A viso aperto, testa alta, costante coerenza e rispetto per gli elettori
La lettura dell’ultimo comunicato di Articolo uno è un misto tra indecenza e sfacciataggine, che non può passare sottotono. Tirato, pertanto, per l’ennesima volta, dalla giacca, sono costretto a ristabilire un minimo di chiarezza e di verità, che permettano di ricomporre le fila di un periodo convulso. Che cosa rappresenti oggi, nell’immaginario collettivo, Articolo uno e i suoi interpreti è cosa assai nota. Giova, comunque, ricordare che sia il membro in giunta, sia il consigliere sono stati eletti in nome di una decisa avversione verso l’attuale primo cittadino e in virtù di un programma dichiaratamente alternativo. I due signori che, tradendo il mandato elettorale, sono passati dall’altra parte, riducendosi al ruolo di stampella dell’Amministrazione, sono evidentemente di memoria assai corta, peculiarità che ritengono, oltretutto, universale. Se così non fosse stato, non si sarebbero avventurati in una serie di affermazioni, quantomeno azzardate. Ma andiamo per ordine. Chi ha gettato la maschera e indossa i panni del traditore non può ergersi a giudice di nessuno, tanto meno si può permettere il lusso di fare illazioni e riferimenti, nemmeno tanto velati, al sottoscritto, che, oltretutto, non essendo stato ad Acri negli ultimi mesi, non era assolutamente nelle condizioni di esercitare ruolo alcuno. Preso atto della provocazione reiterata nei miei confronti – e che negarla risulterebbe oltre che puerile, un’offesa all’intelligenza di ognuno -, eccomi a rispondere a chi , anziché tacere, cerca pretesti per recuperare un’immagine logora e inflazionata. Irricevibile e oltremodo offensiva è l’affermazione secondo la quale due consiglieri di opposizione sarebbero manovrati; attacco basso e meschino, teso a denigrare chi esercita il suo dovere di critica. Non tocca a me la difesa di nessuno ma è mio dovere smentire categoricamente quanto attribuitomi velatamente nel comunicato di Articolo uno.
Per quanto mi riguarda, posso solo esprimere la mia piena solidarietà a Intrieri e Caiaro, rei di avere scritto un articolo con dei rilievi di merito, al quale Articolo uno risponde con invettive e attacchi personali. Molte delle questioni sollevate in quello scritto – che, per fugare ogni dubbio sul fatto che il sottoscritto non ha mai portato maschere, condivido in molti punti – non hanno trovato risposta nell’articolo di replica. Nulla sulla galleria, sulla morte di ogni iniziativa culturale, sullo stato di degrado e di abbandono delle strade e dei servizi. Solo un lungo elenco di buoni propositi in cui si dice che si farà questo o quello. Il comunicato di Articolo uno sembra una lunga letterina di Natale, nella quale si promette di tutto e di più ma nulla nel concreto. Paradossale appare il ruolo di difensori d’ufficio dei due interpreti, che si riscoprono improvvisamente garantisti e tessono le lodi di chi, nel 2017, veniva definito – sfido chiunque a dire il contrario, avendo a mio supporto validissime testimonianze – come il peggio del peggio. Non è possibile che, in nome di una poltroncina e di uno scranno in Consiglio si muti improvvisamente pensiero e ciò che ieri veniva dipinto come nero oggi viene, impudentemente, presentato come bianco. Si dice questo, indipendentemente da recenti esiti in cui, in nome di un garantismo non di maniera, non voglio minimamente addentrarmi. La coerenza, evidentemente, non è più un valore ma merce di scambio per taluni. La coscienza sporca dei due traditori li porta a vedere complotti e complottisti ovunque. In maniera particolare per uno di loro – maestro di trasformismo – il sottoscritto è diventato come l’ombra di Banco per Macbeth dell’omonima tragedia di Shakespeare. L’avermi tirato in ballo ha avuto un effetto domino che mi porta, ora sì, a smascherare i due paladini dell’amministrazione, ricordando loro il recente passato e la loro storia. Faccio qui punto, riservando alla prossima puntata altri ed ulteriori particolari sulle vicende politiche di due “giganti” del panorama politico locale, oltre che due “pietre miliari” nel lungo percorso politico della nostra realtà. Sono pronto, però, a scommettere, conoscendo assai bene i personaggi, che sceglieranno la via più comoda del silenzio e della fuga. Ps: pensavate realmente che il sottoscritto avesse avuto bisogno di prestanomi per far circolare le proprie idee? Suvvia, non sottovalutatevi a tal punto…..
Elio Coschignano