Francesco Curto. Bibliografia ragionata 1968-2018

Il sodalizio tra un poeta-narratore, e un poeta-critico letterario. Un incontro così può dare buoni frutti, com’ è questa bibliografia che è molto di più: una biografia per immagini, una raccolta di recerti bibliografici, le copertine dei libri, foto di famiglia con i genitori abbracciati e orgogliosi del figlio, ritratti dell’autore, fra cui quello  espressivo e bello di Serena Cavallini, insomma un archivio della memoria, un libro mastro, un taccuino di lavoro. Curto, 1949, è di Acri, in Calabria, ma “umbrizzato” dalla testa ai piedi; il curatore, 1972, che ha già nel 2019 raccolto tutte le poesie di Curto, è perugino doc con origini siculo-napoletane. Una sintonia la loro che si basa, a mio parere, soprattutto sulla generosità del più giovane, un letterato a tutto tondo che, avuto a maestro e amico il grande Franco Mancini, ha commentato e parafrasato una fondamentale edizione delle Laude iacoponiche, ma non disdegna l’attualità. Il libro – dov’è  anche  una fotografia dell’indimenticabile poeta Giuseppe Pino Marade – è una sorta di  centone antologico da cui esce la descrizione-raffigurazione di un eccellente poeta moderno, non solo  puramente lirico ma engagé, non immemore di un passato barricadiero con il nome di Ivan, e qui c’è la sua foto alla “Che” con baffoni e folta capigliatura. Non a caso scrive: «Io lancio parole / e non nascondo / la mano.» 

Luigi M. Reale

Fonte: Perugia today el 25. XI. 2020

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