Acri è ignorata oltre i suoi confini

A volte un’immagine è più eloquente di un intero concetto. È il caso della foto di questo cartello turistico in corrispondenza dello svincolo di Mormanno-Laino Castello, lungo l’Autostrada del Mediterraneo in provincia di Cosenza.
La si propone per stimolare gli artigiani acresi (pasticcieri, panettieri, falegnami, fabbri, i sarti, i liutai, ecc.), i commercianti, gli operatori turistici, le associazioni culturali, le Fondazioni, gli imprenditori, i sindacati, a darsi da fare autonomamente per far conoscere i loro prodotti, la loro attività e la loro stessa esistenza sui mercati provinciale e nazionale.
Questa foto, però, riportante il cartello con le peculiarità turistiche di quel circondario (il Parco Nazionale del Pollino; la presenza archeologica della Grotta del Romito nel Comune di Papasidero; i prelibati Bocconotti di Mormanno) intende sollecitare soprattutto gli amministratori comunali di Acri a fare la loro parte e fare uscire la nostra città dall’isolamento geografico in cui finora è stata relegata per una precisa volontà politica.
Devo far notare che al di fuori del nostro territorio comunale esistono tante altre comunità (bisignanese, luzzese, sandemetrese, sofiota solo per considerare quelle confinanti), che si stanno imponendo sulla concorrenza sia per la qualità dei loro prodotti, sia per la determinazione delle loro classi dirigenti a fare l’interesse delle specifiche collettività.
Il cartello autostradale è solo la ciliegina sulla torta, la punta dell’iceberg di quanto hanno fatto in passato i loro rappresentanti istituzionali (sindaci; giunte comunali; consiglieri provinciali e regionali; deputati e senatori) per quel territorio.
Non penso che ci si possa fregiare di essere sindaco o consigliere provinciale (o anche relativamente regionale) di una comunità se si sta per troppo tempo con le mani in mano. Oltretutto i rappresentanti locali, ora, sono retribuiti per ottemperare a queste finalità e promuovere le specifiche risorse naturali, storiche, archeologiche, culturali ed umane delle loro realtà.

Francesco Foggia

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