22 aprile 2020, Giornata Mondiale della Terra, 50° anniversario

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Questo anniversario deve spingere a riflettere ancora una volta sulla salute del nostro pianeta.
Un invito, quindi, a guardarsi attorno; uno stimolo a conoscere e a far conoscere la natura, a ricercare le interazioni e gli equilibri fra le sue componenti fisiche e biologiche. Qualcuno può considerarlo un suggerimento per informarsi ed analizzare i comportamenti sociali e le ingerenze delle attività umane nelle “leggi naturali” instauratesi in circa 3 miliardi di anni.
Intanto, occorre tenere ben presente che ogni minaccia alla salute del nostro pianeta è una minaccia a tutti gli esseri viventi e, di riflesso, all’esistenza dell’uomo.
Le maggiori problematiche che gli esperti ci propongono sono rappresentate dal riscaldamento globale dell’atmosfera, dall’eutrofizzazione dei mari, dall’invasione della plastica, dall’uso degli OGM in agricoltura, dai vasti incendi e dai disboscamenti nei polmoni verdi delle varie aree climatiche (Australia, Amazzonia, Siberia, ecc.).
Di queste, la prima dipende dall’effetto serra dell’atmosfera per l’aumento della concentrazione di alcuni componenti (anidride carbonica, metano, ammoniaca, ecc.), chiamati gas-serra. Già dal XIX secolo, con la rivoluzione industriale si è provocato un’alterazione crescente nella composizione dell’atmosfera: la concentrazione di anidride carbonica in essa, nel XIX secolo, era di circa 150 ppm (parti per milione), oggi è 410 ppm e, fra mezzo secolo, si stima in 500-550 ppm.
Il riscaldamento globale è la causa principale dello scioglimento dei ghiacciai e dell’innalzamento del livello dei mari.
Tutti sanno che per ridurre questi pericoli ambientali bisogna garantire la depurazione dei fumi provenienti dalla combustione dei prodotti petroliferi, la riduzione del consumo di concimi e pesticidi, il riciclaggio della plastica, la depurazione delle acque industriali e di quelle urbane.
Molti ricercatori ed Organismi internazionali avvertono l’opinione pubblica di queste alterazioni ed auspicano che i singoli Governi possano provvedervi.
Qualcosa, a volte, si fa; altre volte si rimanda.
Intanto non mancano continui eventi di sensibilizzazione. Quello di oggi è uno di questi, poi il 5 giugno ci sarà la “Giornata mondiale dell’ambiente” (proclamata, dal 1972, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite), e che l’intero 1987 è stato proclamato “Anno europeo dell’ambiente” dalla Comunità Europea.
Alcune persone, interessate e sensibili, hanno pensato di rivolgersi alle giovani generazioni per richiamare l’attenzione dei media sulle iniziative sporadiche intraprese da qualche giovane figura per diffondere fra i coetanei il messaggio delle problematiche ambientali a livello planetario.
Ci sono riusciti con Greta Thunberg nel 2019, ma già dal 1992 avevano incominciato con Severn Suzuki, 12enne canadese, alla Conferenza Mondiale sullo sviluppo e sull’ambiente, tenutasi a Rio de Janeiro il 3-14 giugno 1992. Non mancano altri personaggi celebri fra politici, cantanti, attrici. Uno di questi, Al Gore, è arrivato anche a vincere (insieme all’Intergovernmental Panel on Climate Change), nel 2007, il Premio Nobel per la pace «…per i loro sforzi per costruire e diffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall’uomo e per porre le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti».
I cittadini debbono fare la propria parte e adoperarsi affinché le Grandi Nazioni e la Propria facciano sempre di più per la salvaguardia della Terra.

Francesco Foggia

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