Baby boomers e infanzia negata

I “Baby boomers” sono i nati a cavallo tra anni ’50 e ’60 del secolo scorso, nel periodo del cosiddetto boom economico per il nostro Paese. Si è trattato, in molti casi, di una generazione privilegiata, specie se rapportata con qualche generazione precedente e con quelle successive. Per i baby boomers è stato sicuramente più semplice l’inserimento nel mondo del lavoro, a fronte di una forte richiesta e di una piena occupazione, mai più raggiunta. In Calabria, tuttavia, la generazione che oggi prendiamo in analisi ha avuto alterne fortune e, per molti di essi, si è aperto un precoce inserimento nel mondo dei mestieri e del lavoro minorile, a costo di un’infanzia letteralmente negata. A questi ragazzi veniva imposto di crescere in fretta e diventare adulti per contribuire al magro bilancio familiare. Si apriva l’epoca dell’edilizia residenziale pubblica – grazie a leggi speciali dei primi governi Fanfani e, poi, di Centro-Sinistra – e privata, come conseguenza delle rimesse degli emigranti. La legge sull’obbligo scolastico non aveva ancora visto la luce e, anche dopo la sua approvazione, non pochi inizialmente disattendevano questo obbligo. Molti nostri compagni di vita sono stati sottratti ai giochi e alla strada per affollare l’esercito di piccoli lavoratori. Per molti di questi la licenza elementare era già un traguardo e alcuni di loro la hanno conseguita successivamente nei corsi serali. Si alzavano col sole e rientravano a sera stremati e distrutti come i loro sogni di bambini.

A questa generazione dobbiamo molto. I loro sacrifici sono serviti a ricostruire, rendere più vivibili molte delle nostre realtà. Quei ragazzi sono diventati fabbri, manovali, falegnami, muratori, etc. In generale i baby boomers hanno goduto di maggiori opportunità e, oggi, di una vecchiaia sicuramente più privilegiata rispetto a quella dei loro figli e dei loro nipoti, soprattutto in termini previdenziali e pensionistici. Ieri baby boomers, oggi silver boomers, insomma. Rapportata alla generazione  X (quella immediatamente successiva) o a quella più recente dei millennials, si nota il baratro che li separa in termini di prospettive e di opportunità.

Dalle nostre parti, tuttavia, non tutto è stato roseo e una parte  dei baby boomers, in nome di un mercato del lavoro estremamente recettivo, hanno rinunciato a parte importante dei loro sogni e delle loro aspirazioni. Ci troviamo, oggi, ad analizzare un divario generazionale notevole. Le generazioni successive, a fronte di maggiori possibilità di crescita e di istruzione, hanno pagato e pagano un ritardo nell’inserimento nel mondo del lavoro e una minore tutela. Su questi temi, ossia su un riequilibrio generazionale, si giocherà nei prossimi anni il futuro della Sinistra in Italia e in Europa. Coniugare tutela, diritti, doveri e solidarietà tra generazioni è impresa non facile ma necessaria per chi ambisce a un recupero di consensi e una rappresentanza adeguata.

Massimo Conocchia  

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