Lettera aperta al sindaco di Acri, Pino Capalbo

Signor Sindaco,
La manifestazione farsa di ieri, quella dell’ennesima “inaugurazione” di una incompiuta, richiama la mia coscienza al dovere civico, a quel dovere cui Lei, accecato dalla ormai spasmodica ricerca di costante protagonismo, ha inteso abdicare, così rinunciando al Suo primario ruolo istituzionale di garante della Legalità e di massima Autorità Sanitaria e di Pubblica Sicurezza sul territorio.
A me poco importa cosa abbiano scritto sulle rispettive “autocertificazioni” gli elemosinanti elettorali e i loro codazzi accorsi da altri Comuni che, pur di non mancare alla passerella da Lei irresponsabilmente e speculativamente promossa, hanno inteso infrangere, al pari Suo, le rigide regole sulle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria in atto. A me interessa, invece, mettere a fuoco la Sua stoltezza politica ed istituzionale, che si annida nel raggiro perpetrato ai danni dei cittadini di cui Lei, immeritatamente, ne è, ahimè, il “primo”.

E mi spiego: consapevole del divieto di tenere manifestazioni e cerimonie pubbliche, ma soprattutto consapevole che il Palasport non è ancora ultimato e che, probabilmente, lo sarà tra non meno di un anno, Lei ha partorito questa messinscena elettorale come “presentazione” dell’opera, salvo poi, così smentendo se stesso ed esponendosi alle inesorabili critiche che galoppano sul web, celebrare, nel bel mezzo delle inedite festività natalizie, il pomposo quanto deprecabile rito del “taglio del nastro”, che è inequivocabilmente l’atto formale con cui un’opera pubblica viene materialmente “consegnata” alla Città che, da quel momento, ne potrà fruire.

Così, mentre gli italiani, dopo avere trascorso la Pasqua tra le mura domestiche, sono stati privati di “vivere” il Natale, Lei, primo cittadino di una importante comunità, ha inteso dare il via alla dannosa stagione delle inaugurazioni e delle passerelle elettorali che, sebbene “mascherate”, sono vietate dalle restrizioni applicate dal Governo.  
La documentazione fotografica che ha accompagnato il resoconto di questa Sua ennesima prodezza ci offre un quadro inquietante. Perché è inquietante vedere in bella mostra quei pericolosi assembramenti di persone venute da più parti della Regione (ma non era vietato?) con i quali si è inteso sfidare quel nemico invisibile che sta costringendo tutti i cittadini disciplinati e perbene a rimanere rintanati in casa e i più sfortunati, quelli colpiti dal virus e i loro familiari, al calvario della sofferenza.    
Lei, Signor Sindaco, che si è rivelata persona politicamente e istituzionalmente scorretta e irresponsabile, con questa prova di forza ha minato di credibilità il Suo stesso ruolo. Perché d’ora in avanti non avrà più il potere etico di imporre il rispetto delle regole a quei tanti giovani che, prendendo esempio dal Suo comportamento, si sentiranno legittimati a formare assembramenti (non elettorali!).      
La palese violazione, da parte Sua, delle norme che il Governo nazionale si sta sforzando di far rispettare impone a me, consigliere comunale, di sottoporre l’accaduto alle Autorità sovracomunali preposte, Prefetto e Ministro della Salute innanzitutto, oltre che a quella giudiziaria per gli eventuali profili penali in essa ravvisabili, e a Lei, Sindaco in perenne campagna elettorale, di rassegnare le dimissioni.
Maurizio Feraudo – Consigliere comunale

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