che nelle intenzioni di chi l’ha promossa vuole coinvolgere il maggior numero possibile di esercenti.

“E’ passato un anno dalle prime chiusure totali, anche di più – dicono  alcuni di loro , e non è assolutamente cambiato nulla.  La “politica”, gli addetti ai lavori, Cts, virologi, esperti, mass media, social, cittadini.  Un caos generalizzato, un non senso su tante cose, dalle mascherine, alle zone, ai settori crocifissi per chissà quali motivi rispetto ad altri”.

Ancora, “spesso intrisi di contraddizioni e controsensi assurdi. Inspiegabili. Di sicuro grotteschi come l’ultimo decreto regionale del nostro presidente regionale che per l’ennesima volta prima emana e poi corregge. E a cascata tutti gli altri enti amministrativi e di controllo a seguire e a imporre senza porsi domande, senza ragionare, senza approfondire o addirittura leggere le norme”.
La gente, “noi commercianti piccoli, chi ha piccole imprese vive di quotidiano, soprattutto qui al sud, nelle aree interne e disagiate come la nostra, operai, dipendenti, prestatori d’opera, deve mangiare e per poter mangiare deve poter lavorare.
Ognuno di noi ha figli da sfamare, famiglia, spese, bollette, prime necessità, mutui, prestiti, assicurazioni, dignità, questa sconosciuta. Non si potrà vivere in eterno con la paura, con l’immobilismo, con il terrore ormai profuso come veleno quotidiano da ogni dove”.

Ristori? “Nessuno. Nemmeno un centesimo. E chi ha avuto la “fortuna” di prenderlo ci ha pagato due bollette dell’Enel. E giusto che la popolazione conosca la verità”.
Ancora, “siamo, stanchi di tutto. Soprattutto della ignavia dei più e delle parole buttate al vento da chiunque, senza arte né parte. Basta. Siamo tutti sull’orlo di una crisi di nervi, sociale ed economica assai più pericolosa di ogni tipo di virus presente e futuro. Ognuno di noi, nella piena e insindacabile autodeterminazione, nel silenzio del buon senso e della propria intelligenza e modestia faccia la sua parte nel rispetto della dignità altrui”.

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