Un insolito caso di solidarietà al contrario
Era una fredda e umida serata di fine gennaio. L’umidità del Nord è terribile, ti penetra nelle ossa e ti scuote. I pochi metri dal parcheggio all’ingresso del supermercato li ho fatti di corsa per sfuggire al freddo tagliente. Adagiato su un cartone davanti all’ingresso, un anziano signore di colore era fermo, stranamente sereno. Accennò un mezzo sorriso cui risposi con un cenno di saluto. “Ti serve qualcosa?” – chiesi – “No grazie, se vuoi, dopo ti aiuto a scaricare il carrello”.
All’uscita mi venne incontro e prese il carrello. Gli dissi che non occorreva che lo portasse; terminato di scaricare glielo avrei comunque consegnato perché potesse prendere la moneta. L’uomo insistette. Mi aiutò a scaricare. Alla fine gli offrii 5 euro, che rifiutò. Prese il carrello e si congedò. All’atto di entrare in macchina, mi venne in mente di avere dimenticato le uova. Rientrato, uscii dopo 10 minuti. La scena che mi si propose davanti aveva del terrificante, anche se non insolita da queste parti. L’uomo di colore si apprestò a prendere il carrello pieno di un anziano signore per aiutarlo. L’uomo, visibilmente irritato, si reimpossessò del carrello strattonando colui che si era semplicemente offerto di dargli una mano. Ne seguì una reprimenda disgustosa: non pago di averlo strattonato, l’uomo si rivolse al suo interlocutore con una violenza verbale inaudita. “Tornatevene a casa vostra. Abbiamo già i nostri problemi e non c’è posto per voi. Tentate di rubare il pane a chi qui è nato e ha più diritto di voi”. L’uomo di colore, visibilmente umiliato, chiese scusa e ritornò a sedere. Avrei voluto intervenire nella discussione ma sapevo che non sarebbe servito a fare cambiare idea al signore. Dopo pochi secondi, prima di immettermi in auto, sentii un fortissimo rumore. Il signore, autore della terribile reprimenda, era a terra, scivolato e col carrello rovesciato, probabilmente in seguito al tentativo di aggrapparvisi. Mentre mi accingevo a tornare indietro, fui preceduto dall’uomo di colore, che si era precipitato per aiutare il malcapitato, che, anziché ringraziare, rifiutò di porgere la mano, stizzito. A quel punto mi bloccai. L’uomo di colore riporse nuovamente la mano, che non venne più rifiutata. Rimesso in piedi, venne aiutato a scaricare il carrello e a rimettersi in macchina. Mentre stava per metter in moto, l’uomo di colore gli fece cenno di fermarsi: aveva riposto il carrello e gli stava restituendo l’euro, che l’uomo sdegnosamente rifiutò. Lo osservai, mentre ritornava indietro, fermarsi all’ingresso del supermercato, dove era presente un grosso salvadanaio della Croce Rossa: vi ripose l’euro che non riteneva di dovere accettare.
Ho riflettuto non poco prima di decidere di pubblicare questa storia, in fondo non dissimile da tante altre, se non per il particolare atteggiamento di risposta da parte di chi era stato umiliato. C’era il timore che qualche tuttologo benpensante (ce n’è qualcuno anche dalle nostre parti!) avrebbe ritenuto di dovere intervenire con le sue censure e le sue “preziosissime” riflessioni. Alla fine abbiamo deciso di correre il rischio, con buona pace di tuttologi e fini pensatori.
Chi è stato strattonato, umiliato e offeso, ha impartito, non solo al burbero e ottuso suo interlocutore ma a tutti noi una lezione, che sarebbe bene custodire tra i nostri ricordi, non fosse altro che per aiutarci a comprendere e ricordare che anche noi siamo stati emigranti e malvisti non solo all’estero ma anche, a volte, a casa nostra. La nobiltà dell’uomo di colore e la sua grande lezione di umanità è penetrata nelle mie ossa assai più del freddo di quella gelida sera nei giorni della merla.
Massimo Conocchia
Caro Massimo, il tuo resoconto dell’accaduto è così emblematico del clima e del regime logico diffuso dalla Destra in vent’anni di regime del Cavaliere, per l’incapacità della Sinistra, che varrebbe la pena di farlo leggere, come ‘documento di intenti’, alla Direzione di Letta; potrebbe servire a modificare un poco, forse, il regime logico-gnoseologico mal funzionante di tanti falsi Soloni. che ci ‘sgovernano’. Ti saluto, Vincenzo Rizzuto
Egregio Professore, ciò che dice è giustissimo. In effetti, il tema dell’integrazione dovrebbe essere uno degli elementi identitari di questa cosiddetta sinistra, che di sinistra non ha più nulla. Anch’io spero in letta, temo però che era anziane rimaste lì dentro siano una spina nel fianco non indifferente. Un caro saluto e un abbraccio.
Mi scusi dettando è scappato un refuso. Volevo scrivere: temo, però, che i renziani Rimasti lì dentro siano una spina nel fianco non indifferente…