Ex malo, bonum: trasformare il dramma attuale in opportunità

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Ciò che stiamo vivendo come Nazione è, per certi aspetti, surreale. In breve volgere di tempo un intero Paese si è ritrovato stravolto nelle sue abitudini. Di colpo la nostra vita è cambiata: la maggior parte delle persone si è ritrovata rinchiusa in casa, tra la paura di contagio e l’incertezza per il prossimo futuro. Ogni giorno assistiamo a nuove disposizioni, sempre più restrittive, mentre gli aggiornamenti quotidiani ci costringono a misurarci con dati sempre più inquietanti in termini di diffusione, contagio e mortalità.

In questo marasma, ci permettiamo di sottolineare alcuni aspetti che dovrebbero non solo farci riflettere ma anche fornirci un’occasione per una diversa visione del mondo e della vita.

Anzitutto, l’epidemia in corso (da poco elevata a rango di pandemia) dovrebbe farci aprire gli occhi sulle cose realmente importanti nelle vita, a cominciare dagli affetti. La precarietà dell’esistenza, resa più cogente dal pericolo in corso, dovrebbe indurre ognuno di noi a rivisitare in chiave diversa il tempo e le opportunità, rivivendo in versione meno transitoria il rapporto con in propri cari, trasformando una convivenza ‘forzata’ e prolungata in occasioni di recupero del tempo perduto. Più tempo da trascorrere con i figli, prima di ritrovarseli adulti e presi anch’essi dalla frenesia della corsa che ci attanaglia. Più tempo per considerare con maggiore attenzione chi ci sta accanto e ci supporta.

Ma la situazione contingente, drammatica e surreale, ci fornisce anche altre occasioni e seri spunti di riflessione, a cominciare da ciò che è realmente utile a un Paese, prima ancora dei vincoli di stabilità, dettati dai burocrati europei. Un Paese può dirsi civile nel momento in cui è nelle condizioni di prendersi cura e preservare la salute di tutti i cittadini, a cominciare dai più deboli, che nella situazione attuale rischiano di più. Stiamo sperimentando in questi giorni che il diritto alla salute non è universale e, soprattutto, non è omogeneo. Sono in affanno le regioni del Nord, non voglio pensare – e spero non si verifichi – a come un’emergenza di uguale portata verrebbe affrontata ad altre latitudini. Lo smantellamento progressivo di servizi essenziali ha responsabilità precise di cui ognuno dovrà ricordarsi una volta usciti dal tunnel. Qualcuno di questi responsabili ha pensato bene di abbandonare l’Italia per rifugiarsi presso altri lidi, impropriamente ritenuti più sicuri. Il servizio sanitario nazionale e il sistema previdenziale andranno ripensati per evitare di ritrovarci un giorno a decidere chi dovere salvare e chi tutelare.

Un’ultima considerazione per chi in questi giorni si sta sobbarcando il peso maggiore: ricordiamocene e ringraziamoli non solo oggi. Ricordiamocene quando il prossimo  politicoproporrà di risanare le finanze presentando il conto a queste categorie, ricordiamocene quando campagne di stampa scandalistiche, a caccia di ‘mostri’ da sbattere in prima pagina, ci dipingeranno questi che oggi vengono giustamente presentati come angeli, in termini di persone da perseguire alla ricerca di chi sa quale recondito scopo. 

Ricordiamoci, insomma, di ciò che realmente conta nella vita e guardiamo con maggiore diffidenza chi propone facili ricette a spese della collettività. 

Massimo Conocchia

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