Murales e nuovo edificio scolastico a Padia
Acri deve fare di tutto per valorizzare l’originale risorsa che si ritrova ad avere: il suo centro storico. Se lo si abbandona (come di fatto già accade per il rione Picitti) o non si fanno interventi efficaci, le intemperie lo ridurranno ad un ammasso di pietre, calcinacci, tegole rotte, rifiuti domestici e polveri in cui le sterpaglie la faranno da padrone.
L’Umbria, la Toscana, la Puglia (Valle d’Itria), la Sicilia e tutte le regioni d’Italia si frequentano anche per i centri storici delle loro città. Il turista si reca a Bergamo Alta per ammirare principalmente Piazza Vecchia e Piazza Duomo, come a Modena per visitare il Duomo e Piazza Grande, non certamente per visitare gli anonimi, pur razionali, nuovi quartieri.
In Acri cosa si sta facendo per far vivere, tutelare e valorizzare il centro storico? Da qualche anno ci pensano solo gli abitanti del rione San Pietro a richiamare l’attenzione sul quartiere e ci riescono sia per l’attaccamento alle loro radici sia per l’entusiasmo a proporlo ai turisti ed agli stessi acresi.
Lo hanno fatto, tempo fa, dipingendo murales su qualche vicolo e “illuminando la strada” con efficaci quanto provvisorie fonti di luce. Quest’anno, gli stessi hanno preso in considerazione Palazzo Joele-Civitate, in bella mostra, per richiamare meglio l’attenzione dei passanti.
Questi murales si possono cancellare (scorticando le macchie d’intonaco di diverso colore e fattura) quando si deciderà di agire con una vera e propria azione di recupero in esecuzione di un qualificato, quanto inderogabile, progetto di valorizzazione.
Ciò che sarà difficile modificare (o togliere) saranno tutte le opere costruite (balconi, finestre, infissi, pavimentazione, tetti, scalinate, fili elettrici) senza alcun rispetto della storia dei luoghi, dell’urbanistica e delle tecniche murarie delle case! Come sarà altrettanto difficile conciliare la costruzione che si sta facendo al posto della vecchia scuola elementare con i ruderi delle mura del Castello normanno, a pochissima distanza. Questa nuovo edifico scolastico offusca la vista dell’unica Torre normanna rimasta ed offende la storia plurimillenaria dell’insediamento originario. Una violenza bell’e buona all’intelligenza degli acresi e a tutto il rione in un periodo che si tende proprio a rivalutare i centri storici (senza stravolgerli) e a considerarli la risorsa principale dei paesi interni. Io, infatti, ne sono disgustato e offeso!
Francesco Foggia