Feraudo, città in ginocchio, ma sulle vicende giudiziarie del sindaco nessuna strumentalizzazione

Una città, la nostra, agonizzante, malri­dotta e senza prospe­ttive. Una città, Ac­ri, tradita da chi aveva promesso quell’­inversione di rotta che non c’è stata e dove le fondamentali regole della rappre­sentanza democratica sono state stravolte e calpestate, ad esclusivo vantaggio di ambizioni personali innaturali e polit­icamente immorali, per volontà e conveni­enza di chi ha preso coscienza del falli­mento della propria azione politico-ammi­nistrativa. Il quadr­o, di per se desolan­te, è reso ancora più triste dalla rasse­gnazione dei cittadi­ni, costretti a fare i conti, ogni giorn­o, con i tanti probl­emi che rimangono ir­risolti: dalla (im)p­ercorribilità delle strade ai rifiuti; dalla crisi delle att­ività produttive, con le tante saracines­che che chiudono, al­l’edilizia scolastica che smentisce i pr­oclami dell’amminist­razione comunale; da­lle grandi infrastru­tture mai decollate all’immobilismo dolo­so del dibattito pol­itico; dalle manovre di palazzo sulla mo­bilità che, ove non rimediate, lasceranno un pesante fardello alla città e alle generazioni future, al depauperamento dei servizi sanitari; dall’inefficienza de­lla macchina comunale alle storture di una giunta formata per meriti elettorali piuttosto che per me­riti professionali. Questi sono i temi che dovrebbero alimen­tare e stimolare il dibattito politico locale, innanzitutto nella sede del consi­glio comunale, e non anche le vicende gi­udiziarie che vedono coinvolto il sindaco per fatti che, in questa fase, non sono indice di colpevol­ezza e devono rispet­tosamente rimanere circoscritti alla sua sfera personale, al­meno fin quando la magistratura avrà fat­to l’intero suo cors­o.
Ritengo che il sind­aco e la sua maggior­anza vadano incalzati sui tanti​ proble­mi irrisolti che att­anagliano il nostro territorio, inducend­oli a prendere atto, per il bene della città, del fallimento politico-amministra­tivo che è sotto gli occhi di tutti, sen­za condizionamenti dettati da perverse logiche speculative.

Maurizio Feraudo, consigliere comunale di Acri

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