Gli scontri di Napoli e una politica sempre più inadeguata

Le recenti agitazioni nelle piazze di Napoli, oltre alla ferma condanna di ogni tipo di violenza, ci portano ad alcune considerazioni sulla inadeguatezza della politica nel dare risposte.

Il governatore della Campania ama tanto i social e i proclami minacciosi rivolti ai suoi “sudditi”. Ci è capitato di ascoltare il testo – letto in TV da Massimo Gramellini – di un commerciante partenopeo, che ha manifestato pacificamente nelle strade delle sua città, al fine di evitare una nuova chiusura totale, che avrebbe definitivamente asfissiato commercianti e artigiani. In quella lettera l’uomo chiedeva al suo governatore cosa avesse fatto negli ultimi sei mesi e come mai non li avesse utilizzati per dotare la sua città di nuovi posti letto e incrementare le terapie intensive.  Quelle parole, semplici, schiette, hanno  messo il dito nella piaga di un problema vero e che mette a nudo come la classe politica sia totalmente incapace di dare risposte concrete e si limiti alle chiacchiere. Che ci sarebbe stata una seconda ondata era notorio fin da maggio e, tuttavia, assistiamo al paradosso di vedere una città come Napoli al collasso sanitario per avere, in breve tempo, saturato posti letto e, al contempo, difettare di personale sanitario. Ecco, questo è il vero nocciolo della questione: un governatore che si limita ad apparire, a minacciare e, nel concreto, totalmente incapace di fronteggiare un’emergenza ampiamente annunciata. Troppo facile chiudere tutto, troppo semplicistico sbraitare contro il governo centrale. Il problema vero è che, come De Luca, molti governatori si sono trastullati negli ultimi mesi e non hanno minimamente messo in campo misure atte a fronteggiare l’ondata, ripetiamo, ampiamente annunciata. 

Condannare le violenze è giusto e sacrosanto. Altrettanto doverosa ci risulta la ferma denuncia di una classe politica mediocre, fanfarona e chiacchierona, avverso la quale i cittadini esasperati scendono in piazza, usando certamente metodi sbagliati ma, la maggior parte di loro, animati da una comprensibile avversione nei confronti di chi, pur investito di ampio consenso, si limita a clamorose apparizioni sui social. 

Il vero problema – scriveva Karl Popper – non è chi deve governare ma come possiamo organizzare le istituzioni politiche in modo da impedire che i governanti cattivi ed incompetenti facciano troppo danno».

Massimo Conocchia

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