La scienza è un affare per donne (e ragazze)

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L’11 febbraio scorso si è celebrata in tutto il mondo la Giornata Internazionale per le Donne e le Ragazze nella Scienza. La sesta edizione dalla prima promossa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2015. Tanti passi sono stati fatti ma la scienza, in molti campi, è ancora oggi un campo per gli uomini.  I dati ci dicono che, nel mondo, le donne ricercatrici sono ancora meno del 30%. Questo perché fin da piccole le ragazze non sono incoraggiate a intraprendere studi che riguardano i campi della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica (si chiamano campi STEM).  Eppure sono tantissimi gli esempi di donne che hanno dato e danno un contributo quotidiano e  importante alla scienza. Sulla rivista Tuttoscuola sono indicati alcuni esempi che potrebbero accrescere il desiderio delle ragazze di fare scienza: Ada Lovelace una matematica inglese dell’800 che è considerata la madre dei computer, la prima programmatrice al mondo; Grace Hopper nella prima metà del 900 negli USA è stata una pioniera della programmazione informatica; Samantha Cristoforetti ha il record femminile ed europeo di permanenza nello spazio; Margaret Hamilton Informatica, ingegnere e imprenditrice statunitense ha accompagnato lo sbarco dell’uomo sulla Luna e ha sviluppò il software di bordo per il programma Apollo; l’astrofisica Margherita Hack ha costruito una vera amicizia con le stelle: la fisica-chimica Marie Curie, due  volte premio Nobel, ha scoperto il radio e il polonio; Rita Levi Montalcini scienziata, ha vinto Nobel per la medicina ed è stata senatrice a vita.

Ancora oggi solo il 16,5% delle giovani si laurea in facoltà scientifiche, contro il 37% dei maschi, solo il 22% delle ragazze si diploma in istituti tecnici, a fronte del 42% di ragazzi. Si tratta di un gap che nasce nella scuola e prosegue poi nel mondo del lavoro. Nelle Università nelle aree scientifiche solo un professore ordinario su cinque è una donna e, tra i rettori, solo il 7% sono donne. In Italia, secondo una recente indagine di Save the Children, quello che è detto gender gap continua a penalizzare le bambine e le ragazze fin dalla prima infanzia. Benché in giovane età le capacità scientifiche e matematiche siano maggiori nelle bambine che nei bambini, persiste un divario che si allarga sempre più man mano che si procede con l’età  ed è dimostrato come anche nella ricerca e nella scienza le donne debbano affrontare difficoltà e discriminazioni. Le ragazze sono spesso scoraggiate, proprio nella scuola, dall’intraprendere studi scientifici per una loro presunta minore attitudine alla scienza, in realtà un assunto frutto solo di stereotipi e pregiudizi. Gli stereotipi agiscono a più livelli e originano da vari ambienti culturali, dalla famiglia, dai media e dalla scuola.

Sono necessari cambiamenti culturali per contrastare questo fenomeno. Nelle famiglie bisogna incoraggiare le ragazze a credere nelle loro ambizioni scientifiche. A scuola bisogna porre attenzione ai messaggi che vengono veicolati attraverso i testi scolastici per la scuola primaria per sfatare l’immagine – ancora dominante – della studentessa in difficoltà con le discipline scientifiche e lo stereotipo di una mamma a casa e di un papà al lavoro. Bisogna poi fornire agli insegnanti strumenti formativi perché prendano coscienza dei messaggi impliciti e sbagliati che possono essere comunicati alle studentesse sulle loro minori attitudini o capacità per  eccellere nelle materie scientifiche.

Sandra Savaglio, l’astrofisica rientrata in Italia, oggi Assessora all’istruzione e alla ricerca scientifica della Regione Calabria, nel 2017 dava 10 consigli alle ragazze per amare la scienza, in particolare si rivolgeva alle ragazze del sud, dove tante amano la scienza e la tecnologia ma spesso non hanno i giusti incoraggiamenti dai contesti, dalle famiglie e dalla scuola.

1. Siate voi a decidere. Non lasciatevi condizionare dall’idea che la scienza sia un terreno di gioco precluso alle donne. Se lo desiderate, rimboccatevi le maniche e intraprendete questa strada. Considerando, tra l’altro, che le lauree in discipline scientifiche sono quelle che offrono maggiori sbocchi professionali.

2. Siate tenaci

3. Abbiate fiducia in voi stesse e credete nei vostri mezzi

4. Non temete di sbagliare

5. Per fare ricerca ci vuole tenacia, disciplina, capacità di accettare gli errori e di rialzarsi per andare avanti. Sbagliando si impara. E si cresce.

6. Imparate a osare

7. Nella scienza si fanno salti nel vuoto, intraprendendo percorsi ancora poco battuti, facendo scelte considerate audaci. Siate coraggiose, sappiate osare e sognare.

8. Seguite i vostri sogni

9. L’unico modo per avere successo è seguire i propri sogni, con impegno e determinazione.

10. Alle ragazze del Sud. “Non vi dico né di lasciare la vostra terra né di rimanerci, vi dico soltanto di puntare in alto, di non farvi frenare dagli stereotipi e dai pregiudizi: non siete inferiori a nessuno, non siete studenti di serie B”.

Da parte mia, un consiglio alle famiglie e uno alle scuole. Per le famiglie: regalate alle vostre figlie libri sulla bellezza della scienza, sono molti quelli in commercio, anche per le bimbe più piccole (nelle foto alcuni esempi). Per le scuole (di ogni grado) e le insegnanti: coltivate talenti tra le ragazze, sono pronte, aspettano solo esempi e buone guide.

Assunta Viteritti

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