Il ruggito del coniglio
Neanche il tempo di far asciugare l’inchiostro sul modo in cui questa testata intende giornalismo e comunicazione che ci arriva un articolo sul modo in cui, a nostro avviso, non fare informazione. E’ di un sito locale, in replica a un comunicato dei consiglieri di maggioranza.
In tanti anni ne ho viste e sentite tante che difficilmente riesco a provare meraviglia. Eppure mai avrei pensato di dover essere proprio io a difendere il sindaco Pino Capalbo da un’informazione “malata”.
Per noi il rispetto della persona e delle sue idee sono un totem, ecco perché rimarcare le vicende giudiziarie del primo cittadino, ancora tutte da chiarire, in un confuso ragionamento sulle recenti dinamiche politiche ci sembra più un atto di sciacallaggio mediatico che altro.
E dire che da quel sito solo poche ore prima erano arrivate professioni di garantismo!
E’ un garantismo peloso il loro, che funziona a targhe alterne.
A Pino Capalbo persona va la nostra convinta solidarietà per questi attacchi che nulla hanno a che spartire con la carica pubblica che riveste. Il che è diverso dal giudizio sul Pino Capalbo politico.
In questo ultimo anno abbiamo avuto molti scontri con il sindaco, basta consultare il nostro archivio. Per noi è un’amministrazione deficitaria, ma questo lo abbiamo detto a chiare lettere e in tutte le salse.
Il nostro rapporto si è nutrito di vivaci (ed è un eufemismo) scambi in privato, ma sono rimasti relegati lì, non li abbiamo mai presi a pretesto per un articolo “contro”.
Sul piano politico – amministrativo, altri hanno preferito sorvolare sul quantomeno aberrante passaggio di Mario Bonacci in maggioranza, sul senso assai dubbio della cittadinanza onoraria a Franco Arminio, sulla difesa a spada tratta dell’ospedale da parte della maggioranza, quando è proprio il nosocomio il malato da curare. E potremmo continuare. Eppure a leggere certi articoli sembra che per quasi tre anni Acri abbia vissuto l’età dell’oro. Non un problema, ma solo la capacità di risolverli con la bacchetta magica.
Ora, alla ricerca di una verginità perduta, ci si accorge che l’amministrazione comunale vive momenti di forte crisi. Un repentino cambio di rotta quantomeno sospetto.
La spiegazione la potremmo chiedere “a uno bravo”, o forse è molto più semplice e tangibile nelle pieghe di ambizioni represse.
Piero Cirino