Il mare, la storia e qualche leggenda fanno vivere di turismo Roseto Capo Spulico

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Matilde Serao definì il paese di Diamante, in provincia di Cosenza, “la perla del Tirreno”. Se dovessimo guardare al litorale opposto della Calabria, la definizione di “perla dell’Alto Jonio cosentino” dovrebbe spettare a Roseto Capo Spulico per il panorama marino, il centro storico, il castello federiciano, i numerosi insediamenti turistici su differenti terrazzi marini, le attività commerciali.
Il paese, poi, da oltre un quarto di secolo ha legato il suo nome ad un’ulteriore notizia storico-religiosa: in una torre del Castello a picco sul mare, secondo un’indagine storica basata sugli Archivi Zaristi, fu custodita da Federico II di Svevia la Sacra Sindone (da dove il nome di Torre della Sindone).
Il 31 luglio 1999, il giornalista Franco Maurella pubblicò sul Quotidiano di Calabria un articolo introducendo un’ipotesi suggestiva: “Nel Castello di Roseto è stato ritrovato un onfale con i segni dell’agnello, della croce e del giglio – RISOLTO IL MISTERO DEL SANTO GRAAL? Dovrebbe contenere la coppa che raccolse il sangue di Cristo”. Con l’articolo l’Autore produsse un breve ripasso della storia del castello destando curiosità ed interesse che finì, probabilmente, per incrementare la domanda turistica del Paese.
Ignoriamo il seguito, forse per nostri limiti o forse perché non si decise di far conoscere le verifiche.
Ciò che riferisce Franco Maurella è una notizia sensazionale che può dare adito a “sentimenti diversi: di assoluto scetticismo, di incredulità, di credibile possibilità, di fiera certezza”. Lo stesso, però, informa che “l’interpretazione dei lapicidi incisi sull’onfale è opera della principessa Yasmin von Hohenstaufen, plurilaureata e docente universitaria di Storia Medievale e Paleografia, esperta in Egittologia e con grande esperienza scientifica”.
L’onfale è stato rinvenuto “murato in una struttura portante della Torre della Sindone nel Castello di Roseto, alla presenza della giornalista tedesca Von Rock del ‘der Spiegel’ … oggi in mano ad una equipe di scienziati e storici, scozzesi e palestinesi, che a Beirut, stanno sottoponendo il reperto ad una serie di indagini sofisticatissime per accertare la composizione dei materiali e, quindi, la provenienza e l’età compatibili con quelle di Cristo”.
L’onfale in foto (ricavato, secondo me, da un masso di conglomerato a clastici arrotondati, probabilmente di natura calcarea, data la formazione geologica del circondario) sembra uno di quelle sfere-proiettili di catapulta, l’arma utilizzata nel medioevo per espugnare i castelli. Sarebbe, comunque, interessante conoscere le risultanze degli esperti (qualora fossero state portate a compimento) per impreziosire la lunga storia del ‘Castrum Petrae Roseti’, già legato alla figura dello “Stupor Mundi”, come fu definito Federico II, che lo costruì su un preesistente maniero normanno.
Roseto C. Spulico ha dovuto, certamente, rappresentare una tappa significativa e imprescindibile per i viaggiatori di terra e di mare da prima dell’età federiciana ai giorni nostri ed assumerà più importanza quando sarà completato il nuovo tracciato della SS 106 Jonica – Cat. B (nel cui territorio fervono i lavori di costruzione del 3° Megalotto) che, nel tempo, dovrebbe togliere dal suo isolamento autostradale tutto il Golfo di Sibari, Corigliano-Rossano e la provincia di Crotone.
Il paese, Bandiera Blu da diversi anni, vive di turismo da giugno a settembre inoltrato, riuscendo in questi mesi ad aumentare di oltre 15 volte (da 1.900 a 30.000) il numero degli abitanti stanziali!
Senz’altro, l’Amministrazione comunale, come è stata attenta a difendere la costa dalle mareggiate, sarà attenta anche a soddisfare la voglia di trekking proponendo itinerari mare-monti nell’entroterra o integrando di varianti locali il percorso regionale dei Cammini Basiliani. Quando gli amministratori perseguono politiche per la comunità, il territorio riluce ed accoglie.
Francesco Foggia

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