Giovan Battista Falcone suscita interesse e curiosità
Ci è pervenuta una lettera firmata ma l’estensore ci sembra non sia tra le nostre conoscenze.
Chiede, comunque, se, in epoca risorgimentale vi fosse stato in Acri qualche movimento significativo riconducibile a società o comitati segreti; se è certo che Giovan Battista Falcone sia stato ucciso o se sia caduto suicida; se i corpi dei trucidati a Sanza siano stati seppelliti nella chiesa di detto paese o meno.
Le risposte si trovano, ben documentate, citando le fonti, come si conviene. Cercheremo, comunque, di esaudire le curiosità del nostro lettore con la seguente nota sintetica.
Esistevano ad Acri uno o più comitati segreti. Uno era sorto a iniziativa del Falcone e di alcuni amici. Nel 1855 Gaetano Meringola, che si trovava nelle carceri di Acri, dice di carte segrete e oggetti settari che, però, non vengono rinvenuti.
Non sappiamo se al suddetto o ad altro appartenevano i giovani che scrissero una lettera anonima contro l’oratore sacro don Domenico Boscarelli, reo d’aver pronunciato parole ingiuriose nei confronti del Mazzini:
“le sagge osservazioni dei dotti sono gradite: quelle fatte da ignoranti sono odiose al pubblico: sono stomachevoli, e d’insipienti e versipelli pedanti”.
La causa che ne seguì vide vari imputati. Notizie più circostanziate e documentate si trovano nel mio saggio: Giovan Battista Falcone segretario della spedizione di Sapri, edito dalla Rubbettino.
Nello stesso saggio si trova la risposta agli altri interrogativi: secondo Angelo Quaranta, che si trovava insieme al Pisacane e al Falcone, i due suddetti si suicidarono: “Ero vicino a Pisacane (…) che si tirò un colpo di fucile, Falcone pure si uccise sparandosi un colpo nella testa”.
I corpi dei caduti a Sanza non furono seppelliti nella locale chiesa ma, per ordine del giudice Leoncavallo, furono bruciati: i “cadaveri de’ rivoltosi uccisi ieri all’attacco di Sanza, ed il bruciamento di essi”.
Tutto questo, ripeto, è minutamente documentato. Chi sostiene diversamente dovrebbe produrre documenti atti per sconfessarlo e provare il contrario.
Tra le linee guida essenziali del nostro percorso esistenziale c’è sempre stata la ricerca minuziosa di documenti e l’abitudine ad attingere a fonti di prima mano. Altro modo di procedere nella ricerca storica non riteniamo possibile.
Speriamo di aver dato le delucidazioni richieste.
Giuseppe Abbruzzo