Didattica d’istanti

I miei ragazzi non disegnano l’arcobaleno, sono l’arcobaleno! 

Lo sono nei pensieri, nelle emozioni e nei silenzi. La distanza dai loro volti non mi fa percepire quei cambiamenti visibili che ogni giorno portano in aula nel loro zaino chiamato adolescenza. Tutto il resto mi arriva vivace e concreto: le loro parole in questi giorni si sono fatte più dense, sono l’essenza del futuro che ci e li aspetta. 

Il mio telefono, come quello di molti insegnanti, a sera implora una tregua. È un continuo di cinguettii, di richiami…è una “primavera digitale” alla quale siamo costretti. Forse, così poi torneremo ad apprezzare i contatti sociali autentici.

La piattaforma digitale della didattica si trasforma così in una palestra di relazioni, da parte mia non sono previste prove di forza, valutative intendo, ma solo prove di resistenza affettiva.

Così i miei alunni colorano un arcobaleno in ogni istante, lo fanno con i loro pensieri, le loro incertezze, i loro dubbi e persino con i loro errori. 

Trascorro intere giornate in questa “camera virtuale dei saperi “, con la consapevolezza che la mia assenza, in generale la nostra assenza come adulti di riferimento, sarebbe un atto eticamente inqualificabile.

Dunque, sono qui da mattina a sera, per rendermi utile! Non posso esserlo in una corsia dell’ospedale, non posso riconvertire una impresa.  Da insegnante posso fornire la mia attenzione e il mio ascolto a ciascuno, ricevendone in cambio una energia formidabile.

Spenta la televisione, compulsiva e ansiogena; la mia mente corre in “palestra” ad ossigenarsi tra frammenti di vita che arrivano on-line. Sono appuntamenti che scandiscono questo tempo liquido, senza orario e senza calendario.

Le espressioni dei nostri figli dicono più di quanto vogliano comunicare!

”…sono una adolescente e vivo tra alti e bassi. L’insicurezza è la cosa che mi contraddistingue, vorrei essere più sicura di ciò che vorrei fare nel mio futuro e delle decisioni da prendere, ….vorrei sapere veramente chi sono e chi sarò.” I.R.

“……quello che sto vivendo è il passaggio dall’infanzia all’adolescenza…ad un tratto da bambini ci si ritrova in un mondo dove bisogna essere responsabili.  E.C.

“Io vorrei essere Alice perché, oltre ad essere la protagonista di tutto il racconto, mi piacciono un sacco i suoi ragionamenti! Come quando, all’inizio della storia voleva far capire ai genitori che ormai non è più una bambina e si rifiuta di recitare quella stupida filastrocca davanti ai parenti. G.C. 

“ .. Vorrei essere il Coniglio bianco di Alice nel paese delle meraviglie, perché presta sempre molta attenzione a non far tardi e, quando se ne accorge, inizia a preoccuparsi; un po’ come farei io!” C.C.

“Io purtroppo non sono tanto fantasiosa, forse perché sto sempre con il telefono in mano e vedo solo cose “concrete” ma virtuali. …. vorrei vivere in un mondo dove attualmente non riesco ad entrare, a causa della dipendenza dal telefono.” A.M.L.

“…..sono sempre di fretta, sono sempre molto impegnata; talmente tanto che le persone che mi circondano si chiedono sempre quali siano i miei impegni.” L.L.

“LEGGENDO posso distogliere lo sguardo dal resto del mondo.” A.B.

“….ci vuole coraggio a contrastare le persone che ci dicono come dobbiamo essere o chi dobbiamo essere.” D.G.

“…non sono andato a scuola ormai da nove giorni, …..ho fatto la stessa cosa di venerdì e di giovedì e cosi via. Oltre a fare gli ultimi compiti poi non ho fatto niente oltre che mangiare. Una cosa buona però è accaduta, mio padre dopo tanto tempo è tornato finalmente a casa. A.A.

Meno male che ci inviano i compiti così perdiamo un po’ di tempo a studiare.” ML. A.                                                                                                           

Caro diario….In un primo momento non ho riflettuto sulla gravità della situazione e ho pensato che sarebbe stato bello poter stare a casa, dormire di più, saltare la scuola  ma, dopo la prima settimana, ho cominciato ad annoiarmi. Son passata dal letto al divano, da un panino e nutella ad un toast, da un social all’altro fra i continui strilli dei miei familiari e ho cominciato anch’io a dare i numeri.” I. R.

“….siamo costretti a fare lezioni online.

Trovo queste lezioni  davvero brutte perché preferisco di gran lunga vedere la mia classe e seguire le lezioni faccia a faccia con l’insegnante, e non dietro uno schermo.” M C.

Per ingannare il tempo guardo le serie tv, sto sui social, ma ormai anche loro mi hanno stufata.. cosa abbastanza strana dato che i social di solito non mi stancano mai, o almeno così pensavo prima della quarantena.

Voglio tornare a scuola, e anche questo non avrei mai pensato di dirlo!” C.G.

Mi piacerebbe molto tornare a quando ero bambina, a quandopensavo che fosse il girotondo a far cascare il mondo” A.C.

“….Stasera sono molto arrabbiata vedo su internet persone che si danno appuntamento alle 18.00 per un flash mob, mi piacerebbe farne uno anche io; ma ormai mi sono resa conto che nel mio condominio abitano persone che hanno l’età della Regina Elisabetta moltiplicata per nove, che non parteciperebbero a nessun flashmob.   …Così non va bene! ….ho iniziato a parlare con la forchetta mentre mia madre ha ucciso George, il mio acaro preferito.” M.P.

“…..ora anche le chat sono in subbuglio per la didattica online,siamo impegnati dietro allo schermo di un computer per simulare  normalità. I paragrafi di storia, i romanzi di Pirandello, i grafici di matematica, le registrazioni in inglese, gli zuccheri e i carboidrati in chimica, i paragrafi infiniti sulle malattie geneticheda studiare, oggi più che mai, mi sembrano degli abbracci virtuali che trasmettono tranquillità e ci aiutano a capire che a piccoli passi, quasi come se fossero i nostri primi passi, nulla potrà impedirci di continuare a crescere, perché torneremo a guardare le nuvole .” A.C. 

Questo patchwork colorato e infinito è la mia coperta di Linus in questi giorni di attesa, mentre la mia piccola donna è distante.

Questa è la mia magnifica primavera, in diretta da ciò che sembra la fine del mondo!

Adelinda Zanfini

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