Covid 19, la situazione aggiornata in Calabria

Covid-19 aggiornamento martedi 31 marzo 2020

I calabresi contagiati dal coronavirus sono fino a stamane 660

I racconti dei sopravvissuti

Due guariti provenienti dalle “zone rosse”. Un uomo di 29 anni, residente a Santo Stefano di Rogliano e una donna di 39, madre di quattro figli, che vive a San Lucido.

Lui si chiama Simone Altomare e fa il militare di professione: è in servizio nella caserma dell’esercito di Cosenza. Ha contratto il virus ed è rimasto in cura per due settimane nel reparto di Malattie Infettive di Cosenza. È stato dimesso ed è tornato a casa. «Ho avuto i sintomi con febbre il sei marzo» spiega «e nei nove giorni successivi è scoppiata una tosse insopportabile. È poi subentrata una polmonite bilaterale interstiziale – racconta – . Sono perciò andato in ospedale. Non è stato facile. I medici e gli infermieri mi hanno curato con medicinali fortissimi ed è grazie a loro che oggi sono qui a raccontare quanto mi è accaduto. Io sono la testimonianza che si può guarire ma a tutti dico: state a casa, non uscite, solo stando a casa si può combattere la diffusione del virus».

Lei, Marianna Bruno, l’altra paziente uscita dall’incubo del Covid-19, è una madre a tempo pieno. Anche nel suo caso la degenza si è protratta per due settimane con le giuste terapie d’urto. Per la trentanovenne, tuttavia, la guarigione è oggi accompagnata da un velo di tristezza perché nei giorni scorsi, sempre all’Annunziata, è morto di coronavirus il suocero, 75 anni, che era ricoverato in Rianimazione.

Ma come è cominciato questo viaggio infernale? «Il virus si è manifestato con febbre per cinque giorni» racconta alla Gazzetta «ma senza tosse. Avevo alterazioni di temperatura e nessun altro sintomo. Siccome però mio suocero era stato portato in ospedale abbiamo deciso con mio marito di sottoporci a tampone: e mentre lui è risultato positivo ma a-sintomatico, io sono risultata positiva e sintomatica e così, quando mi hanno fatto la tac, hanno scoperto che avevo la polmonite». Un colpo durissimo per tutta la famiglia. «La nostra vita è stata sconvolta perchè abbiamo subito pensato ai quattro figli, a quello che poteva loro accadere: così li abbiamo fatti sottoporre a test e, per fortuna, sono risultati negativi».

A questo punto Marianna, viene portata nel nosocomio della città capoluogo. Lasciare San Lucido, i bambini, non dev’essere stato facile. « In ospedale, a Cosenza, dove sono stata ricoverata, ho trovato nei medici e negli infermieri delle persone speciali: mi sono stati vicini, mi hanno aiutato anche psicologicamente.». Quindi l’inizio delle cure. «Mi hanno somministrato il nuovo farmaco, quello della Roche, e in pochi giorni ne ho tratto immediato beneficio. Non ho mai, però, avuto problemi di respirazione, cioè non mi hanno mai messo l’ossigeno». Ora che è finita Marianna Bruno vuol dire qualcosa agli altri. «A quanti stanno affrontando con angoscia questa epidemia mi sento di dire: non uscite da casa, restate con le vostre famiglie è l’unica cosa che possiamo fare.».

Poi uno sguardo al futuro. «Mio marito sarà risottoposto a tampone tra qualche giorno e sapremo se è guarito pure lui. La nostra vita deve riprendere». Alla fine un pensiero rivolto al suocero: «Lui aveva problemi respiratori prima di contrarre il coronavirus, aveva un pò di affanno forse anche per questo non ce l’ha fatta. Prego per lui ogni giorno».

Sanitari infettati

I medici colpiti dal coronavirus sono tre: un gastroenterologo dell’ospedale di Cetraro e due medici di base di stanza a Rosarno e Corigliano Rossano. Quattro invece gli infermieri positivi: prestano servizio rispettivamente a Cetraro, Reggio Calabria, Paola e Belvedere Marittimo.

I casi nelle cinque province

Nel Cosentino sin registra un incremento di casi positivi a San Lucido, con 37 infettati ed a Rogliano, con altri due carabinieri della compagnia aggrediti dal virus. I militari complessivamente colpiti sono 11. Balzo in avanti di contagiati a Belsito, piccolo centro del Savuto, con un paziente in Rianimazione a Cosenza e sette contagiati in isolamento sul territorio municipale. A Marzi la statistica rimane ferma a tre casi, mentre a Francavilla peggiorano le condizioni del genero della donna morta l’altro giorno in ospedale. L’uomo ha perciò lasciato la propria abitazione per essere trasferito in ambulanza nel reparto di Malattie infettive del capoluogo bruzio. A Cosenza il numero dei contagiati è salito a 11, mentre si registrano singoli casi a Castrovillari, Frascineto, Casali del Manco, Cassano, Mendicino, Dipignano, Carpanzano, Oriolo, Tortora, Santa Maria del Cedro, Praia a Mare. Sono 184 i contagi complessivi.

Nel Reggino solo due nuovi casi registrati ieri nella città capoluogo. Per il resto la situazione rimane invariata con tre casi a Rosarno e Taurianova, due a Rizziconi, uno ciascuno a Gioia Tauro (negativa al tampone la moglie del contagiato) Bovalino, Locri, Caulonia, Maria di Gioiosa, Cittanova e Sinopoli. Sedici i casi a Montebello Ionico.

Nel Vibonese, dopo la chiusura di Fabrizia divenuta “zona rossa” con 18 positivi, rimangono 18 pure i casi registrati a Vibo Valentia e 21 a Sera San Bruno. Sei i pazienti ricoverati in ospedale.

Nel Catanzarese i numeri rimangono in crescita stabile dopo i quattro decessi registrati. Le persone in isolamento domiciliare sul territorio provinciale sono ben 111 e il dato deve far riflettere. Il centro più a rischio rimane Chiaravalle con quasi 70 casi positivi. Nove rimangono i casi a Lamezia.

Nel Crotonese rimane sempre Cutro il centro dell’emergenza covid con venti casi positivi e un morto. Contagiati si contano pure a Strongoli e Isola Capo Rizzuto oltre che nella città capoluogo dove risultano ricoverate in ospedale 18 persone.

La Presidente e le due Italie

Pronti 100 posti di terapia intensiva ma mancano i ventilatori. Incredibile ma vero. «Me li deve dare il governo, ma non mi arrivano. Mi servono, ma non ce li mandano. È un mese che li chiedo in Conferenza Stato-Regioni. Ora che è scoppiato il guaio serio nella rsa di Chiaravalle sto continuando a premere. Più che chiamare ogni giorno il commissario, i ministri competenti, la Stato-Regioni, che devo fare?»: Jole Santelli spara a zero. La situazione è oggettivamente paradossale. La presidente della giunta calabrese, aggiunge: «Lancio un appello: in questo momento il governo, la Protezione civile e il commissario Arcuri stanno distribuendo dispositivi e attrezzature in relazione al numero di contagiati. Questo vuole dire che il 90% di tutto va ad alcune regioni del Nord particolarmente provate. Noi abbiamo due Italie: quella del contagio dilagante e quella che sta cercando di evitarlo. Alle regioni del Sud arrivano solo le briciole.
Noi – dice Santelli – non abbiamo dispositivi, riceviamo solo da tre o quattro giorni le mascherine, non abbiamo le tute e manca il materiale che dobbiamo fornire a 118 e ospedali. Anche il commissario Arcuri aveva proposto di cambiare questo sistema di distribuzione e di dare un’attenzione particolare al Sud per evitare che dilaghi il contagio. In caso contrario, tra poco ci troveremo a fronteggiare situazioni molto difficili. Si tratta di una decisione politica e il governo deve assumersi serie responsabilità verso il Sud».

La mappa dei contagi

Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti: – Catanzaro: 22 in reparto; 10 in rianimazione; 111 in isolamento domiciliare; 5 guariti; 6 deceduti

Cosenza: 52 in reparto; 2 in rianimazione; 114 in isolamento domiciliare; 2 guarito; 11 deceduti –

Reggio Calabria: 33 in reparto; 5 in rianimazione; 137 in isolamento domiciliare; 7 guariti; 9 deceduti –

Vibo Valentia: 5 in reparto; 1 in rianimazione; 29 in isolamento domiciliare; 1 deceduto –

Crotone: 18 in reparto; 0 in rianimazione; 63 in isolamento domiciliare; 4 deceduti.

L’isolamento

I soggetti in quarantena volontaria sono 8326, così distribuiti: – Cosenza: 2461- Crotone: 1037 – Catanzaro: 1072 – Vibo Valentia: 651 – Reggio Calabria: 3105. Le persone giunte in Calabria che si sono registrate al sito della Regione sono 12.358.

Un pensiero felice a tutti. Buona giornata. Coraggio.

Arcangelo Badolati

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