La vera ricchezza del nostro popolo nel libro “Folklore di Calabria”, di Maria Luisa Minerva
Grazie all’interessante volume di Maria Luisa Minerva, dal titolo “Folklore di Calabria – Tradizioni e canti popolari acresi nella ricerca e negli studi di Antonio Julia”, recentemente pubblicato da EdizioniSolfanelli di Chieti, nella collana “Athenaeum”, ecco tornare alla luce le più antiche e autentiche tradizioni del popolo calabrese e di quello acrese in particolare.
Antonio Julia, del quale ancora mancava uno studio critico approfondito e dettagliato, oltre che un valido e raffinato poeta dalle intonazioni decadenti, è stato tra Ottocento e Novecento un convinto e appassionato ricercatore e divulgatore della cultura popolare della nostra regione, uno specialista di assoluto prestigio che ha collaborato con vere autorità nel campo degli studi folklorici.
Il libro “Folklore di Calabria” offre una vera e propria rassegna critica di saggi e di articoli – in tutto quarantasette, divisi in tre sezioni (“Poesia popolare”, “Usi e costumi”, “Tradizioni storico-classiche”) – che rende bene l’idea di quanto sia ricca e complessa la nostra cultura popolare e di quanto rigore, cura e competenza lo studioso acrese abbia profuso per tutto il corso della sua vita in questo contesto disciplinare.
Dai “Canti di gelosia” ai “Canti d’inverno”, da “I canti popolari in Acri” a “La partenza nei canti popolari calabresi”, dalle tradizioni natalizie a quelle pasquali, da “Le storie popolari acresi” agli “Usi e costumi in Calabria”, dal “Saggio di scherzi popolari sui nomi di persona” a “Garibaldi nella tradizione popolare”, insieme a tanto altro ancora, tutto concorre a dare l’idea di un attento e meticoloso recupero di materiale rarissimo e prezioso rivolto non solo agli esperti del settore, ma anche a chi non vuole dimenticare le proprie radici e ne desidera tramandare il valore.
L’accurato e brillante lavoro di Maria Luisa Minervanon contiene solo la produzione saggistica e giornalistica di Antonio Julia, ma anche 249 canti popolari, la maggior parte finora inediti, estratti dalla raccolta che impegnò in modo continuo lo studioso acrese per una decina d’anni – almeno dal 1886 al 1895 – e lo portò a trascriverne con straordinario impegno e grande passione più di mille.
A questo riguardo lo stesso Julia che “nutriva un grande amore per il popolo e per la sua mirabile e svariata poesia”, in un articolo dice di aver raccolto e annotato “i canti così come i nostri montanari li amano, e li cantano con quella melodia malinconica e quasi flebile, che ripetuta d’una in un’altra balza del monte, talvolta da un’eco lontana, più spesso da altre voci che sembrano indicare una corrispondenza, ha non so che di grave e solenne che penetra dolcemente nell’anima, e fa pensare”.
In “Folklore di Calabria”, insieme agli accurati riferimenti bibliografici, a un utilissimo “Glossario” e ad un confronto tra le varianti dei canti, non manca, naturalmente, una dettagliata e completa biografia di Antonio Julia, che, nato ad Acri nel 1868 e morto nella stessa cittadina silana nel 1942, era figlio di Vincenzo, letterato e poeta di grande prestigio.
Questo libro di Maria Luisa Minerva, con prefazione di Angelo Minerva, oltre a pregi di stile e di contenuto, è un vero e proprio tuffo nel passato, nella storia, nella cultura e nelle tradizioni della nostra gente, è un vero e proprio ritorno alle nostre più autentiche e spesso trascurate radici.
Il mio più sincero e appassionato auspicio nel complimentarmi con l’Autrice è che tutto questo possa costituire un forte stimolo e una solida base da cui partire per una reale e necessaria rinascita della nostra amata e bella Calabria.
Anna Maria Algieri