Alfonso Montalto, il sarto delle dive
“Storie illustri” è una rubrica senza una cadenza periodica, proprio perché ci piace scavare alla ricerca dei concittadini che, grazie alle loro capacità, hanno dato e danno lustro alla comunità acrese.
Oggi ripercorriamo la storia di Alfonso Montalto, il,”Sarto delle dive” nel fulgido periodo romano della dolce vita. scomparso, all’età di 82 anni, nel novembre 2013.
Negli ultimi anni si era ritirato nella sua Acri, circondato dall’affetto di parenti e amici, pronti a far propri i continui aneddoti su un pezzo di storia italica, e non solo. Alfonso Montalto è nato ad Acri, nel 1931, e fin da bambino ha dimostrato attenzione e passione per le botteghe dei sarti, frequentandole e incominciando un percorso che lo condurrà molto lontano. Ogni pretesto era buono per apprendere trucchi e tecniche che gli torneranno utili in seguito.
Terminato il servizio di leva, quasi ventenne si trasferisce a Roma. Siamo negli anni cinquanta e gli inizi per Montalto sono durissimi. Roma è per lui una città estranea, quasi ostile, non conosce nessuno e ha difficoltà inenarrabili per sbarcare il lunario.
Fino a quando non stringe amicizia con un coetaneo, una ragazzo semplice che entra subito in sintonia con lui. Vive a casa sua e i due hanno rapporto fraterno, che si consoliderà ulteriormente nel corso degli anni.
Da questo momento Montalto inizia a frequentare gli ambienti della moda, che ben presto apprezzeranno il suo indiscusso talento.
Dopo un lungo tirocinio, il primo salto di qualità: nel 1964, entra nel laboratorio di Maria Antonelli, la “mamma delle sarte”.
La Antonelli gli regala un quadro di valore, dopo avergli chiesto di insegnarle i punti molli, che Montalto aveva appreso dai sarti acresi.
L’anno dopo entra nell’équipe delle sorelle Fontana; dal 1967 al 1981 vestirà le presentatrici della Rai.
Tra gli altri, nel corso degli anni, indosseranno le sue creazioni Gina Lollobrigida, Elsa Martinelli, Barbara Bouchet e Sandra Milo, per citarne qualcuna. Tra i suoi “clienti” c’è anche la regina d’Inghilterra Elisabetta II, per la quale cucì un tailleur.
Gli anni sessanta coincidono inoltre con il suo periodo parigino. Oltralpe la sua arte viene contesa dalle maisons più prestigiose.
Lavora, tra gli altri, come Premier Main Qualifiée, per Yves Saint Laurent, e come Apieceur Tailleur, per Pierre Cardin. A Roma è modellista, nella sartoria Tiziani, per Karl Lagerfield.
All’apice del suo successo vive in Via Quattro Fontane, al Palazzo Barberini, e ha alle sue dipendenze otto sarti. E’ lui ad aprire molte delle sfilate a Trinità dei Monti di stilisti come Valentino, Krizia e Pierre Cardin.
La sua vita privata è in sintonia con uno dei topoi degli stilisti affermati: ama molte donne e molte lo amano. Da una storia con un’attrice francese nasce anche un figlio, ma di tutto potevi parlargli tranne che di questa vicenda, per la quale manifestava una impenetrabile cortina di mistero.
E’ stato un viveur, ma con una punta di malinconia sul finire: ai nipoti raccomandava di sposarsi e di avere una stabilità familiare. Questo è stato un suo cruccio, forse l’unico, in mezzo a una vita fatta di grandi soddisfazioni professionali e di moltissimi istanti di pura felicità.
Piero Cirino
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