Ritrovare la cultura della lentezza ai tempi del virus!

“Bisogna essere lenti come un vecchio treno di campagna e di contadine vestite di nero, come chi va a piedi e vede aprirsi magicamente il mondo, perché andare a piedi è sfogliare il libro, e invece correre è guardarne solo la copertina… Andare lenti è incontrare cani senza travolgerli, è dare i nomi agli alberi, agli angoli, ai pali della luce, è trovare una panchina, è portarsi dentro i propri pensieri lasciandoli affiorare a seconda della strada

Sono praticamente “bloccato” a Milano, e per senso civico e responsabilità non mi muovo dalla città in cui sembra essersi sviluppato il focolaio italiano di infezionidel virus Covid19.

Mi sono venuti in mente i brani di inizio del libro che lo studioso Franco Cassano -Il pensiero Meridiano-, molti anni prima del paesologo Arminio, ha dedicato al tema di ritrovare un senso di umanità al nostro vivere la modernità, e ho pensato che a volte questa lentezzameridiana può anche risultare salvifica.

Soprattutto mi è venuto in mente che questi tempi lenti, sani, giusti, piuttosto che imposti da una emergenzacome in questo periodo, dovrebbero essere invece quelli da tornare a praticare, anche con l’aiuto, oggi, della tecnologia che ci consente di fare di più e meglio.

Seguo, dunque, anche a distanza, in questa sorta di condizione ovattata e sospesa, quanto accade al nostro Sud e noto che tuttavia la “paura” non ha innescato quei sani, necessari momenti di riflessione che la classe politica e i cittadini dovrebbero attivare nell’atto di vivere un fenomeno così grave che costringe a fermarci.

Questa ennesima crisi -sanitaria, ma di fatto della nostra società malata- che blocca tutte le principali attività economiche e produttive, arresta i percorsi della formazione, viene vissuta solo nel suo lato di -indubbio- pericolo, e non -anche- come occasione per ripensare parte delle nostre vite, attività, programmi e progetti.

Proprio in questi momenti mi convinco che oggi esprimere nuovi gesti civili contempli pure il recupero di una dimensione più rilassata dell’esistenza, meno competitiva e non orientata solamente verso l’innovazione, il successo e la velocità, pena l’autodistruzione individuale e collettiva.

Del resto anche la mancanza di rispetto dell’ambiente e della natura, dell’equilibrio tra abitare e habitat, dalla quale discende anche questa ennesima epidemia, nasce dalle distorsioni che la frenesia della modernità ci ha imposto, e credo che soprattutto i più giovani debbano interrogarsi sul senso delle cose smarrite e su quelle da ritrovare. Tra le quali principalmente, i processi mentali lunghi del ragionamento, della riflessione, dell’argomentazione e della sperimentazione rispetto all’irrazionale compulsivismo che ci ha imposto l’era degli smartphone, oggetti preziosi quanto pericolosi, checonducono -inevitabilmente- all’azione rapida, non meditata, meccanicistica, fatta più di stimoli esterni, di pensieri estratti dai social media, indotti, insomma, dalla tecnologia mercificata e dalle esigenze del profitto economico, piuttosto che da vere, sane e umane relazioni interpersonali.

Forse la paura del Covid19, oggi, può essere la strada, difficile, dolorosa, che tuttavia ci spinga a far emergerealtre forme di civiltà, a ritrovare quel nuovo umanesimo che tratteggiamo da tempo senza vederne ancora effetti, per riscoprire i valori culturali -scomparsi in queste ore, pur essendo un grande argine a tutto- basati sull’arte, su un tecnologia e una scienza libere, nobilmente gratuite, non asservite al capitale, bensì rivolte al potenziamento della conoscenza universale, così come a proteggerci da epidemie e disastri.

“Restando fedele

a ciò che mi è caro e che è la cosa più

importante,

impedendo in tal maniera che si

cancelli con gli anni, sentirò poi forse 

del tutto inatteso

il brivido della durata

e ogni volta per gesti di poco conto,

nel chiudere con cautela la porta,

nello sbucciare con cura una mela,

nel varcare con attenzione la soglia,

nel chinarmi a raccogliere un filo…”

Canto della Durata, Peter Handke

Pino Scaglione

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