Potenziamento sì, ma come Ospedale di base
Con un articolo del 18 giugno 2020, veniva informata la cittadinanza della visita del nosocomio acrese da parte di un delegato dello staff del commissario ad actaSaverio Cotticelli, dott. Gianfranco Calderaro, il quale riferiva,dopo la sua ispezione, che l’ospedale acrese merita di essere potenziato e rilanciato sia per la posizione geografica sia per gli utenti che serve che per le importati prestazioni che eroga. Affermazione questa che ci consente di sperare in un futuro migliore per il nostro P. O.; potenziare questa struttura che un tempo era in grado di far fronte alle esigenze di salute di circa 60.000 utenti. Tuttavia, se per potenziamento si intende una implementazione dei servizi esistenti questo non è in linea con le esigenze della popolazione. Ciò che serve al nostro territorio e a quello dei paesi limitrofi è un nosocomio che abbia le caratteristiche dell’ospedale c.d. di Base che da un lato farebbe rivivere la stagione di eccellenza vissuta negli anni passati e dall’altro possa garantire nuovi reparti e nuovi servizi. L’applicazione dell’atto aziendale, richiesto nella delibera del Consiglio comunale n.13 del 4.09.2017, sarebbe sì migliorativa ma inadeguata alle esigenze del territorio. L’esperienza epidemiologica da COVID ha dimostrato il fallimento dei parametri matematico-aziendalistici che hanno determinato la chiusura e il depotenziamento dei piccoli ospedali distribuiti su tutto il territorio, lasciando la popolazione italiana “senza protezioni adeguate”. Questo è quanto affermato anche dalla Corte dei Conti nell’ultimo Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica.
“La concentrazione delle cure ospedaliere in grandi strutture specializzate riducendo quelle minori che, per numero di casi e per disponibilità di tecnologie, non garantivano adeguati risultati di cura, la mancanza di un efficace sistema di assistenza sul territorio ha lasciato la popolazione senza protezioni adeguate”. A giudizio della Corte è infatti “sempre più evidente che una adeguata rete di assistenza sul territorio non è solo una questione di civiltà a fronte delle difficoltà del singolo e delle persone con disabilità e cronicità, ma rappresenta l’unico strumento di difesa per affrontare e contenere con rapidità fenomeni come quello che stiamo combattendo. L’insufficienza delle risorse destinate al territorio ha reso più tardivo e ha fatto trovare disarmato il primo fronte che doveva potersi opporre al dilagare della malattia e che si è trovato esso stesso coinvolto nelle difficoltà della popolazione, pagando un prezzo in termini di vite molto alto”.
Successivamente lo stesso ministro della salute, Roberto Speranza, ha dichiarato in una recente intervista, rilasciata al giornale il Fatto Quotidiano, la necessità di invertire la rotta riconvertendo i piccoli ospedali chiusi dal governo Monti in poi, costituendo, dunque, una rete capillare di presidi sanitari con mini-reparti e servizi di assistenza (visite, esami, servizi ambulatoriali, cure domiciliari).
Anche la politica in generale sta discutendo in questo periodo sulla necessità di una riforma del sistema sanitario e della relativa normativa che riavvicini il sistema alle realtà e le esigenze del territorio. In vista di questo mutato orientamento dovuto all’emergenza COVID e alla luce delle disposizioni dettate dal’art.2 del Decreto Rilancio n.34/2020 (concernente una rimodulazione, in aumento, della rete ospedaliera), l’ospedale acrese merita di essere rivalutato e potenziato adeguatamente, con nuove competenze e specialità, prescindendo dai rigidi parametri aziendalistico – matematici ed ispirandosi, invece, al principio di solidarietà, garantendo assistenza e cure a tutti (32 della Cost.).
In una logica di rete assistenziale integrata con le realtà ospedaliere SpoKe ed Hab, il P.O. di Acri deve esserefunzionalmente inquadrato come Ospedale di Base, con Pronto Soccorso autonomo, con Osservazione Breve Intensiva, Medicina Generale, Chirurgia Generale, Ginecologia e Ostetricia, Ortopedia, Anestesia, Servizi di supporto in rete di guardia Attiva e/o in regime di pronta disponibilità sostitutiva sulle 24 Ore di Radiologia, Laboratorio di Analisi, Emoteca ed attività assistenziali da rendere in regime di Day Hospital/DaySurgery/One Day Surgery/Week Surgery, nonché ulteriormente arricchito di tutte quelle articolazioni necessarie a migliorare l’offerta assistenziale. Pertanto, l’augurio è che il Commissario ad acta esamini la proposta pubblicata in data 16/06/2020 e già inoltrata con pec. del 19 giugno 2020, affinché in un regime di collaborazione con la Regione si possa addivenire ad una soluzione vantaggiosa per la Città di Acri e per il comprensorio. Altro invito è rivolto alle forze politiche di governo e di opposizione della nostra città, affinché sostengano, in tutte le sedi deputate, la proposta precedentemente esposta e pubblicata che farebbe rivivere la condizione di eccellenza del nostro ospedale,con tutte le positive ricadute economiche e sociali sul territorio.
Antonella Abbruzzese