Tanto di cappello …oppure no

Egregio signor sindaco,

sono lusingato che lei si sia preso il disturbo di rispondere personalmente alle mie critiche sulla istituzione del senso unico, questo significa che esse hanno un giusto fondamento. E’ il contenuto ed il tono della sua risposta che, invece,  non posso accettare. Pertanto, mi vedo costretto a replicare.

Chi amministra un comune o chiunque occupi un ufficio che decide ed incide sui servizi ai cittadini, in una democrazia è normale che riceva critiche pubbliche sul suo operato. La critica sincera, veritiera e corretta, è il sale del vivere civile. Può piacere o non piacere, ma tant’è, altrimenti  è meglio starsene a casa. La persona accorta, intelligente e che fa correttamente il suo dovere non ne ha paura, né dà ad essa il significato dell’ “attacco personale”, ma al contrario, ne fa tesoro per migliorare la propria azione.

Egregio signor sindaco, io non ho minimamente nominato o fatto indiretto riferimento a chicchessia, perché non è mai stata mia intenzione “personalizzare” il problema. Mi sono rivolto alle istituzioni ed ai dirigenti degli uffici comunali, evidenziando, a mio parere, la cattiva cura adottata, nient’altro. Il problema non è il  primo cittadino, gli amministratori od il comandante della polizia urbana, il problema è il “senso unico”. Se avessi voluto attaccare qualcuno, come mio costume avrei fatto nome e cognome, senza paura, non nascondendomi dietro un dito. Pertanto, egregio signor sindaco, non si risponde con “supponenza”ad un cittadino che mette in evidenza delle criticità che causeranno molti disagi , accusandolo di essere: “presunto opinionista”, “un monumento alla disinformazione” e “che è abituato a pescare nel torbido”.

Egregio signor sindaco, la storia della mia famiglia e la mia personale parla per me. Nella mia vita non ho mai chiesto favori a nessuno, non sono mai andato con il cappello in mano, né ho preteso che altri tengano il cappello in mano davanti a me. Non ho mai avuto bisogno della “politica” per portare il pane a casa; mi sono mantenuto solo con la mia professione e non devo niente a chicchessia. Non mi sono mai “venduto”, né ho barattato la mia dignità ed ho sempre rispettato la dignità degli altri, compresa la sua. Pertanto, quando lei mi accusa di “pescare nel torbido” che nel lessico comune si riferisce a chi: “si approfitta di situazioni ambigue e poco chiare per trarne un guadagno od un vantaggio, anche illecito”, a cosa si riferisce? Cosa vuole dire? Sia più chiaro: di chi o cosa mi sto approfittando? Quale vantaggio o guadagno ne trarrei? Certe parole non si “buttano a caso” perché poi bisogna renderne conto!.

Non mi ritengo un “opinionista”, sono un semplice cittadino con la schiena diritta che usufruisce del diritto costituzionale alla libera opinione (che, naturalmente, deve essere congrua, corretta nel linguaggio e che non offendi la personalità e la dignità di chi si critica). A questi principi mi attengo puntualmente sia per mia natura che per mia formazione. Pertanto, la sua affermazione lascia il tempo che trova, per non dire altro.

Moltissimi cittadini hanno letto il mio articolo e sono d’accordo con quanto da me scritto e non c’è stato alcuno che abbia scorto od evidenziato la pur minima “torbidità” od attacchi personali di tipo “strumentale” al sindaco od all’amministrazione. L’articolo è chiaro, SCRITTO CON ITALIANO SEMPLICE e comprensibile a tutti, non nasconde secondi fini od altro. Mette solo in evidenza un problema e le cattive soluzioni adottate per risolverlo.  

Lei, non contento, continua nel suo scritto a sentenziare nei miei confronti, dandomi implicitamente dell’ignorante per “non avere approfondito la questione”. Sinceramente, crede davvero chi io non sappia che la viabilità è competenza del comando della polizia municipale? So anche, però, che queste scelte si fanno in accordo con l’amministrazione comunale e quindi la decisione è anche politica.

Egregio signor sindaco, oltre a mettere in evidenza i miei presunti difetti, non ha dato alcuna risposta credibile al problema da me sollevato. Ha fatto solo un elenco di cose già da me scritte nel mio precedente articolo. Il nocciolo della questione è uno solo e le faccio di nuovo la domanda: perché, dato che su via Pastrengo il problema vero è la sosta selvaggia delle auto che impediscono la regolare circolazione e creano situazioni di pericolo, si sceglie la soluzione complessa del senso unico, con grandi disagi per i residenti ed invece non si sceglie la soluzione facile dei divieti di sosta? Cosa o chi vi impedisce di farlo? Perché i divieti di sosta sono un tabù? Questo è il nocciolo della questione. Su questo aspettiamo tutti una esauriente convincente spiegazione. Con i divieti di sosta si mantiene libera la carreggiata e si consente la circolazione in sicurezza a doppio senso, senza sconvolgere la vita  dei residenti. Se la vostra logica è questa, da oggi in poi qualsiasi strada nella quale si parcheggia senza regole, deve per forza essere trasformata in senso unico. La vostra sbagliata decisione non risolverà il problema degli automobilisti indisciplinati, ma la aggraverà. 

Egregio signor sindaco, per finire e non annoiare ulteriormente i lettori, riporto la sua ultima chicca: “che fortuna possedere una grande intelligenza: non ti mancano mai le sciocchezze da dire”. Bene, stando a questa sua affermazione, il sottoscritto possederebbe una grande intelligenza, pertanto ne consegue che dica tante sciocchezze. Lei, invece sciocchezze non ne dice, pertanto, se due più due fa quattro…  tragga da solo le conclusioni.

                                                                                    Cordiali saluti

                                                                              Dott. Giuseppe Via

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