Conflitto d’interessi
La nomina ad assessore di Amedeo Gabriele è stata tra le più discusse tra quelle fatte dal sindaco Capalbo. E a ragion veduta.
Non mancano i detrattori e quelli che si soffermano sul potenziale conflitto d’interesse professionale del dott. Gabriele, che opera nella sanità privata. La mina è stata disinnescata per effetto della scelta del sindaco di avocare a sé la delega alla Sanità..
Il problema a mio avviso è di natura politica. Non sfugge a nessuno che il Partito Socialista fosse in uno stato di narcolessia da anni, tant’è che non è riuscito nemmeno a mettere insieme i candidati di una lista nel 2017. Ma non sfugge neanche che Gabriele sia stato eletto coordinatore di un partito inesistente pochi giorni prima della nomina ad assessore.
E qui ritornano le vecchie logiche: per favore, risparmiateci almeno questo pietoso spettacolo. Gabriele alle Regionali di gennaio è stato tra i sostenitori di Luca Morrone, candidato ed eletto nella lista “Giorgia Meloni Fratelli d’Italia”. Per definizione: il Partito Socialista rappresenta la sinistra; Fratelli d’Italia la destra.
E’ qui il vero conflitto d’interessi. Luca Morrone è il datore di lavoro di Amedeo Gabriele. Che questi decida di dargli il voto e sostenerlo è legittimo dal punto di vista personale. Ma da un punto di vista politico fa acqua da tutte le parti, se poi Gabriele diventa coordinatore del Psi e assessore in una giunta di centrosinistra.
Come può il sindaco affermare impunemente che con il Partito Socialista in giunta si ricompatta il centrosinistra se il suo rappresentante in giunta pochi mesi fa si è schierato a destra?
E’ un paradosso che fa il paio con la promozione a vicesindaco di Mario Bonacci. Senza mezzi termini: è un’indecenza. Bonacci è in maggioranza, ma non ha la legittimazione “morale” a parlare in nome di una coalizione che era sua avversaria alle Comunali del 2017.
Il neo-vicesindaco ha preso un abbaglio quando ha affermato che del suo passaggio nella coalizione di governo si sarebbe parlato per tre giorni. Se ne parla ancora, perché la vera moralizzazione della politica sta nel fatto di rappresentare gli elettori che ti hanno votato dalla carica alla quale il corpo elettorale di ha relegato.
Sentire oggi che il prof. Bonacci detti la politica culturale dell’amministrazione Capalbo fa a pugni con qualsiasi logica. Dire che l’operazione sia stata avallata dai vertici locali, provinciali, regionali e nazionali è un colpo al cuore di chi la sinistra la vive come uno stato d’animo, non come un’operazione politica ricca di ombre.
Sindaco, lei ovviamente ha tutto il diritto di fare le sue valutazioni, che, come ha sottolineato, tra meno di due anni verranno consegnate al vaglio dei cittadini. Tuttavia ci lasci dubitare della bontà di un’operazione che porta a elevare ai ranghi di assessore un sostenitore alle Regionali di un candidato di Fratelli d’Italia e di un vicesindaco che tre anni fa era un suo avversario nella corsa alla carica di sindaco.
Piero Cirino
Ormai ad Acri non si scandalizza piu’ nessuno,quello che sta’ avvenendo in questa legislatura, non era mai successo nel nostro paese,la politica e’ bella quando la si esercita’ nell’interesse della collettivita’,ma quando la si esercita per solo interessi personali allora tutto diventa vano.Comunque ormai siamo quasi alla fine della legislatura ed il popolo di Acri non dimentica.