Buon Natale. Dissestati, involuti, disconnessi, svuotati, isolati.

«Bella la patria mia coi i suoi vigneti, col suo vecchio Castello e suoi torrenti; limpide son le sue fontane, e i venti sospirano di amor per gli uliveti. Di monti coronata e di querceti,  sfido l’ira dei nembi e dei potenti; culla di forti, di impavidi ed ardenti di martiri, di santi e di poeti».

…Buon Natale, a chi ci ha ridotto così.
Buon Natale alla inefficienza, alla totale incapacità di amministrare senza amministrazione.
Mai, nella storia di questa città si è vissuto e vista una cittadina in ginocchio, al collasso, isolata, allo sbando, senza idee, senza programmazione, senza relazioni.
Una città in coma farmacologico, malata, incattivita, depressa, vuota. Sporca, buia, spoglia, groviera.
Una vergogna inconfutabile sotto gli occhi di tutti, fra familismo e parentele. 

Un disastro annunciato.
Una orribile parentesi, che per il bene di Acri è augurabile finisca al più presto, con l’augurio sincero che negli anni a venire, si capisca da liberi cittadini che è giunta l’ora di non demandare a nessun signor nessuno, la nostra vita politica, nella consapevolezza e con la voglia di costruire con donne e uomini di sana e buona volontà e comprovata capacità
un nuovo modo di fare e operare politica, nell’interesse collettivo e partecipato per non morire.
Auguri di buon Natale, cittadini acresi.
Nonostante tutto, anche qui è Natale… “E ‘ vota mo v’à cuntu, e dicembri era na sira:…

Comitati di azione civile Ritorno al futuro-Acri.

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