Disinformazione… così vorrebbero cambiare il vento.

È doveroso da parte mia precisare che in località Settarie non si sta procedendo alla realizzazione di un impianto 5G,  bensì a un impianto 4G, su una area privata regolarmente dotata di provvedimenti autorizzatori a firma del responsabile del settore Urbanistica,  geometra Covello, e previo parere favorevole dell’ Arpacal.

In qualità di sindaco, ho emesso prontamente una ordinanza sindacale, con la quale, ho disposto il divieto di installazione su  tutto il territorio comunale di antenne 5G. Con l’inizio dei lavori da parte della ditta del ripetitore 4g, a causa delle proteste dei componenti del comitato, il responsabile del settore, ing. Notte, ha temporaneamente adottato un provvedimento impropriamente qualificato come sospensione.

In realtà, il provvedimento fu fatto per placare gli animi dei manifestanti, anche al fine di evitare una denuncia agli stessi. Sicuramente non era un provvedimento risolutivo del problema, non entrando nel merito in punto di diritto del provvedimento autorizzatorio. Successivamente, con ordinanza sindacale a causa dell’emergenza Covid,  ho provveduto a sospendere su tutto il territorio comunale i lavori non ritenuti essenziali. Per i motivi sopra esposti,  su atto di impulso del legale del comitato, abbiamo individuato nel provvedimento di decadenza dell’istanza prodotta dalla società l’elemento di merito per bloccare, a nostro parere, definitivamente i lavori e su questo stiamo procedendo convinti che , conclusa l’istruttoria, lo stesso provvedimento sia oggetto di ricorso al Tar per il quale siamo pronti a costituirci, essendo certi di avere dalla nostra gli elementi di diritto per bloccare i lavori. Stiamo procedendo, in tal senso, con la consapevolezza che in questo secondo giudizio che ci vedrà costituiti avremo dalla nostra gli elementi di diritto per fare valere le nostre ragioni e quelle dei cittadini. Per queste ragioni e per evitare inutili e costose spese legali, abbiamo scelto di non costituirci in un giudizio il cui esito non sarebbe stato risolutivo della controversia.

Pino Capalbo, sindaco di Acri

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