Gli italiani “belli e fatti”
Ci piace far “parlare” chi ha vissuto certi momenti e, per farlo, dobbiamo ricercare ritagli di vecchi giornali.
Altra volta abbiamo scritto che gli Italiani non cambiano mai. Un’ennesima conferma ci viene da questo giornalista del 1860. Guardava esterrefatto ed esasperato quanto succedeva nella sua Napoli e considerava. Ma, ecco il suo sfogo:
“Le Metempsicosi del 1860
Noi sapevamo bene che così avrebbe dovuto succedere.
Trovatemi adesso uno che non sia liberale e cavatemi un occhio.
I birri, le spie, i pagnottisti, tutti sono diventati liberali – Viva il 60!
I giornali ex-poliziotti son divenuti liberali-ultra: È una bella cosa il vedere gl’ impiegati di polizia unirsi alla voce del pubblico per gridare: abbasso la infame polizia!
Anzi tutti gli ex-funzionarii levan la voce quanto più possono per gridare: Finalmente respiriamo liberamente! Abbiamo sofferto 12 anni! (ndr dal 1848 al 1860) Forse essi soffrivano vedendoci soffrire con rassegnazione l’esilio, la galera, la tortura, sempre col pensiero rivolto alla patria comune – Viva la sofferenza di 12 anni.
Sapete, signori miei, chi sono adesso i veri liberali? Gli stessi mostri della polizia, che ci hanno martirizzati finora. Chi sono i veri amici del paese? Quegli stessi carnefici che ci han perseguitati finoggi, e che, per essere risarciti dei danni che han subiti per dodici anni, chiedono impieghi e cariche… come se non fosse loro bastevole quanto sinora rubarono alla nazione.
Chi più urla ha ragione; e, se domani ardisse di far capolino in Napoli il Commendator Luigi dei marchesi Ajossa, (ndr celebre persecutore dei liberali del regno delle Due Sicilie) e si mettesse a correre per Toledo, dando spinte e gomitate a destra e a manca, e domandando a tutti: Che si fa? Che si dice? Che notizie abbiamo?… Scommetto che anch’ egli passerebbe per un liberalissimo, anzi per una testa riscaldata!
Tra breve sentiremo che costoro sono i veri liberali, e forse saran guardati in cagnesco i poveri ex inquilini di Capri, Ponza, Ventotene; e tutti gl’infelici che hanno avuto per tanto tempo un domicilio fisso in Santa Maria Apparente e nella Vicaria (ndr celebri carceri napoletane) – Evvivano le metamorfosi del 1860”.
Che strano! Queste cose le abbiamo sentite alla caduta del fascismo; le abbiamo risentite alla caduta di ogni fazione al governo!
Abbiamo un documento di un ex segretario del Fascio nominato, da una corrente politica, nel Comita di Liberazione Nazionale di Acri. Si tratta di una lettera anonima che denunciava l’assurdo.
Assurdo sì, ma tipico degli “italiani”.
È proprio vero: gli Italiani non bisognava farli, una volta realizzata l’Unità d’Italia, erano belli e fatti!
Giuseppe Abbruzzo