Aggiornamento Covid-19, in Calabria contagiati sono 385
Covid-19 Aggiornamento domenica 19
“Una bugia fa in tempo a compiere mezzo giro del mondo prima che la verità riesca a mettersi i pantaloni”. (Sir Winston Churchill)
Le persone risultate positive al Coronavirus superano le mille unità
I nuovi contagi
Salgono a 385 i contagiati da Covid-19 in provincia di Cosenza. I dati diffusi dall’Asp, raccontano dei seguenti casi attivi: 59 a Torano (compresi i dipendenti della casa di cura), di cui 3 in ospedale, San Lucido 49, Bocchigliero 19, Oriolo 27, Rogliano 28, Cosenza 18, Corigliano Rossano 33. Nuovi casi a Bisignano (4), Acri (4), Luzzi (4), Montalto (7), San Marco A. (1) Santa Caterina Albanese (1), Fagnano (3), Villapiana (2), San Martino di Finita (2), Santa Sofia d’Epiro (1), Vaccarizzo Albanese (1). Terranova Sibari (1). Intanto i consiglieri regionali del Pd Pippo Callipo, Graziano Di Natale e Marcello Anastasi, hanno chiesto con una interrogazione spiegazioni sulla consegna dei tamponi a Villa Torano da parte della Protezione Civile di Catanzaro. Nella casa di cura privata sono risultati positivi al virus 41 pazienti e 36 dipendenti (questi ultimi in parte residenti in altri comuni)
Più confortanti i dati che giungono dalle altre aree della regione.
A Catanzaro 60 i pazienti in reparto; 2 in rianimazione e 85 persone in isolamento domiciliare. Ventiduesima vittima legata alla casa di cura “Domus Aurea” di Chiaravalle: è un’anziana di 99 anni.
A Reggio 33 pazienti in reparto; 2 in rianimazione e 162 persone in isolamento domiciliare. Una casa di cura è stata sequestrata dai carabinieri del Nas a Gallico. Due nuovi positivi a Melito Porto Salvo.
A Vibo Valentia 5 pazienti in reparto e 52 persone in isolamento domiciliare
A Crotone 14 pazienti in reparto e 84 persone in isolamento domiciliare.
Complessivamente i guariti in Calabria sono 106. La zona più colpita dal coronavirus è il Cosentino, quella con meno casi positivi il Vibonese.
Immunità, contagi, terapie di contrasto: intervista alla celebre virologa Cristina Giraldi
Il focolaio che fa paura. Nell’area della Valle del Crati è cresciuto il numero dei contagiati. Il Covid-19 ha infettato 36 degenti e 42 dipendenti della casa di Cura “Villa Torano”. E l’epidemia si è subito allargata ad altri paesi della zona: Montalto, Acri, Bisignano, Luzzi. La circostanza singolare è che gli ormai oltre 80 “positivi” sono tutti a-sintomatici. Per capire meglio e di più su questo virus abbiamo posto alcune domande a Cristina Giraldi, virologa di fama, segretario nazionale dei microbiologi clinici italiani.
Ci spiega quali sono e come si manifestano i sintomi del Covid?
La maggior parte delle persone si infettano ma non sviluppano alcun sintomo. Generalmente i sintomi sono lievi, soprattutto nei bambini e nei giovani adulti, e a inizio lento. I sintomi più comuni sono: febbre, stanchezza e tosse secca Quelli più lievi indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, mal di gola, diarrea, perdita o diminuzione dell’olfatto e perdita del gusto. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale fino a morte. Le statistiche rivelano che circa 1 persona su 5 (20%) si ammala gravemente e presenta difficoltà respiratorie tali da richiedere il ricovero in ambiente ospedaliero.
Quanto dura il periodo di incubazione?
Il periodo di incubazione rappresenta il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici. Si stima attualmente che vari fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.
Per quanto tempo rimane il virus nel corpo anche dopo la guarigione clinica?
Fino a 30 giorni. Occorre sempre procedere con due tamponi successivi che diano esiti negativi per essere sicuri di essere finalmente liberi dal Covid-19.
Ma perché a “Villa Torano” ci sono tanti infetti e pochi malati?
Le ipotesi potrebbero essere due. È probabile che il contagio sia avvenuto in tempi diversi e quindi dobbiamo aspettare almeno sette o dieci giorni per vedere come evolve l’infezione. O, ancora, i positivi sono 36 dipendenti e 41 pazienti compresi i familiari: dunque è un cluster epidemico costituito soprattutto da persone tra i 30 e 55 anni (familiari degli anziani e personale sanitario). In questa popolazione (più giovane), quasi sempre, l’infezione si presenta in forma lieve. Per gli anziani il discorso può essere diverso per via della comorbilità e della età. Entro una decina di giorni capiremo tutto meglio.
Esiste una nuova strategia terapeutica contro il Covid?
Fino a poco tempo fa si raccomandava a tutte le persone positive di rimanere a casa senza alcuna prescrizione terapeutica e di andare in ospedale solo quando subentrava l’insufficienza respiratoria. Adesso i malati domiciliari devono essere attentamente seguiti dai medici di base o da specialisti (pneumologi, infettivologi e internisti) con immediata somministrazione di idrossiclorochina o altri antivirali con una copertura antibiotica e di eparina a dosi generose. Quest’ultimo farmaco è necessario per prevenire le gravi e diffuse micro e macro tromboembolie arteriose e venose, molto frequenti in questa malattia. Questo nuovo orientamento con terapia precoce domiciliare riduce in modo significativo le forme gravi da ospedalizzare.
Una volta guariti dal virus si è immuni e per quanto tempo?
Non ci sono dati sulla durata della immunità. Chi era ammalato di Sars, per fare un esempio, dopo due anni si è scoperto che non era più protetto dal virus.
Cosa ne pensa dei test sierologici?
Saranno utilizzati per valutare la diffusione dell’infezione sul territorio nazionale, ma ancora, essendo tutti test compiuti per ricerca, devono essere valutati e validati. Sono in corso numerosi studi per verificare quali e quanti, di quelli in commercio, abbiano un elevato grado di sensibilità e specificità per la diagnosi immunologica. Sembra, da uno studio di Fausto Baldanti, del Dipartimento di Virologia del San Matteo di Pavia, che gli anticorpi prodotti da SARS CoV2 siano neutralizzanti e pertanto protettivi, ma la durata effettiva dello stato immunitario non è ancora conosciuta.
Il presidente Santelli sulla chiusura della Calabria
«De Luca vuole chiudere, io qui non ho mai aperto. Non ci faremo certo prendere dalla fretta adesso. I confini sono chiusi dal 7 marzo, ancora prima che lo facesse il governo, perché abbiamo cercato di evitare l’esodo dei fuorisede. Le cose non sono cambiate, qui è ancora tutto blindato. Per il futuro valuteremo in base ai dati». Così il presidente Jole Santelli. L’esponente politico sulle regioni del Nord che chiedono di riaprire dice: «Magari sono più ottimisti di noi. Qui procederemo con gradualità, non possiamo correre rischi. Da domani saranno consentite alcune attività come la manutenzione degli stabilimenti balneari, l’apertura dei laboratori di pasticceria nei giorni festivi, e ci si potrà spostare dal proprio Comune per lavorare negli orti». Sulla fase 2 invece puntualizza: «Come sulle chiusure, ci dovrebbe essere una linea condivisa sulle riaperture. Il governo però al momento parla una lingua abbastanza equivoca; per esempio sui test, aspetteremo ancora un pò, poi come altre Regioni ci muoveremo in autonomia. Dopo il 3 maggio, avvieremo 15 giorni di screening di massa e da lì decideremo come procedere>.
I pazienti lombardi guariti a Catanzaro
Sono guariti e potrebbero essere dimessi già nella giornata di domani i due pazienti della Lombardia trasferiti all’ospedale «Pugliese Ciaccio» di Catanzaro lo scorso 19 marzo. Lo confermano fonti ospedaliere. I due pazienti – uno proveniente da Bergamo e un altro da Cremona – erano arrivati in Calabria lo scorso 19 marzo, a bordo di un aereo dell’Aeronautica militare sbarcato all’aeroporto di Lamezia Terme, su disposizione della Protezione civile nazionale, che aveva contattato il «Pugliese Ciaccio» di Catanzaro per verificare la possibilità di accoglierli in considerazione dell’ormai sempre più ridotta disponibilità di posti letto nella Lombardia. Al loro arrivo in Calabria, i due pazienti erano stati subito ricoverati nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Catanzaro per le loro condizioni critiche ma dopo una decina di giorni, dopo il risconto di sensibili miglioramenti, sono stati quindi trasferiti al reparto di Malattie infettive del «Pugliese Ciaccio”: fonti ospedaliere riferiscono che è attesa nelle prossime ore la comunicazione della Protezione civile per il loro rientro, sempre in aereo, in Lombardia.
Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:
- Catanzaro: 60 in reparto; 2 in rianimazione; 85 in isolamento domiciliare; 33 guariti; 26 deceduti
- Cosenza: 40 in reparto; 3 in rianimazione; 290 in isolamento domiciliare; 29 guariti; 22 deceduti
- Reggio Calabria: 33 in reparto; 2 in rianimazione; 162 in isolamento domiciliare; 28 guariti; 15 deceduti
- Vibo Valentia: 5 in reparto; 52 in isolamento domiciliare; 8 guariti; 5 deceduti
- Crotone: 14 in reparto; 84 in isolamento domiciliare; 8 guariti; 6 deceduti
L’isolamento volontario
Le persone in quarantena sono 7.505, così distribuite:
- Cosenza: 1.779
- Crotone: 1.587
- Catanzaro: 1.716
- Vibo Valentia: 495
- Reggio Calabria: 1.928
Le persone giunte in Calabria che ad oggi sono 15.306.
Un pensiero felice a tutti. Buona giornata. Coraggio.
Arcangelo Badolati