Lettera aperta al sindaco sulla potabilità dell’acqua di Pompio
Porgo alla Sua attenzione una questione sicuramente marginale rispetto alle incombenze che il tempo propone ai rappresentanti istituzionali, ma essa ha la sua importanza per percepire fin dove l’Ente Locale sia disponibile a risolvere anche i minimi problemi degli amministrati.
Da oltre quattro mesi, in Acri, le due fontane di Pompìo sono state dichiarate “acque non potabili”. Il provvedimento, senz’altro è stato dettato per salvaguardare la salute pubblica, ed il cittadino l’accetterebbe (a malincuore) se l’avviso fosse stato datato, firmato, timbrato e contenesse gli estremi delle analisi chimico-batteriologiche di un accreditato Laboratorio Analisi.
Gli acresi e coloro che conoscono la città di Acri sanno che la Fontana di Pompìo è nel cuore della cittadinanza da generazioni per l’utilizzo delle sue acque e per essere al centro di aneddoti e fantasiose ricostruzioni storiche (Vincenzo Padula la cita a pag. 399 dell’opera “Calabria prima e dopo l’Unità, vol. II. Editori Laterza, Roma1977”; lo storico prof. Giuseppe Abbruzzo, rifacendosi al Padula, sostiene che il toponimo sarebbe la storpiatura di un rito pagano legato a Giove Pombio).
Non può pertanto risultare credibile, e quindi accettabile, quanto il Responsabile del Settore faceva scrivere tempo fa: << Si porta a conoscenza che, l’acqua erogata dalla “Fontana Pompio” non è potabile in quanto essa non è sottoposta ai controlli di legge delle reti idriche comunali, perché non è ad essa collegata, provenendo direttamente da una sorgente naturale. Inoltre, la stessa è stata oggetto, nel corso degli anni, di numerose manomissioni e danneggiamenti con atti di vandalismo. Pertanto si ritiene utile, intanto, provvedere in via cautelativa, alla chiusura della stessa, ammonendo che, chiunque sia colto a manomettere e/o vandalizzare la predetta fontana, sarà perseguito nei termini di legge. Il Responsabile del Settore >>.
Voglio informarLa che, da una mia ricerca professionale, in tutto il territorio di Acri risultano cartografati 18 aste torrentizie, 1.139 invasi idrici artificiali (di modeste dimensioni) per scopi agricoli, 72 pozzi e 514 sorgenti che non confluiscono nei 33 serbatoi idrici degli acquedotti comunali.
Se si segue la logica utilizzata per la Fontana Pompìo bisognerebbe proibire l’uso civile e domestico di ognuno di questi 586 punti di approvvigionamento idrico superficiale e profondo (514 + 72), dal momento che uno studio di E. Aloj Totaro& Altri (Qualità dell’acqua potabile … delle fonti presenti sul territorio del Comune di Acri, Cosenza. Atti del VII Cong. Soc. It. Eco. Napoli, 1996) ha classificato POTABILE solo la sorgente Savuco fra 8 sorgenti naturali (Via Roma, Pompio, Acquanova, Logna, Savuco, Berardelli, Schito, Gastia), e che, nel 1996, sono risultate non potabili anche le stesse acque dell’acquedotto comunale “Sila Greca” in tre punti di prelievo (serbatoio centrale, serbatoio Logna, fontanino pubblico La Pietra).
Senz’altro, da quell’anno gli amministratori di Acri avranno fatto di tutto per garantire acqua potabile alla rete comunale, ma le suddette sorgenti naturali, suppongo, siano rimaste a disposizione della popolazione nello stato in cui si trovavano all’epoca dello studio del Dip. di Ecologia dell’UNI.CAL. ed è stato un vero peccato se le sorgenti non sono state salvaguardate da possibili scarichi inquinanti abusivi.
Gli Amministratori di una qualsivoglia città dovrebbero contare, per la propria economia, anche sulle risorse locali. Per Acri assumono molto importanza la parte di territorio montano, denominata Sila Greca, e la profonda Valle del Mucone. Con la salvaguardia del paesaggio silano la comunità acrese potrà disporre di ingenti risorse idriche, utili a fronteggiare le domande di approvvigionamento sempre più incalzanti sia per uso domestico sia per i processi produttivi.
La salvaguardia ambientale dovrebbe essere l’obiettivo di ogni forza politica, ad Acri come altrove, per la salubrità ambientale, per l’economia familiare e anche per soddisfare la crescente domanda di territorio incontaminato degli appassionati di trekking: i Cammini Basiliani proposti da Carmine Lupia (e che la Sua Giunta ha contattato) dovrebbero incentivare il turismo in tutta la Calabria, da una costa all’altra, ma essi necessitano di cartelli lungo gli itinerari, indicanti i servizi e le ubicazioni e la qualità delle sorgenti.
La politica ambientalista, purtroppo, richiede un impegno costante, ma i risultati sono duraturi nel tempo.
Nell’attesa di apprezzare le sue azioni La invito a chiarire o a prendere i provvedimenti necessari per fornire agli acresi più legati alle tradizioni ciò che interessa al momento: la funzionalità e l’utilizzo delle due fontane di Pompio.
Distinti saluti,
geologo dott. Francesco Foggia.