Ti voglio bene, prof.!

La vita è uno scrigno ricco di tesori, di avventure, di emozioni, di sfide e di ricordi, che restano celati nel profondo abisso di immagini e sensazioni.

La nostra esistenza ruota attorno alle persone che per noi hanno importanza, così tanto da non riuscire a tradurla in semplici parole, unite l’una all’altra da pensieri e sospiri.

Scrivere di te in particolare non è per nulla facile, in quanto mi risulta davvero difficile mantenere quel distacco che serve per poter mettere in piedi un articolo, ma cercherò di fare del mio meglio per renderti onore e far conoscere, anche se in maniera marginale, la bella persona che eri a chi non ha avuto la fortuna di poterlo fare.

Avevo carpito sin dal primo giorno in classe che saresti stato un insegnante fantastico e che sicuramente ci avrebbe dato molto!

Duro da pensare con un biglietto da visita tanto temuto, quanto quello di “Professore di Matematica”: la materia più ostica per eccellenza!

Ed invece, tu sei riuscito nella tua impresa: ci hai insegnato a non “dare i numeri”, facendoci studiare grazie alla tua preparazione ed alla bontà che ti ha sempre contraddistinto.

Sì, perché tu, prima di insegnarci a fare i conti nero su bianco, ci hai insegnato a farli nella vita, ed a leggere non solo i compiti assegnati, ma i nostri stati d’animo in primis.

E’ palese che per me, come sicuramente anche per gli altri tuoi allievi, nonché per i miei ex compagni di classe, non sei stato un semplice professore, ma una grande quercia sotto la cui ombra riposare, un simbolo di protezione, una strada maestra da seguire ed ora sei come un grande fiume, da cui tutti noi abbiamo attinto un’acqua traboccante di sapienza eterna.

Ed a fondo certo so che anche tu mi hai voluta sinceramente bene e lo ha dimostrato il fatto che, anche dopo i 3 anni di scuola media, è rimasto un rapporto di amicizia vero e sincero tra noi e le nostre famiglie. Lo dimostrano gli occhi lucidi di orgoglio che avevi ogni qualvolta venivi a conoscenza di un mio successo e la pubblicità che facevi ad ogni mia attività perché in fondo sapevi che i miei risultati erano anche merito tuo.

Tassello dopo tassello hai contribuito ad arricchire le esistenze dei tuoi scolari, dai tuoi detti “burberi”: “Ma Sant’Iddio ragazzi, vi avevo chiesto di fare gli esercizi”, ai tuoi scherzi con il lancio del gessetto per richiamarci, al tuo profumo super chic che impegnava tutta la tua classe di u na scia di eleganza e signorilità.

Per te avevamo già pianto tempo fa, perché eri stato già male. Ricordo come ora la telefonata di un mio amico che mi comunicava dell’accaduto. Penso di aver pianto come quando si piange per un parente: ero inondata di dispiacere. E la notizia di ieri mi ha riportata a quel trauma, con la differenza che la volta precedente siamo venuti a tranquillizzarci a casa tua, adesso non possiamo far altro che sentirci vicini a modo nostro, anche perché la morte non riuscirà mai a privarci della tua presenza.

La scuola media V. Padula era un’oasi felice, in cui tutti gli allievi studiavano col piacere di apprendere e tu sei stato per 25 anni parte integrante di questo sistema idilliaco.

Con questo scritto desidero dunque renderti gratitudine, per avermi ascoltata, consigliata, indirizzata, come un buon amico; per le risate fatte insieme nei momenti curriculari e non.

Grazie per la tua pazienza, con noi e nell’affrontare i vari impegni e difficoltà e grazie, quindi per esserci stato d’esempio.

Sto scrivendo come se potessi leggermi e rispondermi, così a volte accadeva tramite social, ed invece mi rendo conto che, per il momento, devo proprio salutarti, certa di averti fatto capire l’importanza del tuo essere in vita.

Concludo quindi dicendo che ti sei guadagnato un posto nel mio cuore e lì rimarrai per sempre.

Arrivederci caro Prof, Ti voglio Bene.

La tua allieva di sempre Mariangela Bifano.

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