Aggiornamento Covid-19, i positivi di Villa Torano per l’Asp sarebbero almeno 23 nel secondo test

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Covid-19 Aggiornamento giovedì 16 aprile

“Tentare di limitare l’azione di un giornalista non solo è inutile ma è pure sciocco!”

(Luigi Barzini)

I calabresi contagiati dal coronavirus sono fino a stamane 980. 69 i morti

I nuovi tamponi

I dati di oggi sono viziati dalla tragicomica vicenda di “Villa Torano”. I nuovi esami condotti a Catanzaro rivelano in tutto 9 contagiati. Più tardi avremo i dati completi che fino a ieri sera l’Asp di Cosenza fissava invece a quota 23 positivi. Incredibile! Vi riferiamo perciò tutto quello che sappiamo area per area e, poi, approfondiamo questo tema.

Partiamo dal Reggino dove abbiamo 30 pazienti in reparto, 3 in rianimazione e 200 persone in isolamento domiciliare. Vengono segnalati casi a Palmi, ma si tratta di un falso positivo relativo ad una persona non più residente da tempo nella cittadina tirrenica; 2 casi a Condofuri, 13 a Melito, 5 a Sinopoli, 1 a Bovalino, 20 a Montebello, 6 a Rosanro, 3 a Taurianova, 2 a Cittanova, 2 a Cinquefrondi, 2 a Rizziconi. Guarito, invece, il cittadino di Gioia Tauro contagiato nelle scorse settimane. A Reggio il maggior numero di casi positivi.

Nel Cosentino la cronaca racconta di 45 pazienti in reparto, 4 in rianimazione e 229 persone in isolamento domiciliare. Il numero dei casi: 4 Acri, 3 a Terranova da Sibari, 1 Luzzi, Bisignano, Santa Sofia d’Epiro e Fagnano Castello; 47 a San Lucido, 39 a Corigliano Rossano, 30 a Rogliano, 27 a Oriolo. Imprecisato il numero dei contagiati a Torano fermo al momento a 23 per l’Asp di Cosenza ed a 9 per il “Mater Domini” di Catanzaro. Ieri, infine, registrato a Cosenza il ventesimo morto: si tratta di un pensionato di 85 anni di Marano Marchesato.

Nel Catanzarese i numeri sono questi: 58 pazienti in reparto, 4 in rianimazione e 89 persone in isolamento domiciliare. Due i morti registrati ieri: sono anziani che erano ricoverati nell’ospedale “Pugliese-Ciaccio” colpiti dal virus nelle scorse settimane. Chiaravalle rimane il focolaio più terribile e importante della provincia con 21 morti e decine di contagiati.

Nel Vibonese i numeri ci parlano di 6 pazienti in reparto e 50 persone in isolamento domiciliare. I dati più significativi: 19 i positivi a Vibo Valentia; 4 a Ricadi, 14 a Serra San Bruno e 17 a Fabrizia (questi ultimi due sono comuni “zona rossa”).

Nel Crotonese il lavoro svolto dai virologi rivela 17 pazienti in reparto e 84 persone in isolamento domiciliare. I dati più significatiovi: Cirò Marina 13 positivi; Cutro 11, Isola Capo Rizzuto 8.

Il mistero di Villa Torano: scusate abbiamo sbagliato!

Il “giallo” dei contagi. Ma come è possibile che l’esecuzione dei tamponi sugli ospiti e gli operatori della casa di cura «Villa Torano» sia stata compiuta dallo stesso personale della struttura privata? Personale che ha agito con una tale superficialità da invalidare il risultato dei test. Uno degli incaricati avrebbe infatti operato nella fase del prelievo adoperando solo e sempre un paio di guanti. E la circostanza, di non poco conto, potrebbe aver determinato una contaminazione dei reperti poi sottoposti ad esame virologico a Catanzaro. Se non fosse vero sembrerebbe una delle trovate ironicamente amare di Pasquale Festa Campanile che non era un medico ma uno scrittore. Nella provincia che conta in Calabria il più alto numero di contagiati da Covid-19, nella quale in 72 ore sono morti tre pazienti di 51, 81 e 85 anni, hanno trovato una forse eccessiva “autonomia” d’azione degli operatori sanitari privati. Operatori che sono dipendenti della casa di cura in cui soggiornava una donna finita poche ore prima in Rianimazione per polmonite da coronavirus e febbre alta. Operatori che, dopo il ricovero della degente, hanno chiesto e ottenuto la consegna di tamponi dalla Protezione civile di Catanzaro eseguendoli – probabilmente temendo l’espansione dell’epidemia – senza la presenza dei medici e degli “specialisti” del servizio sanitario pubblico. Il responsabile del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Cosenza, Mario Marino, è stato infatti informato solo dopo ed a cose fatte. Il dirigente pubblico è comunque intervenuto ed ha rimesso ordine e dato precise disposizioni a tutela di degenti e personale. Qualcuno però dovrà dare, almeno per una volta in queste settimane di angoscia, lutti e costrizioni, delle spiegazioni. Già, perché le cose hanno poi preso una piega tragicomica che tende al ridicolo visto che tutti i tamponi eseguiti a “Villa Torano” dovranno essere ripetuti. E che ciò avverrà con dispendio di risorse pubbliche, tra l’imbarazzo istituzionale e il generale stupore della popolazione.

Per ventiquattr’ore, nell’area compresa tra Torano, Luzzi, Acri, Bisignano e Santa Sofia d’Epiro la gente ha infatti pensato d’essere precipitata nella bolgia della pandemia. Il responso dei test condotti era stato impietoso rivelando la presenza di 67 positivi al virus tra il personale e gli ospiti della struttura. E si trattava di gente in gran parte residente nei cinque centri che abbiamo indicato. I sindaci hanno perciò emesso ordinanze per avvertire la cittadinanza del pericolo incombente e per 18 ore il ritmo della vita è cambiato radicalmente. Il presidente Jole Santelli ha subito chiuso Torano bollandolo come “zona rossa”. Ad ora di pranzo di ieri è arrivato il colpo di scena. È stato il commissario dell’Asp di Cosenza, Giuseppe Zuccatelli a dichiarare che «i tamponi vanno rifatti perché sono stati raccolti in modo inappropriato e quindi il dato è stato sicuramente inquinato. Abbiamo fatto rifare i nuovi tamponi dai collaboratori del Dipartimento di prevenzione dell’Asp perchè quelli precedenti erano stati fatti da un operatore della struttura che non aveva cambiato i guanti, mentre la procedura prevede che a ogni tampone bisogna cambiare i guanti. Quindi – spiega il commissario – tutti i 105 tamponi fatti ieri sono da ricontrollare: essendoci dei positivi, è evidente che i positivi saranno riconfermati ma bisogna vedere in che misura, perchè alcuni di questi potrebbero risultare negativi». Zuccatelli, infine, annuncia: «Aspettiamo l’esito perchè il dato dei 67 positivi che si sente in giro potrebbe essere abbondantemente smentito». Come andrà a finire? Vedremo. È tuttavia evidente che, visto l’allarme suscitato nelle ultime settimane dalle tragiche vicende delle case di riposo di Bocchigliero, Melito Porto Salvo e, soprattutto, Chiaravalle (21 i morti) la situazione di “Villa Torano” è stata gestita troppo precipitosamente. La sinergia dei privati con le strutture sanitarie pubbliche, in situazioni complesse come quelle attuali, non può essere considerata residuale. E i fatti lo dimostrano. Se, poi, questa vicenda nasconde altro, state tranquilli che lo scopriremo.

I ritardi dell’Asp e la protesta del sindaco

Un nuovo caso di positività Covid a Belsito, notificato dall’Asp al comune dopo oltre una settimana dagli ultimi tamponi effettuati nel centro del Savuto domenica 5 aprile, ha indotto il sindaco Antonio Basile a mettere il dito nella piaga dei ritardi accumulati dall’Azienda sanitaria provinciale, sia nella esecuzione dei test, sia nella rilevazione dei loro esiti. Il primo cittadino espone così la sua puntuale denuncia: «Ci è stato finalmente comunicato, tramite Pec dell’Asp, che una delle persone esaminate il 5 aprile è risultata positiva. Fortunatamente, il soggetto era già in isolamento domiciliare dallo scorso 28 marzo, perché entrato in contatto stretto con un’altra persona già contagiata, e, quindi, non c’è stata alcuna possibilità di diffusione del virus». Tuttavia, Basile ritiene «un fatto gravissimo» che l’esito del tampone già a conoscenza dell’Asp sin dal 9 aprile, sia stato reso noto alla sua responsabilità e funzione «con così grave ritardo e – sottolinea – solo dopo le nostre sollecitazioni, nate a seguito di notizie apparse su testate giornalistiche online che riportavano 5 contagiati su Belsito, 1 in ospedale e 4 a domicilio». Come dargli torto?

I cinque pazienti guariti

Altri cinque pazienti hanno lasciato il reparto di Malattie Infettive dell’Annunziata di Cosenza.

Si tratta di quattro uomini: un sessantacinquenne proveniente da Fuscaldo, ricoverato il 13 marzo; un sessantenne di Rossano ricoverato dal 21 marzo; un sessantanovenne di Cariati giunto a Malattie Infettive l’ 11 marzo; un cinquantatreenne di Marzi ricoverato il 27 marzo scorso e una donna trentanovenne di Donnici ricoverata il 1 aprile.

“Due di loro – ha dichiarato il direttore della Unità Malattie Infettive, Antonio Mastroianni – versavano in uno stato di insufficienza respiratoria moderata, ma siamo riusciti ad evitare il trasferimento in Terapia Intensiva, grazie anche all’ impiego delle tecniche di ventilazione non invasiva”.

“La polmonite da Covid-19 manifesta un quadro clinico di insufficienza respiratoria progressiva – ha dichiarato Francesco Crocco direttore della UOC Medicina d’Urgenza che supporta l’equipe “emergenza coronavirus” – non tutti i pazienti sviluppano un’ insufficienza grave da richiedere ventilazione meccanica invasiva. A Malattie Infettive, interveniamo nelle forme di insufficienza lieve o moderata, sottoponendo i pazienti Covid a trattamento ventilatorio che non è la semplice ossigenazione. In questo modo riusciamo a dare il tempo ai farmaci somministrati dagli infettivologi di esplicare i loro effetti.” Tre dei pazienti che hanno fatto ritorno a casa sono stato trattati con il Tocilizumab in somministrazione sottocutanea.

L’invito ai ragazzi a rimanere in Calabria

«Nel momento più buio, della preoccupazione, dell’ansia e della paura, molti di voi sono tornati in Calabria. Quando questa emergenza sarà passata non partite, restate. In Calabria si sta bene». Sono parole del vice presidente della Regione, Nino Spirlì.

«Lo dico ai giovani universitari. Sono circa 30 mila – spiega – i nostri studenti fuori sede che, ogni mese, portano fuori dalla nostra regione circa 30 milioni di euro. Tutti soldi sudati in Calabria e spesi altrove per il mantenimento. Soldi che prosegue Spirlì – potrebbero rimanere qui, nella nostra terra. Le nostre università non hanno niente da invidiare alle università delle altre regioni. Restate in Calabria, riflettete sulla possibilità di studiare qui. Il mio invito è rivolto anche a tutti gli artigiani emigrati. Ora che siete tornati restate! Rimettete in piedi le vostre attività nella vostra terra. Se il terrore per il coronavirus vi ha spinto a fare ritorno a casa, ritenendo questa terra un paradiso, (e i numeri ci danno ragione) vi prego di pensarci: restate qui e aiutate voi stessi, la vostra famiglia. Il tempo c’è. Riflettete sull’opportunità di rimanere. Se la Regione vi può dare una mano… Beh, lo faremo! Rifletteremo insieme. E’ un invito – conclude – fatto col cuore».

La solidarietà delle persone “speciali”

Sono persone disabili e lavorano in una cooperativa, la «Agrama», per produrre frutta e verdura destinate alle persone bisognose del paese. La storia arriva da Belcastro, piccolo centro in provincia di Catanzaro, dove la cooperativa porta avanti i progetti dell’associazione «L’Alveare», impegnata da tempo in attività e servizi finalizzati all’inclusione sociale e lavorativa di soggetti con disabilità. I ragazzi della cooperativa coltivano la terra in località Fieri di Belcastro, in una struttura della Provincia, e l’ultimo raccolto è stato consegnato al commissario straordinario del Comune, Antonio Calenda, per le famiglie bisognose in questo particolare momento di crisi.

Calenda ha deciso di coinvolgere nel progetto anche la parrocchia e la confraternita della Misericordia, con l’obiettivo di raggiungendo in poco tempo le persone bisognose del paese. Nel progetto sono impegnati undici disabili di Catanzaro che hanno prodotto il grano utilizzato poi, grazie ad una filiera promossa dall’associazione, per realizzare la farina e la pasta, donati alle famiglie in difficoltà.

La mappa dei contagiati

Ecco la situazione:

Catanzaro: 58 in reparto, 4 in rianimazione, 89 in isolamento domiciliare, 23 guariti e 25 deceduti;

Cosenza: 45 in reparto, 4 in rianimazione, 229 in isolamento domiciliare,18 guariti, 20 deceduti;

Reggio Calabria: 30 in reparto, 3 in rianimazione, 200 in isolamento domiciliare, 28 guariti e 15

deceduti;

Vibo Valentia: 6 in reparto, 50 in isolamento domiciliare, 7 guariti e 5 deceduti;

Crotone: 17 in reparto, 84 in isolamento domiciliare, 5 guariti e 6 deceduti.

Le persone in quarantena volontaria sono in tutto 7055 mentre quelle giunte in Calabria che si sono registrate 14.692.

Un pensiero felice a tutti. Buona giornata. Coraggio.

Arcangelo Badolati

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