Aggiornamento Coronavirus: in quattro giorni rientrati 7760 calabresi
Covid-19 Aggiornamento venerdì 8 Maggio
“Una bugia fa in tempo a compiere mezzo giro del mondo prima che la verità riesca a mettersi i pantaloni”
(Sir Winston Churchill)
La gente sta tornando a casa. In quattro giorni sono rientrati 7760 calabresi: hanno aspettato per otto settimane in luoghi lontani prima di poter imboccare l’attesa via del ritorno. Osserveranno la quarantena ma saranno a casa. E si sentiranno comunque meno soli. Il Covid-19, intanto, ha fatto la sua ricomparsa a Rende, Villa San Giovanni, Gioiosa Ionica (2), Brancaleone, Curinga ma senza destare particolari preoccupazioni: i numeri appaiono risibili rispetto all’offensiva di marzo. Aumentano i guariti anche nell’ultimo focolaio della Calabria settentrionale, quella “Villa Torano” dalla quale già oggi potrebbero essere dimessi dei pazienti. Il peggio è passato e l’estate si avvicina…
La mappa dei contagiati
Le persone risultate positive al Coronavirus sono 1.125 (+3 rispetto a ieri). Dall’inizio dell’emergenza sono complessivamente 89 i decessi (dato invariato rispetto a ieri).
Territorialmente i casi positivi sono così distribuiti:
Catanzaro 42 in reparto; 60 in isolamento domiciliare; 82 guariti; 33 deceduti.
Cosenza 16 in reparto; 278 in isolamento domiciliare; 137 guariti; 29 deceduti.
Reggio Calabria 16 in reparto; 2 in rianimazione; 129 in isolamento domiciliare; 97 guariti; 16 deceduti.
Crotone 7 in reparto; 32 in isolamento domiciliare; 68 guariti; 6 deceduti.
Vibo Valentia 51 in isolamento domiciliare; 19 guariti; 5 deceduti. Nel numero dei casi testati attraverso tampone, sono compresi 605 riferiti ai rientrati presso la propria residenza, di cui tre positivi.
I calabresi ritornati
Le persone in quarantena volontaria sono 7.670 così distribuite:
Cosenza 1411;
Crotone 1.997;
Catanzaro 2.124;
Vibo Valentia 446:
Reggio Calabria 1.692.
I rientri in Calabria che ad oggi sono stati registrati sul sito della Regione sono 26.039. Di questi, i rientri registrati per ritorno alla residenza a partire dal 4 maggio sono 7.760;
I tamponi sull’A2 e nella Stazione di Paola
Sono 1.700 i tamponi ancora da processare raccolti dall’Asp di Cosenza sui cittadini calabresi che hanno fatto rientro in regione. «Al momento – ha spiegato il commissario dell’Azienda, Giuseppe Zuccatelli – non abbiamo risultati perché il sistema si è bloccato a causa dei troppi tamponi eseguiti e in Calabria non riusciamo a processarli tutti, ma la Regione ha chiuso un accordo con una struttura della Campania alla quale stiamo per inviare i tamponi».
Sulla polemica che riguarda i tamponi è intervenuta anche la presidente della Regione Jole Santelli nel corso di una conferenza stampa a Catanzaro. «Siamo – ha detto – assolutamente in linea con tutte le regioni. Processiamo circa 1.100-1.200 tamponi al giorno. Abbiamo fatto un lavoro sulle Rsa e ora sui rientri, abbiamo fatto talmente tanti tamponi che abbiamo chiesto aiuto alla Campania per processarli. Dico al ministro Boccia di informarsi meglio. Non c’è un problema tanto di tamponi ma un problema serio di reagenti».
«Per processare un tampone – ha poi spiegato Santelli – abbiamo cinque laboratori, le macchine impiegano quattro-cinque ore, in alcune parti si fanno doppi turni».
Le Unità d’intervento anti-covid-19
Un cambio di passo. Segnato da un acronimo: Usca. Che significa Unità speciali di continuità aziendale. Le Unità rappresentano sul territorio la risposta della sanità pubblica all’emergenza del Covid-19.
Sono 14, sulle 35 previste dalla Regione, quelle attivate in Calabria.
Undici operano nel Cosentino, l’area più colpita dalla pandemia e che conta oltre trecento contagiati, e tre in provincia di Crotone. Il piano varato dalla Regione ne prevede poi 8 a Catanzaro, 3 a Vibo Valentia e 12 a Reggio. L’attivazione delle Usca conferma la ritrovata sintonia tra l’esecutivo guidato da Jole Santelli e l’Ufficio del Commissario, diretto da Saverio Cotticelli. L’epoca del costante scontro frontale tra Regione e Commissario sembra davvero lontanissima.
Nell’Alta Calabria, le Unità agiranno nei Comuni di Cosenza e Mendicino; Rende Università e Acri; San Lucido e Scalea; Castrovillari e San Marco Argentano; Cassano allo Ionio e San Demetrio Corone; Cariati. Gli operatori si occuperanno dei pazienti definiti “sospetti” e di quelli affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero ma che presentano particolari necessità. La tragica esperienza fatta in questi mesi ha insegnato tanto a tutti: la presenza di queste veloci squadre sparse nel territorio garantirà celeri diagnosi e altrettanto veloci interventi di cura scongiurando così l’aggravamento del quadro clinico dei contagiati. Per il funzionamento delle Usca è stata prevista una manifestazione di interesse per l’assunzione di medici, infermieri e Oss ed è stato predisposto l’acquisto di farmaci, dispositivi, dotazioni strumentali e attrezzature necessarie all’attività senza ovviamente dimenticare il rispetto dei protocolli di sicurezza sia per i pazienti che per il personale.
Uno dei sostenitori dell’attivazione delle Usca, il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, spiega: «Adesso non dobbiamo commettere errori. La fase 2 è estremamente delicata e deve essere correlata da accurati protocolli di sicurezza. Ora abbiamo un’arma in più: sappiamo come dobbiamo comportarci per evitare di essere infettati e bisogna puntare sulla rapidità, soprattutto nelle regioni colpite in maniera minore dalla diffusione del virus. Le Usca servono proprio per intervenire sui territori e per assicurare la migliore assistenza ai soggetti positivi, ma asintomatici, o per monitorare i pazienti con specifica sintomatologia per la gestione del decorso clinico, assicurando ogni intervento terapeutico a domicilio, evitando l’eventuale ricovero in ambito ospedaliero».
Le decisioni diverse assunte a Chiaravalle e Torano
Sul caso delle Rsa «focolaio» di coronavirus «dobbiamo prendere atto delle carte che arrivano dai Dipartimenti di prevenzione, e a quelle ci atteniamo». Lo ha precisato il presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, nel corso di una conferenza stampa nella sede della Giunta a Catanzaro: anche in Calabria si sono registrati numerosi contagi in alcune strutture per anziani, in particolare a Chiaravalle Centrale (Catanzaro) e a Torano Castello (Cosenza), al centro anche di inchieste avviate dalle rispettive Procure. Rispondendo a una domanda dei giornalisti su queste vicende, Santelli ha sostenuto che «su Chiaravalle c’è una disposizione dell’Asp che chiedeva la chiusura, su Torano c’è una disposizione dell’Asp che contrariamente la utilizzava per il mantenimento sia dei pazienti Covid sia del personale. Noi assolutamente, dico assolutamente, dobbiamo prendere atto delle carte che arrivano dai Dipartimenti di prevenzione, e – ha rilevato il presidente della Giunta – a quelle ci atteniamo».
Un pensiero felice a tutti. Buona giornata. Coraggio. E… grazie.
Arcangelo Badolati