Sindaco, giusto il richiamo al senso di responsabilità. Ma questo vale anche per lei.

Desta sconcerto il richiamo al senso di responsabilità che il sindaco Pino Capalbo ha affidato ieri sera a un post sulla sua pagina Facebook. Dopo aver ringraziato i giornalisti per il lavoro che stanno portando avanti in questa fase, fa riferimento a “un rimbalzo continuo di dichiarazioni e smentite: tutto ciò ha creato confusione e immotivato panico tra la popolazione”. La vicenda è relativa al decesso di un’anziana signora di Acri, su cui tornerò tra qualche riga.

In linea di principio, il senso del messaggio non fa una grinza. In sostanza, il primo cittadino invita a uno scrupolo maggiore tutti noi operatori dell’informazione e a considerare come oro colato solo ciò che appare sulla sua pagina Facebook e sul sito del Comune.

Sindaco, accolgo l’invito a un maggiore senso di responsabilità se lo allarga anche alla sua persona: le prime inesattezze sono apparse proprio sulla sua pagina Facebook, nella tarda serata di mercoledì. Per fare chiarezza sui casi positivi ad Acri, lei specificava che, in attesa di rifare i tamponi tra i positivi di Torano, c’erano due acresi che si erano già sottoposti a un doppio esame dall’Asp, quando non era così. Quindi, la prego, non salga in cattedra e prenda le bacchettate insieme a noi.

Questa non vuole essere una difesa d’ufficio della categoria; anzi, non per tutti i colleghi nutro lo stesso rispetto, ma unicamente la volontà di ristabilire un minimo di verità ed equilibrio di giudizio.

E veniamo alla vicenda su cui si è innescata la polemica ieri. Anche noi abbiamo pubblicato la notizia della morte di una signora di Acri risultata positiva al tampone per il Covid-19, ma citando la fonte e non, come qualcuno ha fatto, firmando il pezzo e attribuendosi la paternità della notizia.

Proprio mentre il Tg3 Calabria confermava la notizia che si leggeva su tante testate e agenzie di stampa, compre l’Ansa, a distanza di meno di un’ora noi pubblicavamo la rettifica: la signora era risultata negativa al test.

Che fosse stata pubblicata praticamente da tutti è solo un parziale esimente: come categoria, io per primo, abbiamo sbagliato: cospargiamoci il capo di cenere e chiediamo scusa. Avevamo il dovere di operare i necessari raffronti, e non lo abbiamo fatto, se non superficialmente.

Poi c’è stato chi addirittura si è trincerato dietro un ipotetico quanto inesistente comunicato dell’Asp. Che non potrebbe esistere per una serie di ragioni.

Intanto perché la presidente Santelli ha avocato a sé ogni responsabilità comunicativa in tema di Covid-19 e poi perché l’Asp non avrebbe potuto emettere alcun comunicato prima di aver informato ufficialmente il sindaco della eventuale positività della signora. Cosa che ovviamente non è avvenuta.

Per cui, la notizia era viziata all’origine e questo ha tratto in inganno tutti. Abbiamo commesso un errore, così come può sbagliare chiunque. Tutto qui.

Ma questo non legittima giudizi sommari, non sulla categoria, ma sui singoli professionisti. La credibilità professionale ognuno di noi ce l’ha scritta nella sua storia e chi cerca l’attendibilità della fonte in un contesto come il web, in cui c’è tutto e il suo contrario, si rivolga a quella. Non mette al riparo da errori, ma aiuta a comprendere quelli che profumano di bucato dai magliari.

Piero Cirino

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