Cara Befana…

Cara Befana, dopo mezzo secolo riprendo a scriverti. Come sai, dalle nostre parti, Babbo Natale, deragliava spesso con la slitta, per cui, da Roma in giù, toccava a te far felici i figli dei terroni, i quali si accontentavano di poco, giusto il minimo che può essere contenuto in una calza. Niente giochi elettronici, niente grosse richieste. Un pensiero, che serviva ad animarci e farci gioire nell’attesa di qualcuno che comunque avesse un’attenzione per noi. D’altra parte, i “cattivi” venivano ripagati con cenere e carbone in quel filato.

Vedi, cara Befana, non è per l’incipiente aterosclerosi che ho ripreso a scriverti ma per la speranza che, almeno tu, possa esaudire alcune piccole richieste. D’altra parte, non saprei più a chi rivolgermi. Quest’anno vorrei che portassi un po’ di cose che la presente umanità sembra avere definitivamente smarrito. E se anche la mia calza risulterà vuota o piena di carbone, non importa.

Vengo, quindi, brevemente, a dispiegare le mie richieste per il 2021:

  • Vorrei ritrovare nella gente un minimo di coerenza e nei politici, presenti e passati, un minimo di coraggio nel riconoscere le colpe tremende e gli errori, che hanno permesso a questo Paese – e particolarmente alle nostre realtà – di essere ciò che oggi appaiono.
  • Vorrei che chi ha gestito il potere nelle ultime decadi ritrovasse uno scatto di orgoglio che lo portasse a dire: “scusate per la mia incapacità, per la mia boria, per la mia ostinazione a perseguire progetti e disegni lontani anni luce dai vostri bisogni”.
  • Vorrei che chi, fra i signori suddetti, ha ancora il coraggio di lanciare la pietra e poi nascondere il braccio, trovasse la determinazione di scendere a un dibattito e un contraddittorio, non fosse altro che per dovere nei confronti di chi ha, in passato, dato loro fiducia.
  • Vorrei che chi avesse da controbattere lo facesse sui contenuti, rifuggendo da sistemi infantili e poco eroici.
  • Vorrei che chi gestisce, a tutti i livelli, l’informazione lo facesse nella maniera più corretta possibile. Ci piacerebbe che si distinguesse tra chi si espone e chi declina, tra chi invita al dialogo e chi da questo rifugge. Sarebbe preferibile che, su materie di interesse pubblico, si parlasse sempre con documenti, portando dati oggettivi a supporto delle proprie affermazioni. Mi piacerebbe, inoltre,  che, se i fatti e le dinamiche non dovessero risultare chiari, si palesassero i dubbi davanti all’interlocutore, piuttosto che dichiararsi confusi dopo.
  • Sarebbe bello, infine, ma riteniamo che su questo nemmeno tu possa fare molto, se si recuperasse una dimensione pubblica dell’informazione, che abbia come obiettivo i fatti e che, solo su questi, si gestissero commenti e opinioni.

Insomma, Cara Befana, cerca tu, se puoi, di mettere un po’ d’ordine in questa nostro mondo, che si trova oggi, da una parte a pagare per colpe non sue e, dall’altra, a non trovare più la strada maestra che – a rischio di risultare retorici – non può che essere quella del recupero dell’etica e della morale, nel privato come nel pubblico. Altra strada, purtroppo, non c’è e di scorciatoie non è dato sapere.

Massimo Conocchia

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