Un cuore troppo grande per reggerne il peso
Nessuno dovrebbe morire con la neve. L’amenità del paesaggio fa a pugni con l’idea della fine. E’ una crudeltà.
La notizia della morte di persone come Paolo Siciliano avviene sovente in punta di piedi, in sintonia con la signorilità con cui hanno condotto la loro esistenza.
Invece stavolta, in un sabato sera di metà gennaio sferzato dalla gelida tramontana, è piombata sulla comunità acrese come una deflagrazione.
Paolo, per come l’ho conosciuto io, è sempre stato un ossimoro, così come se n’è andato. In lui convivevano, in un eterno contrasto, gli estremi.
Aveva un carattere fumantino, che mentiva sulla sua straordinaria generosità. Anche la sua proverbiale irascibilità diventava inspiegabile una volta passata la buriana.
Ha vissuto gran parte della sua vita in una farmacia, luogo frequentato da chi evidentemente soffre o comunque vive accanto alla sofferenza. Eppure nella farmacia Siciliano tutto albergava tranne che la mestizia. Così, anche la sconfitta dell’Inter poteva essere un’occasione per far festa. Lui, nerazzurro fino al midollo, non vedeva da tempo una partita dell’Inter.
Aveva in dote un cuore grande, ma debole. Ha vissuto la sua esistenza per rendere la sua assenza insostenibile. Ed è tipico dei grandi uomini.
Non c’è un acrese che non abbia oggi un aneddoto da raccontare su Paolo. Se ne va un pezzo dell’Acri migliore.
Eravamo “compari”, ma non ho mai saputo il perché, certi rapporti li costruisci giorno per giorno e li alimenti con il rispetto reciproco. Non serve la predica di un prete a sancirli. Non molto tempo fa mi inviò un messaggio (che pubblico sotto), che conservo come una mostrina da appuntare sulla mia uniforme da giornalista.
La grandezza di certi uomini va anche oltre il dolore di averli persi. Diventano un poster da appendere nella stanza. Sono fiero di aver incrociato la tua esistenza.
Buon viaggio, amico mio.
Piero Cirino
Piero mi associo alle tue parole perchè lo hai descritto in modo perfetto…una persona come poche ma per davvero e non per la circostanza…mi mancherà il suo “Salùtami u poeta” che diceva a mia moglie ogni volta che andava in farmacia…ciao Paolo Siciliano riposa tra gli angeli del paradiso e prega per tutti noi…