Onestà intellettuale: imperativo categorico non trattabile
Abbiamo letto, divertiti, il comunicato di un fantomatico comitato per la difesa dei beni comuni di Acri, in ordine al quale ci permettiamo poche, ma essenziali considerazioni e qualche interrogativo. Anzitutto, un doveroso ringraziamento a questi misteriosi signori che, da una comoda posizione, ci vengono a impartire lezioni sul valore della cultura, non disgiunte da qualche offesa gratuita verso i sottoscritti, che restituiamo al mittente.
In primis, un minimo di chiarezza: nessuno ha messo in dubbio il valore della cultura. Acri, da questo punto di vista è sempre stata una fucina, che ha sfornato in varie epoche intellettuali di rilievo nazionale e personaggi non comuni nelle varie arti e professioni. Ergo, anche prima della nascita di questo misterioso comitato, la nostra cittadina godeva di buona nomea. Ancora oggi, è fortissimo l’eco di personaggi come Niccolò Clancioffo, che in nome della difesa delle propria libertà e delle proprie idee venne segato vivo per i lombi, per non parlare di altre figure di spessore, da Padula, a Julia, a Filippo Greco e tanti, tanti altri il cui valore e la cui storia siamo sicuri non hanno segreti per i nostri strenui paladini della cultura. Questi signori, sic, sarebbero costretti a lottare contro “oscurantisti” come i sottoscritti, che si permettono il lusso e l’ardire di sottolineare un’ovvietà: in tempi di emergenza, fermo restando il valore della cultura, se la casa sta bruciando, bisogna chiamare i pompieri. Una volta messa in salvo, penseremo a tutto il resto. In altri termini, quando piove, bisogna aprire l’ombrello piuttosto che disquisire se si tratti di pioggia o grandine. L’ombrello, nel caso di specie, è rappresentato da tutti i presidi che si possono mettere in campo per garantire sicurezza a protezione dei cittadini. Di fronte alle problematiche di natura economica messe in rilievo dal primo cittadino, ci siamo limitati ad eccepire che, OVVIAMENTE, in questa fase emergenziale spendere decine di migliaia di euro per quattro busti, mentre non si riescono a garantire le misure essenziali di profilassi in fase di pandemia, ci sembrava un non senso. A questa nostra ovvia considerazione è seguito l’attacco del fantomatico comitato, di cui ci piacerebbe, in nome di quella cultura di cui questi signori si riempiono la bocca, che si facessero i nomi, non fosse altro che per fugare un dubbio che sta serpeggiando tra i cittadini di Acri, specie sui social, che a stilare la filippica siano stati i destinatari di quel cospicuo, quanto inopportuno in questa fase, finanziamento.
Inoltre, dove si trovavano i componenti di questo comitato, che solo oggi si erge a difesa della “Cultura”, quando l’amministrazione comunale consentiva l’utilizzo di Sala delle Colonne di palazzo Sanseverino-Falcone come deposito e magazzino per i mastelli della spazzatura?
Concludiamo dando a questi signori l’occasione per dimostrare la loro buona fede: facciano i nomi e smentiscano le voci di conflitto di interesse in questa vicenda, che, se non fosse tragica, sarebbe di uno squallore disarmante. “A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca” (Giulio Andreotti).
Gruppo Consiliare Acri in Comune
Luigi Caiaro-Giuseppe Intrieri