Lezioni di incoerenza politica

Nel comunicato intitolato “Cose fatte e obiettivi raggiunti in questi due anni a supporto dell’Amministrazione Capalbo”, lo schieramento politico locale di Articolo Uno esalta e millanta, a più riprese, la presunta e fantomatica realizzazione di svariati punti programmatici attribuibile al lavoro dell’attuale squadra di Governo. In realtà, come è facilmente verificabile dal prospetto in calce al nostro precedente comunicato, e basato ovviamente sui punti del programma del Sindaco Capalbo, risulta una discrepanza fra ciò che Articolo Uno ritiene sia stato fatto e ciò che invece è stato promesso, nero su bianco, ai cittadini (e che nella stragrande maggioranza non è stato invece affatto realizzato). Tale incongruenza alimenta, pertanto, il dubbio amletico se il riferimento al programma in fase di attuazione sia quello sottoscritto dal Sindaco Capalbo, o sia viceversa quello con cui l’esponente di spicco di Articolo Uno, il professor Mario Bonacci, si sia presentato nel lontano (ma poi neanche tanto) 2017 come antitetica alternativa a Capalbo. Inoltre, come i cittadini più attenti senz’altro ricorderanno, durante la scorsa campagna elettorale lo stesso prof. Bonacci andava ripetendo come un mantra, sui palchi del nostro comprensorio, che il programma presentato allora da Capalbo fosse quasi impossibile da realizzare, paragonandolo, tra l’altro, ad un libro dei sogni. Il paradossale percorso politico del prof. Bonacci lo ha poi condotto prima ad assumere le vesti, peraltro legittimate dall’ esito delle consultazioni, di Consigliere di Opposizione, salvo poi subire una clamorosa metamorfosi che ha prodotto un  risultato impronosticabile: vestire i panni prima di Consigliere collaborativo, poi di Consigliere di Maggioranza, ed oggi addirittura di (Vice?) Sindaco, con buona pace degli elettori di Articolo Uno, i cui ideali sono stati calpestati da manovre politiche di aggiustamento degli equilibri interni alla traballante Maggioranza. Ai referenti di Articolo Uno chiediamo dunque quale programma sia stato celebrato come in via di attuazione: quello del Sindaco Capalbo o piuttosto quello del Sindaco, lapsus freudiano, Vicesindaco Bonacci o, come appare agli occhi dei più, nessuno dei due dopo ben 4 anni di consiliatura? Purtroppo, però, l’incoerenza è un germe che si annida sempre più frequentemente fra i banchi dell’attuale Maggioranza. Oltre alle esternazioni opinabili di Articolo Uno, durante lo scorso Consiglio Comunale, abbiamo appreso dell’intenzione di Raffaele Morrone, risultato il Consigliere più votato, è bene rammentarlo, all’ esito delle consultazioni elettorali del 2017, di dimettersi dalla carica di capogruppo del PD. Proprio nel corso dello stesso Civico Consesso si è registrato un intervento  del medesimo Consigliere Morrone, il quale è stato costretto ad ammettere, incalzato dall’evidenza dei fatti, il modo in cui il territorio di San Giacomo, serbatoio di ampi consensi nei riguardi anche della sua persona, sia stato completamente abbandonato dell’Amministrazione Capalbo. Un autogol clamoroso e l’emblema stesso dell’ incongruenza, se solo si ripensa ai molteplici articoli scritti nel corso di questi anni in cui il medesimo Consigliere Morrone, altri suoi illustri colleghi Consiglieri della Maggioranza, persino membri della Giunta e finanche il Partito Democratico rivendicavano, con toni spesso aggressivi ed infastiditi, la bontà dell’operato dell’esecutivo guidato da Capalbo, nonché l’impegno con cui l’Amministrazione si stesse adoperando fattivamente senza trascurare ovviamente il comprensorio sangiacomese. Titoli come “ Contano i fatti “ ( 06/04/2019),  “La comunità di San Giacomo oggetto di attenzioni” (05/04/2019), “La verità su Foresta e San Giacomo” (03/04/ 2019) ed altri, lasciavano presagire promesse e premesse di interventi che, ad oggi, semplicemente non sono mai esistiti. Chiediamo quindi al Consigliere Morrone, ai suoi colleghi Consiglieri, ai membri della Giunta e finanche al Partito Democratico, che fine abbiano fatto quelle rassicurazioni, e sarebbe auspicabile che qualcheduno spiegasse il senso di quei vuoti slogan giornalistici di facciata. Chiudiamo infine con un’ ultima battuta inerente all’ordinanza numero 2271/2021 del 13/04/2021, con la quale il Sindaco Capalbo vieta, testualmente, tra le altre cose, “la pratica sportiva all’aperto, in forma aggregata o individuale, salvo che per necessità mediche debitamente certificate, purché in prossimità della propria abitazione, con obbligo di rispetto della distanza di almeno un metro, da ogni altra persona ed indossando dispositivi di protezione individuale “ fino al 26 aprile c.a. Ritenendo questo aspetto fortemente penalizzante oltreché  illogico, chiediamo al Sindaco Capalbo di esplicitare, con incontrovertibili dati scientifici alla mano, di quali parametri di correlazione tra attività sportiva esercitata in forma rigorosamente individuale, in regime di sicurezza, ed aumento del rischio di contagio da Covid-19 si sia avvalso per imporre tale ordine, ed in seconda battuta  di chiarire in maniera univoca cosa si intenda con l’ambigua espressione: “in prossimità della propria abitazione”. Tale decisione appare quantomeno discutibile, se pensiamo che addirittura il Governo, durante i vari periodi di lockdown, quando si è visto costretto ad istituire le varie zone rosse, non hai mai vietato l’attività sportiva all’aperto in forma individuale, così come del resto ciò non è stato imposto da nessun altro Sindaco in nessun Comune d’ Italia. Vorrà dire che ci diletteremo, in alternativa alla pratica sportiva, magari in altre attività, del tipo presiedere all’inaugurazione, o anche solo alla presentazione, di opere pubbliche quali, a mo’ d’esempio, un Palazzetto dello Sport, ovviamente avendo  cura di scegliere un parterre selezionato di ospiti, oppure comparire sui social dotati dei dispositivi di protezione individuale ma dimenticando altresì di osservare il distanziamento sociale di almeno un metro. Ad Acri, luogo prediletto in cui salgono in cattedra i professori d’ incoerenza politica, sembra valere tutto ed il contrario di tutto.

Innovatori della politica

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