Ci risiamo. Il giornalismo dei punti interrogativi e dei condizionali: l’assessore Abbruzzese non si è dimessa.
Pensavamo di lasciarci alle spalle il giornalismo gossiparo del pettegolezzo purchessia, ma avevamo peccato di ottimismo. Giusto per rispetto a chi ci legge e ci chiede un minimo di chiarezza, siamo, nostro malgrado, costretti a stanare chi nell’informazione pensa di trovare un pretesto per pescare nel torbido.
Ecco l’attacco di un articolo uscito oggi su una testata online locale, dopo l’ennesimo punto di domanda nel titolo: “Potrebbero arrivare altre dimissioni dalla giunta Capalbo. Pare che questa mattina Francesca Abbruzzese avrebbe rimesso il mandato di assessore”.
Intanto: potrebbero arrivare o sarebbero già arrivate stamattina? Nello stesso periodo ben due condizionali. Addirittura, con supremo disprezzo della bellissima lingua italiana: “in attesa che la diretta interessata, se lo ritiene opportuno, spiega i motivi della sua scelta…”. Ma quali motivi se non si è dimessa? Deve smentire il nulla?
Giusto per rimettere i tempi al presente: non risultano protocollate le dimissioni dell’assessore Francesca Abbruzzese, che da oggi si gode un breve periodo di vacanza. Magari arriveranno in futuro e poi gli stessi scriveranno che lo avevano soltanto anticipato, come avvenne la volta scorsa con la Iaquinta. Ma il giornalismo rispettoso dei lettori sta da tutt’altra parte. In ogni caso, al momento non alberga neanche lontanamente nella testa della Abbruzzese l’intenzione di abbandonare l’incarico.
Tuttavia, e qui una puntura di spillo politica si rende necessaria, è ovvio che dall’interno della maggioranza c’è chi sussurra al famelico orecchio paragiornalistico notizie tese a destabilizzarla. Insomma, c’è chi si presta al vedere che effetto fa, magari riesco a guadagnarne qualcosa. E questo è un segnale decisamente preoccupante per la coalizione che governa la città.
Detto questo, non ci stupiremmo se domani leggessimo: sembrerbbe che si sarebbe probabilmente dimesso il primo cittadino. Ci sarebbe da ridere, ma il ridicolo è una cosa seria.
Piero Cirino