Aggiornamento Covid-19: in Calabria 1057 contagiati, 76 morti, 152 guariti

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Covid-19 Aggiornamento mercoledì 22 aprile

“Una bugia fa in tempo a compiere mezzo giro del mondo prima che la verità riesca a mettersi i pantaloni”

(Sir Winston Churchill)

I calabresi contagiati dal coronavirus sono fino a stamane 1057. 76 i morti, 152 i guariti

I nuovi tamponi

L’alba è meno lontana. I casi di contagio da Covid-19 si sono drasticamente ridotti nella parte centro-meridionale della regione. Ieri nessun caso positivo a Catanzaro, Vibo e Crotone e solo due positivi a Reggio. Aumenta il numero dei guariti. L’unico grande focolaio rimasto è collocato nell’area settentrionale. Nel Cosentino i casi sono ancora tanti e appaiono purtroppo destinati a salire.

Nel Reggino la situazione è la seguente: 33 pazienti in reparto, 2 in rianimazione, 159 in isolamento domiciliare. Ben 134 contagiati sono a Reggio; 31 a Melito Porto Salvo, 6 a Sinopoli, 6 a Rosarno, 4 a Bova, 11 a Montebello, 3 a Taurianova, 2 a Cittanova, 3 a Siderno, 2 a Locri, 2 a Rizziconi, 2 a Bovalino e 1 a Palmi . Due i nuovi casi di ieri: uno a Bagnara e l’altro a Gallico.

Nel Cosentino si registra il maggior numero di casi positivi in Calabria. Questo quanto raccontano i numeri: 37 pazienti in reparto, 3 in rianimazione e 317 persone in isolamento domiciliare (75 sintomatici e 242 asintomatici).

Nel Catanzarese la situazione è descritta dai dati resi pubblici dagli ospedali uguali a quelli di ieri: 53 pazienti in reparto, in rianimazione e 85 persone in isolamento domiciliare. Il centro più colpito è Chiaravalle. E’ morta un’altra degente originaria di Soverato della casa di riposo “Domus Aurea”: i decessi tra gli ex pazienti della struttura sanitaria privata salgono a 23

Nel Vibonese il quadro offerto dai dati appare quello meno compromesso dall’epidemia con 3 pazienti in reparto e 53 persone in isolamento domiciliare. I luoghi più colpiti sono i comuni “zona rossa” di Serra San Bruno con 14 casi e di Fabrizia con 17. L’ultimo caso è stato registrato ieri a Pizzo: si tratta di un marittimo.

Nel Crotonese il quadro numerico rivela 13 pazienti in reparto e 75 persone in isolamento domiciliare. I centri più colpiti Cirò Marina con 13 casi, Cutro, che è “zona rossa” con 11 e Isola Capo Rizzuto con 8.

L’onda di piena nella Valle del Crati. Contagiati 5 bambini, rilevate persone “positive” in 11 comuni

Un’onda di piena. Che travolge la Valle del Crati. Ventinove i contagiati a Torano e, tra questi, cinque bambini (il più piccolo ha solo 2 anni). Si tratta di operatori della casa di cura “Villa Torano” e di loro familiari. Tutte persone in gran parte asintomatiche come quasi tutti gli altri infettati disseminati tra più paesi dell’area. La struttura sanitaria privata è stata l’incubatrice del virus che s’è poi diffuso a Montalto (8 positivi), Acri (4), Bisignano (4), Luzzi (4), San Martino di Finita (2), Rota Greca (3), Fagnano Castello (3), Santa Sofia d’Epiro (1), Lattarico (1) scendendo fino a Cosenza e Rende dove due dipendenti di “Villa Torano” risiedono e sono stati posti in isolamento domiciliare. L’epidemia è avanzata seguendo il personale che risiede in centri diversi da quello di lavoro. Ciascuno di loro, inconsapevole d’essere infetto, ha continuato a vivere normalmente, frequentando i parenti e gli amici, così come gli esercizi pubblici ancora aperti. È per questo che il numero complessivo delle persone a rischio infezione è salito a più di cento, con un corollario già di un decesso e quattro ricoveri ospedalieri.

La prima paziente, finita in nosocomio a Cosenza lunedì di Pasquetta aveva polmonite e febbre. E, dunque, stava probabilmente male da almeno dieci giorni. La struttura sanitaria continua a sostenere di aver tenuto tutto sotto controllo con misurazione della temperatura e della ossigenazione di ciascun ospite. L’Azienda sanitaria provinciale la pensa diversamente ritenendo che l’arrivo del Covid-19 e il contagio della degente poi approdata nel reparto di Rianimazione dell’Annunziata, sia ascrivibile ai primi giorni di aprile. Ed è probabile che sia così. Perché? Semplice, due anziane di Rota Greca, dimesse il 4 aprile dalla struttura, risultano infettate. Il virus, dunque, era già a “Villa Torano” prima delle loro dimissioni.

Gli altri paesi “blindati”

Ma andiamo agli altri centri “zona rossa”. Sono stati dimessi dall’ospedale di Cosenza due ricoverati di Rogliano, il consigliere comunale di maggioranza, Antonio Simarco, alle prese con il virus da una quarantina di giorni, e una professionista ultrasessantenne, tra i primi contagiati roglianesi. Altra buona notizia da Santo Stefano di Rogliano: la negativizzazione del bersagliere ventinovenne, Simone Altomare, e del resto della sua famiglia: la moglie, figlioletta di quindici mesi e la sorella. Ad Oriolo, invece, è tornata a casa il sindaco Simona Colotta, dopo la degenza ospedaliera è pure lei risultata “negativa” al virus. Tre guarigioni si registrano anche a San Lucido dove la curva del contagio è in progressiva discesa. Tampone negativo pure per la moglie del paziente uno di Paola, deceduto a Cosenza, che comunque rimane in ospedale per altre cure. Ma nella città del Patrono della Calabria, c’è un nuovo positivo: si tratta di un operatore del 118.

Nessun nuovo contagio a Corigliano Rossano, Francavilla Marittima e Cassano. Se non si fosse acceso il focolaio toranese la situazione sarebbe stata complessivamente confortante in Calabria.

Guarito il comandante dei vigili del fuoco di Cosenza

Ed a proposito di buone notizie, il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Cosenza, Massimo Cundari, è uscito dal tunnel del contagio: negativi gli ultimi due tamponi dopo settimane di ansia. Oggi è di nuovo alla guida del Corpo. «È stata una esperienza difficile» spiega «che ho trascorso sempre sotto il controllo costante dei medici. Oggi penso a tanti colleghi che non ce l’hanno fatta come Bonaventura Ferri e ad altri che non riescono ad uscirne come il comandante di Piacenza che è in Rianimazione da alcuni mesi». Cundari in queste settimane complicate non ha mai fatto mancare il sostegno ai suoi uomini lavorando da casa e spronando il personale a dare il meglio di sé. Tanti gli attestati di stima e solidarietà arrivati alla notizia del suo ritorno alla vita normale.

La testimonianza della consigliera comunale guarita e la denuncia contro la sanità pubblica

La consigliera comunale Alessia Alboresi, di Corigliano Rossano, è una delle prime contagiate dal Covid 19 nella città ionica. E’ stata ricoverata il 17 marzo ed è tornata a casa solo da pochi giorni. La Alboresi ha toccato ancora una volta con mano i limiti strutturali e materiali dei presidi ospedalieri a fronte della grande abnegazione, umanità e professionalità del personale medico e paramedico. Lei, emiliana di nascita, calabrese di adozione, vive a Corigliano Rossano da 16 anni. “A Modena, in Emilia-Romagna, diciamo “tin bota”. Quando tutto sembra andare male, malissimo, è il nostro motto collettivo. Tieni botta, letteralmente, significa “tieni duro, resisti”. Reggi l’onda d’urto, che poi passa, e poi passato il peggio, ci rialziamo in piedi e ripartiamo. Sono uscita ieri dopo 31 giorni di degenza. Coronavirus, si sa. Ho tenuto botta. E sono stata fortunata”. Queste le sue prima parole sui social. Il momento più difficile? “ Di tutta questa esperienza non dimenticherò mai la paura assoluta che ho provato nel viaggio in ambulanza che dal pronto soccorso di Rossano mi ha portato a Rogliano. Non riuscivo a respirare e non sapevo cosa mi aspettava. Nel tragitto i medici del 118 , per quanto bardati dietro tute e mascherine sono stati di grande umanità e vicinanza e solo quando ho incominciato a ricevere l’ossigeno ho iniziato a “rivedere la luce”.

Un mese di degenza ospedaliera in una struttura dove le carenze strutturali hanno accompagnato il percorso d guarigione. “Sono anni che vivo in Calabria e sono anni che sento parlare di emergenza della sanità. Tante parole ,ma in questi decenni nessun fatto, nessun rimedio a nessun problema. Nei giorni del ricovero non ho mai potuto fare la doccia. Acqua appena tiepida e nessun bidet. Una notte, in un reparto con gente ricoverata con la polmonite, è andata anche in blocco la caldaia e nei giorni normali funzionava un solo termosifone. Dobbiamo impegnarci, e lo dico anche da amministratrice, per ridare dignità alla sanità di questa terra perché è un diritto di tutti che va rivendicato con forza. Non vorrei che dietro ai buoni numeri che sta offrendo la Calabria in termini di lotta al covid 19 si celi l’idea che le cose funzionino. Dobbiamo continuare ad essere delle sentinelle, a vigilare e combattere per un cambiamento radicale”. Ha ragione impegnamoci tutti. E senza timori riverenziali.

Il gesto di altruismo del poliziotto di Siderno

Un agente della Polizia in servizio al Commissariato di Siderno, Francesco Di Lella, ed un suo amico, Bruno Nevolo, si sono prodigati, con mezzi e risorse proprie, a realizzare con stampanti 3D uno stock di 50 maschere a visiera trasparente, donate stamani all’ospedale di Locri

mentre altre venti sono già state consegnate alla dirigente dell’Istituto comprensivo «Scopelliti Green» di Rosarno che provvederà a consegnarle al nosocomio di Gioia Tauro. Lo rende

noto la segreteria provinciale di Reggio Calabria del Siulp che plaude all’iniziativa dell’agente. Intanto, rende noto il Siulp, continua il progetto di solidarietà Cuore Siulp, dopo le donazioni di generi alimentari dei giorni scorsi a favore dell’Emporio della Solidarietà e della Caritas Diocesana, ieri la Segreteria provinciale di Reggio ha donato maschere a visiera trasparente ai reparti di Oncologia e Rianimazione del Grande Ospedale Metropolitano Bianchi Melacrino Morelli della città dello Stretto.

Il virus, l’epidemia, il maltempo e l’ipotesi fatta dall’Università della Calabria

Le condizioni meteorologiche e la densità abitativa dei centri urbani potrebbero influire sull’andamento dei contagi da Coronavirus: il calo delle temperature, la pioggia e un forte vento appaiono infatti correlati a un aumento dei casi positivi. E’ l’ipotesi che un gruppo di ricercatori dell’Università della Calabria ha testato elaborando un proprio modello di analisi dell’impatto degli eventi atmosferici sui casi confermati di Covid-19.

Il team è guidato da Patrizia Piro, ordinario di Costruzioni idrauliche nell’ateneo calabrese e comprende tra gli altri il dottorando Behrouz Pirouz. I ricercatori hanno utilizzato un metodo di analisi statistica (MLR, Multivariate linear regression) per analizzare i trend per tre casi di studio in Italia, relativi a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, nel periodo compreso tra il 14 febbraio e il 14 marzo.

I parametri presi in considerazione sono stati la temperatura media giornaliera, l’umidità e la velocità del vento, in aggiunta a parametri urbani come la densità di popolazione. L’analisi – suscettibile di ulteriori approfondimenti – ha mostrato che al 29 febbraio il numero di casi confermati nelle tre regioni non mostrava significative differenze, ma nei giorni successivi è aumentato in modo considerevole in Lombardia. «Questo potrebbe essere dovuto – spiegano i ricercatori – alla maggiore densità abitativa della Lombardia, rispetto a Veneto ed Emilia Romagna, e al fatto che la temperatura media è stata più bassa in Lombardia rispetto alle altre due regioni nei giorni precedenti».

Allo stesso modo, il fatto che i numeri di casi confermati e gli aumenti si siano mantenuti costanti in Veneto ed Emilia fino al 2 marzo può essere ricondotto alle condizioni meteo simili di quel periodo. I ricercatori hanno anche rilevato che esiste un ritardo variabile tra i 4 e gli 8 giorni tra l’evento atmosferico studiato e la crescita di nuovi casi, determinato da due ragioni: il periodo di incubazione necessario (almeno 3-5 giorni) perchè insorgano i sintomi tipici del contagio e il tempo richiesto per l’analisi dei tamponi. Lo studio curato da ricercatori dell’Università della Calabria è stato pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health.

Facciamo tornare a casa la nostra gente

«Sono ancora tanti i giovani meridionali rimasti bloccati al centro nord a causa dei lockdown che si sono susseguiti per l’emergenza sanitaria tesa al contenimento del contagio del Covid-19. Con la presente petizione chiediamo che vengano disposte misure urgenti ed indifferibili per consentire il rientro immediato a casa di tutti gli studenti e di tutti i lavoratori, gli uni rimasti con le Università chiuse e gli altri rimasti senza lavoro, realizzando dei corridoi di sicurezza, con tutte le misure che le attuali norme prevedono, a salvaguardia della tutela di tutti». E’ il testo della raccolta di firme indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e alla presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, lanciata da Antonio Iaconianni, dirigente del Liceo classico Telesio di Cosenza e genitore di ragazzi fuori sede. «La richiesta – è detto nel testo – ha carattere di urgenza ed indifferibilità in quanto la tenuta psicologia di questi ragazzi inizia a dare segnali di preoccupazione anche a causa di

vere emergenze economiche». Allo stato sono quasi duemila le firme già raccolte ma l’obiettivo è quello di metterne assieme almeno 2.500. Tante le storie che emergono dalle testimonianze dei firmatari, genitori di ragazzi costretti, a causa dell’emergenza coronavirus, a rimanere lontani dalle loro famiglie.

La mappa dei contagiati

Territorialmente i casi positivi sono così distribuiti:

Catanzaro 53 in reparto, 2 in rianimazione, 85 in isolamento domiciliare, 39 guariti, 27 deceduti.

Cosenza 32 in reparto, 3 in rianimazione, 317 in isolamento domiciliare, 40 guariti, 23 deceduti.

Reggio Calabria 31 in reparto, 2 in rianimazione, 150 in isolamento domiciliare, 45 guariti, 15 deceduti.

Crotone 14 in reparto, 74 in isolamento domiciliare, 18 guariti, 6 deceduti.

Vibo Valentia 3 in reparto, 53 in isolamento domiciliare, 10 guariti, 5 deceduti.

L’isolamento volontario

Le persone in quarantena sono 6.922, così distribuiti: Cosenza 1.451,

Crotone 1.576;

Catanzaro 1.744; Vibo Valentia 356;

Reggio Calabria 1.795.

Le persone giunte in Calabria che ad oggi si sono registrate al sito della Regione sono 15.737.

Un pensiero felice a tutti. Buona giornata. Coraggio.

Arcangelo Badolati

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