Un doveroso tributo a Camillo Algieri

Abbiamo appreso della dipartita di Camillo Algieri e ne siamo rimasti profondamente turbati. Camillo è stato un autentico signore, uno dei primi ristoratori del nostro territorio e persona per bene e gioviale. Nel suo animo non albergavano né superbia né cattiveria ma il sorriso e una straordinaria umanità, che debordava e coinvolgeva l’interlocutore.

Abbiamo conosciuto Camillo circa una decina di anni fa: ne siamo diventati un punto di riferimento per esserci occupati di una sua problematica, in seguito alla quale era nato un rapporto empatico e immediato, che andava ben al di là di quello puramente professionale. I nostri incontri non erano meramente professionali ma ci riservavamo del tempo aggiuntivo nel quale ci raccontava della sua vita, dei successi professionali, della stima guadagnata, della soddisfazione per i figli, tutti, dell’amarezza per una perdita che, comprensibilmente, non era riuscito a sublimare. Era un omone dal cuore grande. Coraggioso, capace di affrontare la vita prendendola di petto, ma anche in grado di coglierne gli aspetti belli, gioviali, che la rendono amabile.

“Nella mia vita non ho avuto mai cattiveria – ci diceva -, la cattiveria non serve a nulla e ci rende infelici e cattivi”. Era così Camillo, amico di tutti. E quando una persona del genere scompare, ci lascia tutti più tristi e più soli. 

La sua umanità era contagiosa, il suo sorriso accattivante. Anche gli acciacchi degli ultimi anni li prendeva con filosofia e, a tratti, ci scherzava.

Addio Camillo, riposa in pace spaziando tra verdi pascoli non dissimili, in fondo, da quell’ambiente meraviglioso e ameno nel quale hai vissuto e operato per decenni. 

Ai familiari tutti le più sentite condoglianze.

Massimo Conocchia

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