Gli scavi di Sibari e gli onorevoli “benpensanti”
Si è parlato e si parla degli scavi di Sibari, dell’inondazione, dei finanziamenti, ecc. I benpensanti diranno che una volta le cose andavano diversamente. Vediamo, perciò, come sono andate e vanno le cose in Italia e in qual conto sia stato tenuto il Sud.
Nella tornata della Camera dei Deputati, del 23.5.1890, l’on. Cefaly prende la parola, facendo rilevare che il ministro, rispondendo all’on. Odescalchi, lo aveva prevenuto nel parlare di Sibari. Lamenta la ristrettezza di mezzi, che non consentivano di fare gli scavi come si sarebbe desiderato. Comprendeva le ristrettezze economiche e, perciò, domandava “solo che nella distribuzione delle somme, una parte qualsiasi venga assegnata agli scavi di Sibari”.
Sottolineava: “Mi sarei poi taciuto o non rinunziando alla parola, mi sarei dichiarato quasi sodisfatto, quando l’onorevole ministro ha soggiunto, che intendeva tenere acceso il fuoco sacro per le ricerche di Sibari, se non avesse contemporaneamente annunziato alla Camera la distribuzione, che egli si propone fare di queste somme, classificando gli scavi per la maggiore o minore loro importanza”.
Precisava: “Io rispetto l’entità di tutti gli scavi da lui indicati e specialmente quelli di Pompei e questi di Roma, ma non posso ammettere che ve ne siano più importanti di quelli di Sibari, non fosse altro, perché si riferiscono ad un periodo storico, ad una civiltà meno illustrata di monumenti”.
Inseriva un tasto dolente e pretestuoso, la bonifica: “In fine poi l’onorevole Boselli è ricorso al suo collega dei lavori pubblici per chiamarlo, col fare le bonifiche, in aiuto degli scavi di Sibari (…), cioè che il Governo intende far precedere gli scavi di Sibari dalle bonifiche che costano diversi milioni; e nella relazione medesima si aggiunge, che è questa la ragione per cui gli scavi suddetti si sono sospesi. Onorevole ministro, se si tratta di far prima le bonifiche, che costano milioni, non so quanti anni ci toccherà aspettare, e forse nemmeno nel secolo venturo si potrà attendere agli scavi di Sibari”.
Chiedono la parola gli onn. Arcoleo e Vincenzo Sprovieri. Cefaly prosegue, evidenziando l’importanza che rivestirebbe la scoperta di Sibari e chiedendo la prosecuzione delle: “esplorazioni che si sono cominciate per lo addietro, allo scopo di trovare il sito ove i Crotoniati sepellirono (sic) l’opulentissima città dell’evo magno greco. Per queste ricerche possono valere 100, 50 ed anche 10 mila lire; si esplori a misura delle somme che si hanno, non fosse altro per tenere acceso il sacro fuoco di cui parlava l’onorevole Boselli”.
Dava, poi, una notizia: la provincia di Cosenza “ha nel proprio bilancio messo a disposizione del Governo, un fondo annuale di 2.000 lire” e denunciava un vizio atavico: “ma sono quattro anni che questo fondo non si spende; e la Provincia, mi dicono, insiste presso il Governo perché lo spenda”.
Proponeva, infine: “raccomandando all’onorevole Boselli d’assegnare agli scavi di Sibari per l’avvenire quella qualunque parte delle 162.000 lire, che abbiamo nel bilancio dello Stato; d’utilizzare per ora le 8.000 lire che gli vengono offerte dalla Provincia di Cosenza, aggiungendovi qualche altra piccola somma, che avrà disponibile; o ad ogni modo gli raccomando di far sì che il contegno del Governo non autorizzi la Provincia di Cosenza a sopprimere il fondo, che volontariamente ogni anno stanzia nel suo bilancio”. Questo conferma un “vizio atavico” dei nostri beneamati parlamentari!
L’on. Sprovieri ha la parola e, da “scarso” oratore, dice solo: “L’anno scorso raccomandai anch’io gli scavi di Sibari, e l’illustre ministro mi promise che avrebbe fatto qualcosa. Siccome invece non si è fatto nulla, io non voglio già fare un discorso, ma semplicemente pregare l’onorevole ministro di procedere a questi benedetti scavi.
Mi unisco quindi all’amico mio Cefaly, e attendo dall’onorevole ministro una risposta”.
L’on Arcoleo critica il modo tenuto nel condurre gli scavi e la quasi inutilità: “percorrendo molta via si arrivò a dodici chilometri di distanza, alla grotta del Malconsiglio, e non fu buon consiglio seguitare a scavare (Ilarità), perché si trovarono memorie di un’altra civiltà posteriore ed allora invece di Sibari, si scavò Spezzano Albanese. Quest’anno, unita al bilancio, si è presentata una relazione di parecchi oggetti insignificanti che si erano scoperti. Doveva seguitarsi a scavare per trovare Sibari? Questa la questione; presso il Ministero dei lavori pubblici si sono fatti gli studi: il progetto di massima assume che occorrono da nove a dieci milioni per la bonifica, senza la quale è impossibile assolutamente che si possano trovare queste memorie e questi ruderi di Sibari, per la ragione assai semplice che il terreno è così franoso, e si riempie siffattamente d’acqua ogni anno, che quanti più scavi si facciano, senza la bonifica, tanto più l’impresa sarà ardua”.
L’oratore prosegue, facendo venire la parola, perfino a Sprovieri, che sempre conciso dice: “Io credo che quanto ha detto l’illustre relatore non sia interamente esatto, e io vorrei che egli andasse sul luogo a vedere come stanno le cose.
Capisco che 30.000 franchi per gli scavi son nulla; vorrei che se ne aggiungessero altri 50 o 60 mila e vedere se, aumentato lo stanziamento, a qualche utile risultato si potesse giungere”.
La discussione s’infiamma, perciò, rinviamo a chi avesse interesse a ricercare il documento.
A noi interessava fare delle puntualizzazioni, come già detto, su un annoso problema.
Giuseppe Abbruzzo