Lasciate che anche le frazioni possano sognare!

Qualche giorno fa, sui media locali, ho avuto occasione di leggere un articolo di critica sull’operato dell’attuale amministrazione cittadina, “Amministrare senza amministrazione“, a firma Acri Sogna.
Sono stato negativamente colpito dalla parte dove si affermava « …Ci chiediamo seriamente e senza pretestuose argomentazioni: ma davvero pensate che oggi rispetto ad un territorio che sta morendo lentamente ed inesorabilmente, col cancro dell’apatia, ci sia bisogno di spendere centinaia di migliaia di euro indebitando ulteriormente i contribuenti acresi con inutili rotatorie e con improbabili luoghi arditamente e coraggiosamente definiti “centri culturali” in luoghi non già in via di desertificazione, ma desertificate nostro malgrado?».
Credendo che questo passaggio si riferisca anche alla realizzazione di un centro ricreativo comunale in località Foresta, così come previsto nel programma opere pubbliche 2020/2022, da cittadino di Foresta mi sembra doveroso effettuare alcune puntualizzazioni a riguardo.
Premesso che nella delibera non si parla di centro culturale ma bensì della realizzazione di un centro ricreativo al fine di implementare i servizi socio-culturali offerti alla comunità, tengo a precisare che il territorio di Foresta e zone immediatamente limitrofe (Pantalia, Monsignore, Manca di galera), malgrado la
sempre poca attenzione delle amministrazioni succedutesi negli anni nei confronti di tutte le periferie, ha poco risentito del fenomeno di spopolamento contando un numero di residenti di poco inferiore alle mille unità e ( forse per la sua posizione strategica di passaggio lungo la strada provinciale e di vicinanza verso l’area ionica, forse per un forte attaccamento dei residenti a questi luoghi…) e pertanto non lo definirei
proprio un luogo in via di desertificazione.
Inoltre vorrei sottolineare la presenza ormai decennale nel nostro territorio di un’Associazione Culturale Ricreativa (FILIA), la quale lavora assiduamente attraverso l’organizzazione di eventi di varia natura (culturale, ludica, sportiva, ecc..).
È da segnalare inoltre la sede di aziende di trasformazione olearia, una di queste tra le più importanti dell’area cosentina.
Certo la chiusura recente del plesso scolastico, che ha rappresentato per anni il centro vitale della località (il cui finanziamento per la ricostruzione di circa 700.000 euro è stato oggetto di delocalizzazione verso Acri centro), è stato un duro colpo per la realtà di Foresta, ed è proprio per questo che credo che il volere finanziare la realizzazione di un centro socio culturale (nell’area dove insiste l’attuale edificio comunale-ex scuola primaria) per favorire l’aggregazione della comunità locale, non debba essere visto come uno sperpero di denaro pubblico ma bensì il minimo, necessario e doveroso contributo dell’amministrazione proprio al contrasto di quella “desertificazione” che per fortuna ancora non ci riguarda e mi auguro mai ci interesserà.


Se Acri deve sognare permetteteci quindi di poter sognare anche a noi cittadini acresi delle frazioni.

Angelo Viteritti

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