Il coraggio e la lezione di Morgan sul palco dell’Ariston
Personalmente non siamo dei ferventi seguaci di Sanremo e ce ne siamo sempre tenuti abbastanza distanti. Non abbiamo mai palpitato per gli esiti né i vincitori hanno, nella generalità dei casi,lasciato traccia nei nostri ricordi.
L’altra sera, precisamente nella IV serata, ci è capitato di fare zapping su RAI 1 mentre stava per andare in onda il duo Morgan-Bugo e, nostro malgrado, abbiamo assistito alla singolare esibizione, che riteniamo unica, non solo nella storia del festival della canzone italiana.
Per i pochi che non l’avessero vista, Morgan, a inizio esibizione, ha deragliato dal testo originale e ha improvvisato un “corpus” nel quale non le ha mandate a dire al suo partner, sbattendogli in faccia ciò che pensava di lui. Bugo, evidentemente spiazzato, ha deciso di abbandonare la scena e ritirarsi, in mezzo allo stupore generale.
Ora, rifuggendo dal merito della questione – in relazione alla quale ci asteniamo da ogni valutazione, non conoscendo, oltretutto , interamente le dinamiche antecedenti – , ci preme sottolineare il coraggio di Morgan, che, ben conscio dei rischi, non ha esitato a dire con chiarezza ciò che pensava, con un gesto di alta dignità e raro coraggio.
Ai giorni nostri, il coraggio delle proprie azioni è merce rara. Non infrequentemente assistiamo ad attacchi subdoli o a singolari “cambi di stato”, tramite i quali “eroi dei giorni nostri” ritengono di esibire tutto il loro “valore”. Atteggiamenti, questi ultimi, che possono essere oggetto di umana comprensione ma certamente non possono essere additati come modelli di comportamento ai propri figli.
Di fronte agli esempi appena citati, balza, titanica, la figura di Morgan sul palco dell’Ariston, per il messaggio che lascia e per la valenza etica e morale.
Charlie Chaplin ebbe a sostenere: “Bisogna sempre avere il coraggio delle proprie idee e non temere le conseguenze perchèl’uomo è libero solo quando può esprimere il proprio pensiero senza piegarsi ai condizionamenti.”
Ci rendiamo conto che si tratta di un modo di vivere poco agevole, che espone l’interprete a scontri e battaglie. L’alternativa è una vita “tranquilla”, senza mai schierarsi né scontrarsi, mettendo sotto i piedi la propria dignità e la propria libertà. Per quanto ci compete, non esitiamo a sposare il modello Morgan, al quale diciamo: chapeau!
Massimo Conocchia
“Ora, rifuggendo dal merito della questione – in relazione alla quale ci asteniamo da ogni valutazione, non conoscendo, oltretutto, interamente le dinamiche antecedenti -, ci preme sottolineare il coraggio di Morgan…”
Meno male che doveva astenersi da ogni valutazione!
La valutazione è nel metodo, non nel merito della questione specifica. Non interessa la “querelle” ma il modo in cui è stata risolta, da “Hombre vertical”. Pensavo fosse chiaro ma La ringrazio per la precisazione, che ci ha permesso di renderla ancora più chiaro. Grazie ancora sig.r Giuseppe, chiunque lei sia.
Ma per favore! Il coraggio delle proprie azioni, ma quando?! Ma di chi stiamo parlando? Di Morgan, un cocainomane disadattato che non paga gli alimenti a sua figlia e si è fatto pignorare la casa da Asia Argento! Rimango basito dal suo articolo dottor Conocchia. Lei ha preso una sonora cantonata. Se avesse parlato di un personaggio che si fosse schierato contro il potere e le istituzioni corrotte del nostro Paese, pagandone le conseguenze di persona avrei potuto capirlo e soprattutto apprezzarlo, ma lei mi mi parla di un cretino, di un idiota che utilizza il palco di San Remo e la televisione pibblica per le proprie beghe personali nei confronti del povero compagno di esibizione. Se fossi stato al posto di Amadeus gli avrei tirato un calcio in culo davanti a tutti per la sua imbecillità e lo avre buttato di peso fuori dall’Ariston oltre a fargli pagare i danni d’immagine.
Ma mi faccia il piacere, ma mi faccia, avrebbe detto il grande De Curtis.
Egregio Sig.r Gallipoli, io, al contrario di lei, non sono basito dalla sua replica scandalizzata. Chi sia nella vita Morgan mi importa poco, resta il fatto che ha reagito a chi voleva mettergli i piedi in faccia. La invito ad andare su Youtube, se non l’avesse ancora fatto, e vedere – come io ho fatto prima di prendere la penna – come si è comportato il partner di Morgan. Rimarrà, forse, ancora più basito dal vedere un ragazzino (rispetto a Morgan) che si prende il lusso di lasciarlo al piano e mettersi davanti, tentando di mortificarlo. A tutto questo Morgan ha detto no e lo ha fatto con coraggio e determinazione. Questo è il fatto e questo ha suscitato la mia profonda ammirazione che ribadisco. Tutto il resto mi importa poco. Ognuno di noi ha la sua storia ,a questa non ci dovrebbe impedire, qualora qualcuno compisse un gesto eclatante, si plaudirvi.
Di chi avesse ragione o torto fra i due a me non importa nulla, ma mi ha dato tremendamente fastidio il mettere in pubblico le loro scaramucce personali da parte di Morgan e di esplicitarle in quella maniera. Sono cose private e tali dovrebbero rimanere e il palco dell’Ariston non è la sede e l’opportunità per definirle.
Lei plaude a Morgan come se fosse Matteotti nei confronti del fascismo. Come si dice, quando mancano i cavalli trottano gli asini.
Rimaniamo con i piedi per terra.
E’ davvero stupefacente che Morgan, ricevuta un’offesa pubblica, dovesse, poi, secondo il suo pensiero, replicarvi in privato. Su una cosa ha ragione: i fatti privati personali, come la vita privata che lei tira in ballo, devono essere rispettati. Qui non stiamo, almeno io, giudicando la vita privata di nessuno ma il fatto se sia giusto o meno replicare a un’offesa pubblica con una replica che, a mio modo di vedere, deve essere altrettanto pubblica. Matteotti è altra cosa e poco c’entra con la questione di cui si sta discutendo. Su un’ultima cosa mi sento di convenire: oggi cavalli ne vedo davvero pochi! Così pochi che faccio fatica a identificarne. Metto qui punto perchè la polemica rischierebbe, se protratta, di divenire stucchevole.
Egr. Dott. Conocchia,
cerchiamo di fare chiarezza: nell’articolo scrive di essere capitato per caso davanti al festival di Sanremo e di aver “beccato” la sceneggiata Morgan-Bugo e quindi di non conoscere l’antefatto, ragion per cui si sarebbe astenuto dal formulare valutazioni in merito alla questione, ma di apprezzare il metodo di risoluzione della contesa a prescindere.
Poi punzecchiato dal dottor Gallipoli, ammette candidamente di aver visionato su youtube l’esibizione della serata cover del duo Morgan-Bugo e di ritenere lesa maestà l’oltraggio del giovane Bugo nei confronti del supremo Morgan, ragion per cui ha sentito il dovere di inforcare la penna e schierarsi al fianco dell’ex Bluevertigo.
Francamente mi sfugge la dinamica del suo scritto alla luce di quanto sopra esposto e mi dispiace doverLe ripetere: Meno male che non doveva esprimere valutazioni!
Egregio signore, il senso dell’articolo andava nella direzione opposta al suo modo di fare. Il coraggio delle proprie azioni! Il coraggio di Morgan raffrontato a chi, comodamente, si nasconde nell’anonimato di un nome senza possibilità di essere identificato. Se avesse letto con attenzione, avrebbe inteso che, ovviamente, sono andato su youtube dopo avere visionato la scena della lite e prima di prendere la penna, per, ribadisco,compiacermi per il coraggio di Morgan, al di là di tutto. Mi dispiace non potere dire altrettanto di Lei, con cui, mi perdonerà, chiuderò ogni discussione, non essendo avvezzo a un dialogo con chi non ha il coraggio delle proprie idee. Trovi il coraggio di uscire fuori e volentieri proseguiremo la discussione. Cordialmente.
Egregio “Giuseppe”, il senso dell’articolo andava nella direzione opposta al suo modo di fare. Il coraggio delle proprie azioni! Il coraggio di Morgan raffrontato a chi, comodamente, si nasconde nell’anonimato di un nome senza possibilità di essere identificato. Se avesse letto con attenzione, avrebbe inteso che, ovviamente, sono andato su youtube dopo avere visionato la scena della lite e prima di prendere la penna, per, ribadisco,compiacermi per il coraggio di Morgan, al di là di tutto. Mi dispiace non potere dire altrettanto di Lei, con cui, mi perdonerà, chiuderò ogni discussione, non essendo avvezzo a un dialogo con chi non ha il coraggio delle proprie idee. Trovi il coraggio di uscire fuori e volentieri proseguiremo la discussione. Cordialmente.
Le faccio notare che ha chiuso la discussione anche con il dott. Gallipoli per cui non serve il nome per discutere con Lei, visto che per lasciare un commento basta compilare il form con un nome qualsiasi e una mail!
Buona serata!
Innanzi tutto non sono dottore.
Stiamo perdendo tempo a parlare di Morgan, cioè di un esponente della tv spazzatura che mette i propri sentimenti alla berlina e poi invoca il rispetto della privacy. Mi spiace per lei che ha perso tempo a scrivere un articolo esaltando un personaggio discutibile portandolo come esempio di coraggio delle proprie azioni. Un dispettuccio fatto davanti alle telecamere ora diviene un atto di eroismo.
Se ora siamo a questo punto considero il povero Muzio Scevola che si è bruciato la mano invano.
Egregi signori, personalmente penso ci siano cose più importanti a questo mondo di cui occuparsi! Faccio fatica a comprendere tutta questa diatriba su Morgan.
Sig.ra Patrizia non è Morgan l’oggetto del contendere, ma come intende gestire il rapporto autore/lettore la testata che ci ospita: io pubblico e ci confrontiamo sugli scritti oppure io pubblico e tu leggi e basta?
Mi scusi Giuseppe ma che tipo di confronto sarebbe tra chi si nasconde e chi scrive a viso aperto? Arguisco dalle sue parole che il problema per lei non è lo scritto ma la testata e forse si capisce anche perché. È comodo ergersi a giudice nascondendosi nell’aninimato. Nell’art Che non ho condiviso si faceva un distinguo tra chi si espone e chi si nasconde. Io credo che nella vita bisogna avere il coraggio di schierarsi, diversamente tacere, anche quando ci sentiamo punti nel vivo
Sig. Cofone io non conosco lei e lei non conosce me per cui, entrambi rispettando le regole del form per inserire i commenti, abbiamo partecipato ad una discussione che esula da chi sia io e chi sia lei. Malgrado questo lei si è sentito in dovere di attribuirmi retropensieri, probabilmente in virtù di dinamiche strettamente locali, che non vivendo ad Acri, francamente mi sfuggono. Ergo se non si può commentare senza fornire il certificato di nascita, basta chiedere all’editore di rendere più stringenti le modalità di accesso al form dei commenti. Non cambia il significato degli interventi in funzione del conoscere o non conoscere l’interlocutore. Quella piuttosto si chiama caccia all’uomo e potrebbe solleticare istinti che deviano dalla cordiale disquisizione. Le ripeto mi sfuggono eventuali acredini che si possano essere generate a livello locale, per cui mi congedo da Lei salutandola cordialmente.
Sig.r Giuseppe, sì concedi pure. Constatata l’impossibilità di argomentare la sua incapacità di dare paternità alle sue idee, le chiedo scusa se ho infierito. Ognuno di noi è come è, Capisco che lei non voglia farsi identificare nei suoi pensieri per paura di fantomatiche caccia all’uomo. Questa concezione è lontana anni luce dalla mia. “Non sono d’accordo con quanto dici ma mi batterò fino alla morte perché tu possa dirlo”. Non cerchi scuse alla sua mancanza di coraggio, ne prendo atto e prometto di non infierire più. Capisco anche il bisogno di farsi identificare lontano da Acri. Ha tutto il mio appoggio e la mia considerazione. La saluto.