Un Natale diverso, forse un’occasione…

La situazione emergenziale che stiamo vivendo da circa 10 mesi impone prudenza e, quindi, sacrifici e restrizioni anche in un periodo particolarmente gioioso con il Natale, nel quale la condivisione, le serate in compagnia sono sempre state elementi apparentemente essenziali. Eppure, questo Natale potrebbe diventare un’occasione per recuperare il vero spirito di questa festa, recentemente appannato da un imput consumistico, che ci ha fatto spesso dimenticare che, in fondo, si celebra chi è nato in povertà e dai poveri omaggiato. L’aspetto di solidarietà, di ricordarsi chi è rimasto indietro, di chi soffre, ha perso via via forza per lasciare spazio a una corsa sfrenata alle spese e a un edonismo stucchevole e ostentato che cozza con lo spirito del Natale. La nostra generazione – e assai più quelle precedenti – ricorda il Natale parco e gioioso in cui era predominante la solidarietà. In tempi recenti ha prevalso una sfrenata corsa ai consumi che ha stravolto e snaturato lo spirito del Natale. Un classico intramontabile di questo periodo è il “Canto di Natale” di Dickens, che ci sentiamo di consigliare a chiunque per il messaggio che intende lanciare: Natale è, anzitutto, festa della solidarietà e dell’amore per il prossimo. In questo senso può divenire un’occasione l’attuale contesto. Piuttosto che recriminare per le limitazioni imposte, bisognerebbe recuperare quel senso di solidarietà e di unione che eravamo riusciti a ritrovare nel primo lockdown, quando ci sembrava predominante l’interesse generale, la tutela della salute, la preoccupazione per i più deboli. Oggi quel sentimento si è affievolito sotto la spinta e la voglia di un ritorno a una normalità impossibile allo stato. Ci preoccupiamo di aggirare divieti piuttosto che di tutelare la salute delle persone che andremo a trovare. La pandemia, i morti, le bare trasportate dai camion dell’esercito sono divenute un ricordo quasi da rimuovere piuttosto che un monito ad evitare errori e superficialità. Nello scorso w.e. abbiamo assistito a immagini indecorose di gente ammassata per le strade, pronta ad affollare negozi e invadere stazioni e aeroporti per aggirare i nuovi decreti, questi ultimi, per la verità, tardivi, incerti e spesso confusionari. Un solo imperativo avrebbe dovuto guidarci: prudenza, per tutelare noi stessi e i nostri cari. Stiamo vivendo una situazione che dovrebbe darci maggiore contezza di quanto siamo precari come specie, di come la vicenda umana, che a ciascuno di noi sembra così importante, in realtà “è più lieve della traccia che una lepre fuggitiva lascia sulla neve”. Quanto poco basta per cancellare quella traccia!Valorizziamola e non sprechiamo la nostra  esistenzaperché è l’unico tesoro di cui disponiamo. 

“Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni e da un sonno è racchiusa la nostra piccola vita” (W. Shakespeare “La Tempesta”   Atto IV).

Massimo Conocchia

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