Uominicidio

A mio fratello Lucio e a tutti quelli che hanno perso la guerra.

Hominicidio

Volevo porre all’attenzione, di tutti i calabresi, un problema molto importante: LA NOSTRA SALUTE. Ogni giorno si scoprono nuovi casi di tumore. Soffrono e muoiono persone a noi care. Perché? È possibile che la Regione Calabria sia una di quelle poche non ancora accreditate ad avere un registro tumori comunale e regionale? È possibile non sapere quanti calabresi sono malati oncologici? È possibile che non vengano applicati i LEA (livelli essenziali di assistenza) gratuiti per gli screening tumorali del colon retto, cervice uterina, mammella?. Nell’Ulss n° 3 del Veneto nel 2019 sono state effettuate 33.000 mammografie, 46.000 screening del colon retto e 17.200 della cervice uterina. In Calabria da almeno un paio di anni nessun invito è stato spedito per effettuare questi controlli.

Un noto medico che si occupa di Programmazione degli Screening mi scrive.

Buon giorno,

lo screening organizzato è un LEA (Livello Essenziale di Assistenza) e deve essere garantito a tutti i cittadini in fascia di età. Per quanto riguarda lo screening colon-rettale il test di riferimento è la ricerca del sangue occulto fecale da effettuarsi ogni due anni fra i 50 e i 69 anni.

Purtroppo, dai dati che abbiamo a disposizione mi risulta che la copertura degli inviti sia limitata nella Regione Calabria. Sarebbe positivo che, da parte dei cittadini, fosse fatta pressione perché gli screening diventino effettivi.

Per rafforzare questa tesi basta leggere la testimonianza scritta da un laureando.

Sono alle prese con la stesura della tesi di laurea e l’argomento che mi è stato affidato dal mio docente relatore è il seguente: “Gli screening dei tumori”. Essendo della provincia di Cosenza, ho immaginato di documentarmi sull’argomento circa lo stato delle cose in Calabria, facendo capo all’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza.

Da quanto riportato sul sito ufficiale dell’ASP, il dirigente medico responsabile dei programmi di “screening dei tumori femminili” (mammella e collo dell’utero) e del “tumore del colon” risulta essere la dottoressa Giorno Anna, la quale figura anche essere Referente degli screening per l’intera regione Calabria.

Superato il primo impulso che mi portava istintivamente a contattare immediatamente la dottoressa Giorno, ho ritenuto opportuno (per fortuna!) documentarmi a proposito dei risultati ottenuti circa i suddetti screening nella nostra amata Calabria. Preliminarmente, desidero sottolineare che gli screening oncologici vengono offerti gratuitamente alle popolazioni di tutte le regioni d’Italia, considerata l’enorme importanza dell’indagine stessa nella lotta ai tumori che risultano essere fra le primissime cause di morte della popolazione.

Nel mondo scientifico, infatti, è indiscutibilmente riconosciuto che gli screening oncologici consentono di effettuare quella che viene definita “diagnosi precoce”, cioè l’individuazione del tumore prima che ne compaiano i sintomi, con conseguenti indubbie maggiori possibilità di guarigione per le persone colpite; è questo è il motivo prioritario per cui il Ministero della Salute investe molto danaro nei programmi di screening, valutandone i relativi risultati in ogni regione, Calabria compresa!

Ebbene, dai dati ufficiali, emerge che “…per le forti criticità negli screening, la regione Calabria è risultata essere INADEMPIENTE” al tavolo di verifica dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)! Tradotto in termini comprensibili anche ai non addetti ai lavori, il tutto significa che la Calabria NON HA OFFERTO ai suoi cittadini l’assistenza loro dovuta a causa evidentemente ed indiscutibilmente della incapacità, inadeguatezza ed incompetenza manifesta di chi ha avuto sino ad oggi la responsabilità della gestione di quello che è uno straordinario strumento di prevenzione! Nonostante le considerevoli risorse finanziare, talune gestite direttamente dalla dottoressa Giorno, i risultati ottenuti sono bassissimi e pertanto scientificamente inefficaci. A mero titolo di esempio:

1 – l’invito a partecipare allo screening del cancro della mammella ha raggiunto soltanto 2 donne su 10 (di contro, il dato nazionale è di 7 donne su 10!) e di queste solo una ha eseguito la mammografia!

2 – relativamente allo screening del tumore della cervice uterina, soltanto 15 donne su 100 hanno ricevuto l’invito (di contro, il dato nazionale è di 78 donne su 100!); ha eseguito il test una su tre delle persone invitate!

3 – relativamente allo screening del tumore del colon, soltanto 4 cittadini su 100 a cui è destinata l’indagine hanno ricevuto l’invito (di contro, il dato nazionale è di 57 su 100); inoltre, soltanto 2 cittadini su 100 hanno aderito al programma!

Nel mio “triste navigar” in rete, vengo a “scoprire” che la dottoressa Giorno Anna riveste anche l’incarico di Responsabile del “Registro Tumori” dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza. Il Registro è uno “strumento operativo” estremamente importante per la Comunità Scientifica, con ricadute internazionali in termini di conoscenze nella specifica materia, non fosse altro in quanto consente di monitorare l’andamento di questa grave malattia negli specifici territori, di verificare quanti e quali casi di tumore vengono a manifestarsi e tantissimi altri dati quali ad esempio gli anni di sopravvivenza dei pazienti colpiti.

Ebbene, ahimè, devo rilevare che anche in quest’ultimo caso l’attività della dottoressa Giorno è del tutto “discutibile”, infatti basta analizzare i dati ufficiali della “Associazione Italiana Registro Tumori” per constatare che i dati forniti dal Registro Tumori di Cosenza sono fermi al periodo 2006-2008 e quindi dal punto di vista temporale di nessuna utilità scientifica, considerata la velocità con cui questa terribile malattia varia nel tempo!

, Per completare la mia tesi di laurea, dovrò far riferimento con mio rammarico ai dati di altre regioni, magari quelle che giustamente vengono ad essere definite “all’avanguardia” per capacità professionali e “virtuose” per attitudine gestionale. In fine, con amarezza devo riscontrare che alle nostre “latitudini” la Pubblica Amministrazione, nonostante si tratti di ambiti estremamente delicati ed importanti per la salute dei cittadini, “offre” il peggio che si possa immaginare!

Si parla tanto di fuga delle persone dalla nostra regione ma non si quantificano le “fughe”dei morti per patologie tumorali. Perché i sindaci, garanti della salute dei cittadini, non fanno,attraverso i medici di base, una conta dei malati di cancro tale da verificare se ci sono criticità nei vari comuni. Perché non si fa un’analisi seria dell’acqua: Si ricerca solo la presenza di escherichia coli la percentuale di cloro, ammonio, conta dei batteri coliformi, enterococchi intestinali, nitriti, ferro. Nessuna indagine per verificare la presenza o meno di metalli pesanti, glifosato, o altre sostanze cancerogene. L’acqua, lo sanno tutti, costituisce circa il 65% del nostro organismo e gli esperti ci consigliano di consumarne da un litro e mezzo a due litri al giorno. Ogni singola cellula del nostro corpo è acqua-dipendente. Se l’acqua che beviamo è biologicamente e chimicamente pura, tanto più il nostro organismo risulterà depurato dalle scorie del metabolismo e da altri fattori nocivi. Ma se essa è contaminata, potrà fare solo danni… È del 14-02-2020 la notizia dell’operazione dei militari del Comando provinciale di Cosenza e del Gruppo Carabinieri Forestale denominata”Arsenico” da cui è emersa la presenza di inquinanti 40.000 volte superiore a quella consentita. Quest’acqua serve anche per irrigare i campi contaminando verdura, frutta ortaggi che consumiamo giornalmente. Nei nostri mari vengono a spiaggiarsi navi cariche di veleni.

Nel 1990 ad Amantea, in provincia di Cosenza, si spiaggia la nave Jolly Rosso a pieno carico, a causa del mare in tempesta. Nel 2004 nel greto del fiume Oliva sono stati trovati dall’Arpa Calabria “radionuclidi artificiali”. Il nucleide è una singola specie nucleare stabile, mentre il radionuclide è un nucleide instabile che decade emettendo energia sotto forma di radiazioni, come ad esempio il Cesio-137, il quale dopo l’incidente di Chernobyl, infatti la nube radioattiva dopo essersi depositata sul suolo ha contaminato la catena alimentare. Negli anni successivi altre indagini hanno confermato che nei sedimenti e terreni dell’Oliva ci sono metalli pesanti tossici e cancerogeni come arsenico, rame, zinco, nichel, vanadio, berillio, piombo, mercurio, selenio, tallio, stagno, policlorobifenili e diossine. In alcuni punti sono stati trovati oltre al Cesio 137 anche antimonio 124 e cadmio 109. È possibile che i sindaci non sappiano nulla di questi traffici che avvengono nei loro comuni?

Un paziente oncologico costa annualmente al SSN €40.000 (circa) all’anno. Si stima che in Italia i malati di cancro nel 2019 siano stati 371.000. Sapete a quanto ammonta solo il costo economico? A 14.240.000.000. Una cifra esorbitante che potrebbe essere usata per bonificare i siti contaminati. Non voglio menzionare i costi psicologici e di affetti. Personalmente ho scritto all’ex ministro della salute on Giulia Grillo, all’on Dalila Nesci, all’on Francesco Sapia al dottor Carlo Tanzi. Nessuna risposta Come direbbe qualcuno: Franza o Spagna ca nun se magna. Nella fiction televisiva “Io non mi arrendo”, ispirata alla vita del poliziotto della Criminalpol Roberto Mancini, morto per un linfoma non-Hodgkin che lo ha colpito a seguito delle indagini sul traffico di rifiuti tossici in Campania, nella zona che verrà ribattezzata Terra dei fuochi, quando Sebastiano socio in affari di don Antonio Pomarico gli manifesta i suoi ripensamenti sul concedere terre sotto cui interrare i rifiuti, pensando a quello che avrebbe lasciato in eredità alla sua famiglia (tumori, tumori, malformazioni ottiene come risposta che il figlio è a Cambridge, in Inghilterra, lontano da questi traffici. Noi calabresi invece siamo costretti a vivere in una terra avvelenata dall’ingordigia umana. Com’è possibile che le persone che per avidità e potere si sporcano le mani trafficando rifiuti illeciti possano pensare di essere immuni da questo killer silenzioso che ci toglie la vita senza avvisaglie. Non hanno figli, affetti, coscienza hanno solo la faccia come nu scadunu e chianca. Il Padre eterno ci ha dato una sola vita e non è giusto che gente senza scrupoli si arroghi il diritto di rovinarcela e in alcuni casi di togliercela. In questi casi c’è solo una cosa che contraddistingue ricchi e poveri. Chi ha soldi potrà essere operato in ospedali a cinque stelle, avere accesso alle cure in tempi più brevi ma il suo destino sarà guidato dal fato. È tutto aleatorio. Come si fa a non indignarsi, protestare, mobilitarsi per far valere un diritto sancito dalla carta costituzionale: LA SALUTE. Gli oncologi ci consigliano di consumare frutta e verdura in abbondanza e di tralasciare la carne per il pesce. Bella ricetta. Il problema, purtroppo, sta nel fatto che non sappiamo su quali terreni viene coltivata la verdura, non sappiamo se sotto queste piante sono stati seppelliti rifiuti tossici pericolosi radioattivi. Non sappiamo se vengono innaffiati con l’acqua di pozzi artesiani (censiti?) e se controllati. Non sappiamo se si usano sostanze chimiche pesticidi e di che tipo. Si producono però pere abate di 300 400 grammi circa. per dirne una (belle a vedersi) ma saranno dannose per il nostro organismo? Ogni giorno leggiamo di prodotti alimentari che vengono ritirati dagli OSA (Operatori del Settore alimentare): ceci, farina, uova pesci latte in polvere per la presenza di sostanze dannose e, in alcuni casi, cancerogene Infine il ritiro di lotti di farmaci da parte dell’AIFA: Virdex, gel Picato, Ranitidina, Omeprazolo, Mitomycin: Ogni famiglia avrà vissuto sulla propria pelle il dramma del cancro e allora, perché aspettare la prossima volta, il prossimo malato il prossimo dolore. Abbiamo alcune risorse nelle nostre mani. È vero, sono poche, ma, mettiamole in  moto facciamole funzionare. Dobbiamo pretendere che si facciano le diagnosi precoci: Almeno quelle.

Katia Amodio

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