Fatica
Si chiama fatica emotiva quella che ti assale quando si chiude il cerchio di un anno scolastico.
Questo non è stato un circuito regolare e perfetto, è stato qualcosa di più: un girotondo di abbracci e di sguardi; una rete di silenzi impalpabili tutto attraverso lo schermo.
Non so se il 2020 sarà unico nel suo genere come anno scolastico (lo spero!), ma di sicuro è ciò che si chiama svolta epocale. Non saremo mai più ciò che eravamo prima!
Oggi, alla fine del circuito scolastico, la fatica emotiva mi assale. Non sono i documenti, i verbali, le relazioni e le carte ad avvilirmi, quelli fanno parte delle regole di ingaggio, semmai sento il peso di un vuoto pneumatico. Infatti, insegnare da remoto è come voler imparare a nuotare studiando il manuale di anatomia!
Mancano le voci, i sorrisi, gli schiamazzi, le emozioni e le interazioni che si vivono stando insieme.
Ogni anno mi lascio alle spalle corridoi e aule vuote, persino apparentemente vuote poiché trasudano ancora di emozioni, ma oggi tutto si spegne e diventa immateriale con un semplice e “faticosissimo” click.
Non mi restano che i riflessi dello schermo del pc, i bagliori di questa camera dei segreti che si è animata quando il resto del mondo andava in standby. Ai miei alunni ho inviato da qui un amorevole abbraccio finale.
In questi mesi “sgarrupati” ci siamo fatti compagnia, abbiamo fatto un pezzo tortuoso di strada insieme, ognuno ha dato il proprio contributo: ci siamo svegliati ogni mattina con il desiderio di strapparci reciprocamente un sorriso.
A fine anno non ho altro da aggiungere o da raccomandare; non ho apprendimenti da integrare perché nessun “programma” può competere con l’esperienza che abbiamo vissuto e cercato di metabolizzare ogni giorno. A integrare gli apprendimenti sono stati i miei ragazzi con le loro osservazioni, i loro quesiti, le loro riflessioni.
Nei giorni in cui urgeva nella mia testa la quotidianità drammatica, i miei alunni mi hanno insegnato cosa vuol dire essere eroi….penso a Daniele, Carmela, Lorenza; penso a Giorgio senza linea internet che esce fra i campi a cercare un brandello di “campo”…;
Quando lo schema ordinato delle lezioni in presenza è saltato, sono stati Carmine e Antonio a dettare un ritmo puntuale alle videolezioni; Carmen ha lottato con fierezza con un indomabile pc; Antonia è corsa a comprarne uno con la sua mamma e il suo papà; Carmela è diventata più riflessiva; Alessandro più interessato.
Quando il mio sguardo si è corrucciato, offeso dalla drammaticità degli eventi, i miei maturandi mi hanno spronato alla resilienza. La risata argentina di Jessica e Laura, le fossette di Stefania, la fierezza di Arianna, la timidezza di Luana, Manuel che gioca con me a “nascondino” ……
Come faccio a raccontarli tutti!
Prima che il “processore” si spenga, ho un
solo, unico messaggio: Buone vacanze e buona vita, ragazzi!
Adelinda Zanfini