L’ospedale di Acri sia “Ospedale di base”. Turano scrive alla Santelli e a Cotticelli

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Egregi Destinatari,

Vi scrivo  in qualità di dirigente Provinciale di ( Italia del Meridione) e soprattutto come Consigliere Comunale di Acri, una città di oltre 20.000 abitanti,  che,  insieme ai comuni limitrofi del territorio,  supera le 60.000 potenziali soggetti gravitanti nel bacino di utenza del l P.O. di Acri, che ormai,  da anni,  e precisamente dal depotenziamenti del Presidio Ospedaliero, avvenuto a seguito dei vari Decreti del Commissario Ad Acta per l’attuazione del Piano di Rientro dai Disavanzi Sanitari Regionali ( DPGR – C.A. N°18/2010, DCA N°9/2015, DCA N°30/2016, DCA N°64/2016),  si ritrovano fortemente e ingiustamente deprivati del diritto alla salute.

Negli  ultimi anni, sono stati commessi gravi errori nella programmazione sanitaria nazionale e regionale, i quali hanno comportato , negli ultimi dieci anni, tagli del FSN, nell’ordine di  ben 37 miliardi. Nell’’anno  1980  la dotazione ospedaliera complessiva era di ben  922 posti letto per la rianimazione per ogni 100 mila abitanti, ridottisi ,a  300; nell’anno 2010, ed a 275 nell’anno 2015, . Dal 2009 al 2017 la sanità pubblica ha subito un taglio di 46. 500 unità fra medici ed infermieri. Una sanità impoverita e declassata  soprattutto al sud e in particolare in Calabria.
Visto e considerato che la riforma del titolo V ( articolo 117, comma 3, della Costituzione) affida alle Regioni non solo la fiscalità ma anche la gestione (Commissariamento permettendo) e considerato che la Regione Calabria (per come appreso dagli organi di stampa) sta valutando l’idea di attuare una nuova revisione del piano sanitario Regionale, pongo alla Vostra  cortese attenzione la grave situazione che vive oggi l’ospedale di Acri,  che non rientra tra le strutture riconvertite dal piano di rientro ma è funzionalmente aggregato,  per effetto del l DCA N. 64/2016  e delle Deliberazione dell’ASP di Cosenza, N°110/2017 e N.1664/2017, allo  Spoke di Corigliano /Rossano, quale Ospedale di zona disagiata e priva di autonomia, non ricomprendendo le  discipline Medico /Chirurgiche di base (Ospedale di base con pronto soccorso ed obi – DM 70 del 2 Aprile 2015).
Ricordo che le attività dell’ospedale di Acri ebbero inizio nel 1978 e fino al suo depotenziamento hanno erogato sempre una buona sanità nei vari reparti presenti: (Chirurgia con più di 700 interventi all’anno, ginecologia, punto nascita, reumatologia, dialisi, pronto soccorso, farmacia ospedaliera, psichiatria, anestesia, rianimazione e  radiologia).

L’ospedale di Acri, non può più continuare a dipendere funzionalmente dallo Spoke Corigliano /Rossano e non puo’ rientrare nella classificazione di Ospedale di zona disagiata.  Oggi il Vostro ruolo, anche alla luce delle nuove esigenze che richiedono una riformulazione, in termini di ampliamento,  dell’offerta sanitaria ospedaliera,  Vi porta a scelte importanti e di responsabilità per l’intera Calabria e per i suoi cittadini.  Personalmente,  da garante delle istituzioni,  insieme ai tanti cittadini del comprensorio Acrese, auspico che,  con atteggiamento Maturo e Responsabile,  l’ospedale di Acri venga riconvertito al più presto, per garantire al meglio la salute pubblica come, quale    OSPEDALE DI BASE CON PRONTO SOCCORSO CON OSSERVAZIONE A BREVE INTENSIVA (OBI), DISCIPLINE MEDICO /CHIRURGICHE E SERVIZI DI SUPPORTO, UOC DI DIREZIONE SANITARIA, LUNGODEGENZA POST ACUZIE. 

Cordiali saluti

Emilio Turano dirigente Provinciale Idm e Consigliere Comunale di Acri.

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