Dpcm 3 novembre 2020: salute, casa, cucina, bocconotti, commercio.
Finito il primo weekend dall’entrata in vigore del DPCM del 3 novembre 2020, dobbiamo prepararci ad osservarlo con convinta condivisione per tutta la sua validità, visto l’intasamento attuale degli ospedali provinciali (e quello delle altre regioni) per far fronte alla pandemia da covid-19.
Dobbiamo convenire che il virus, nonostante abbia provocato decine di migliaia di decessi, in autunno ha ripreso con molta più aggressività, soprattutto, per la voluta insensatezza e sciatteria di alcuni personaggi politici che, finora, ne negavano l’esistenza nelle piazze e sui social per opportunismo elettorale.
L’istituzione della zona rossa (Calabria ed altre regioni) limiterà la nostra mobilità e costringerà ognuno ad impegnarsi nel telelavoro (se è possibile) e nelle occupazioni casalinghe.
Stando a casa, molti riprenderanno (sic!) i chili di peso che avevano perduto con determinazione e “sofferenze” durante l’estate. Sarà, infatti, difficile non riappropriarsi di certi sapori per tutto questo tempo! Ricette e foto di impensabili manicaretti riempiranno i social (le donne calabresi in cucina, anche senza troppa disponibilità, sono fra le prime nel mondo, se poi sono obbligate a starci … saranno competitive con loro stesse!).
Nell’attesa che le signore diano “fuoco alle polveri” e suggeriscano nuove pietanze, timballi e prelibatezze varie mi permetto di invitarle a non disdegnare la preparazione dei “piatti in via di estinzione”, ma di fare rivivere le nostre tipicità culinarie, anche quelle che, per nostra dimenticanza, starebbero per diventare tipiche di altri paesi! Infatti, in giro si vede una pretesa commerciale di considerare patria dei bocconotti i paesi che li distribuiscono nel cosentino, senza menzionare Acri, che ne fa un’eccellenza dolciaria senza purtroppo commercializzarli al di là del territorio comunale. Penso che si debba fare di tutto per perorare la nostra presenza, rispettare la nostra memoria storica ed investire commercialmente sulle nostre tradizioni nella Regione.
Queste in foto sono le forme di lamiera che sono servite a produrre bocconotti in Acri da tempo immemore e che ancora vengono utilizzate dalle esperte mani della signora Angelina nel suo forno di Duglia.
Osserviamole bene queste “formelle”! Esse sono grigiastre, antiche, quasi sgraziate e senza alcuna simmetria, consumate ma lucenti di strutto e con briciole di pasta sfoglia ancora attaccate. Anche ad esaminarne a centinaia si presentano una diversa dall’altra, perché fatte dall’artigiano una per una, senza stampo; perché hanno tutto una manualità, fantasia, funzionalità, tradizione, durata. Esse, da oltre cento anni, hanno vissute tutte le storie degli abitanti di Acri, tante liete (battesimi, cresime, sposalizi, onomastici, compleanni, fidanzamenti) ma altrettanto intrise di tristezza (partenze per le Americhe, il Belgio, la Francia, la Svizzera, la Germania).
Più volte ho scritto sui bocconotti, descrivendone le farciture con marmellate di ciliegie, di albicocche, di fichi, o con un pastone di mandorle (mai, con cioccolato), per considerare anche Acri fra i paesi che li producono. Nei supermercati della provincia di Cosenza, però, se ne vendono confezioni secondo l’antica tradizione di Mormanno, di Corigliano e di qualche altro paese, mai secondo la tradizione di Acri! Non si fa torto solo ad Acri, ma si fa torto all’economia di tanti valenti panificatori acresi che, ahimè, non riescono o non vogliono commercializzare un buon prodotto fuori dal loro forno!
Ci dobbiamo rassegnare a consumare i bocconotti che ci vengono dai paesi limitrofi, o possiamo sperare in qualche iniziativa locale?
Francesco Foggia