1799 – Una Costituzione mai varata

Nelle nostre scuole, salvo rare eccezioni, si parla poco della Repubblica Napoletana e del progetto di Costituzione. Detto progetto fu opera di Mario Pagano, Giuseppe Lagoteta e Giuseppe Cestari. La Costituzione, va precisato, rimase solo un progetto, ma vale la pena segnalarla.

Dopo una lunga premessa, nella quale si colgono le interessanti motivazioni, si legge:

Dichiarazione dei diritti e doveri dell’uomo del cittadino del popolo e de’ suoi rappresentanti

L’immobile base di ogni libera Costituzione è la dichiarazione de’ dritti e doveri dell’uomo, del cittadino, e quindi del popolo. Perciocché il principale oggetto d’ogni regolare costituzione dev’essere di garantire sì fatti dritti, e di prescrivere tali sacri doveri. Perciò la Provvisoria Rappresentanza della Repubblica Napoletana alla presenza dell’Essere supremo, e sotto la sua garanzia proclama i dritti e i doveri dell’uomo, del cittadino, del popolo e fa le seguenti dichiarazioni:

Tutti gli uomini sono eguali, e in conseguenza tutti gli uomini hanno dritti eguali. Quindi la legge nelle pene e ne’ premi senza altra distinzione, che delle qualità morali, li deve egualmente considerare”.

Principi modernissimi. Fra l’altro si precisa:

“4. La libertà di opinare è un dritto dell’uomo. La principale delle sue facoltà è la ragionatrice. Quindi ha il dritto di svilupparla in tutte le possibili forme; e però di nutrire tutte le opinioni, che gli sembrano vere.

5. La libertà delle volizioni è la conseguenza del libero dritto di opinare. La sola limitazione della volontà sono le regole del vero che prescrive la ragione.

6. Il sesto dritto dell’uomo è la facoltà di adoperare l’azione del suo corpo secondo i suoi bisogni, purché non impedisca agli altri di far lo stesso.

7. Quindi deriva il dritto di estrinsecare colle parole, cogli scritti, ed in qualunque maniera le sue opinioni e volizioni, purché non si turbino i dritti degli altri, e quelli del corpo sociale”.

Ripetiamo, come abbiamo fatto altre volte, bisognerebbe leggere e studiare le varie costituzioni, opportunamente occultate in alcuni periodi della nostra storia.

La Scuola dovrebbe ricercare questi preziosi documenti e doverosamente farli conoscere ai giovani, insegnando loro, fra l’altro che il meridione d’Italia era all’avanguardia su tanti punti. 

Giuseppe Abbruzzo

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